Corse cancellate, continui scioperi, quasi sempre di venerdì; mezzi inagibili; alto tasso di assenze per malattia. L’Atac è in cima alle difficoltà nelle quali si dibattono i romani ogni giorno. Ai pendolari va anche peggio. E l’Antitrust ha deciso di vederci chiaro. Come? Ha avviato d’ufficio “un procedimento istruttorio in materia di pratiche commerciali scorrette nei confronti di ATAC S.p.A., relativamente allo stato in cui versa la gestione dei servizi di trasporto pubblico locale nell’area metropolitana di Roma, in particolare lungo le linee ferroviarie Roma-Ostia, Roma-Viterbo, Roma-Giardinetti”. E per rendere più chiara la serietà delle intenzioni, con la comunicazione che partiva la procedura, i funzionari dell’Autorità e il nucleo speciale della Guardia di Finanza, hanno svolto una prima ispezione nella sede della società a Roma. Contestualmente è partita la segnalazione alla Regione Lazio che ha affidato in gestione le linee sotto accusa.
L’Antitrust, nel suo comunicato, non usa mezze parole e mette sotto osservazione “la sistematica e persistente soppressione delle corse programmate sulle linee ferroviarie Roma–Lido di Ostia, Roma–Giardinetti-Pantano e Roma–Civita Castellana–Viterbo, soprattutto nell’ultimo biennio. Tale soppressione sarebbe avvenuta in larga misura non per cause esogene e occasionali, ma per motivi riconducibili alla gestione ed organizzazione del servizio da parte di ATAC”.
In particolare, la mancata effettuazione delle corse programmate in base al Contratto di Servizio con la Regione Lazio, come risultanti dall’Orario diffuso presso le stazioni e attraverso il sito Internet www.atac.roma.it, potrebbe aver ingannato i consumatori in merito alla effettiva disponibilità del servizio, alterandone le scelte sul mezzo di trasporto da utilizzare e gravandoli dei disagi derivanti dalla soppressione delle corse.
Inoltre, ATAC non avrebbe preventivamente e tempestivamente informato i consumatori riguardo alla impossibilità di effettuare parte delle corse programmate, pur essendo a conoscenza delle ragioni sistematiche che avrebbero potuto causare la soppressione delle stesse. Condotte “ingannevoli ed omissive” che potrebbero violare gli articoli 21 e 22 del Codice del Consumo.
Infine, con la riduzione del numero e della frequenza delle corse rispetto a quanto stabilito dal Contratto di Servizio – per motivi non riconducibili a cause di forza maggiore – l’azienda sarebbe venuta meno al rispetto degli standard di diligenza professionale richiesto ad un concessionario di un servizio pubblico nella gestione di linee essenziali di trasporto pubblico per la mobilità cittadina.
L’Antitrust non lesina critiche anche alla Regione Lazio e nella sua segnalazione mette in evidenza come “l’ente locale non abbia mai esercitato i propri poteri di intervento e sanzione, pur previsti dal Contratto di servizio, né abbia proceduto allo svolgimento di una gara per individuare un gestore efficiente”. Non solo ma proprio in luglio la Regione ha bocciato una proposta di finanza di progetto, presentata nel giugno 2014 da una costituenda associazione di imprese per l’affidamento in concessione della progettazione, costruzione e gestione dell’infrastruttura di trasporto ferroviario lungo la linea Roma-Ostia. Con questa decisione, conclude l’Antitrust, la Regione di fatto “ha determinato il mancato sfruttamento di un’opportunità competitiva volta proprio a intervenire in maniera migliorativa sulla più importante (e allo stato maggiormente carente) delle tre linee lungo cui sono offerti i servizi oggetto del procedimento dell’Autorità”.