Asterix e Obelix sono due personaggi talmente popolari che il secondo, il simpatico “ciccione”, in Francia ha anche prestato il nome ad una sindrome scientificamente provata: ne soffrono le persone che dichiarano di pesare alcuni chilogrammi in meno rispetto al loro peso reale. Questo per far capire l’impatto che i due “gaulois” (Galli) hanno avuto nell’immaginario popolare. Ieri, all’età di 92 anni, si è spento il loro co-creatore: Albert Uderzo, leggendario fumettista di origine italiana (il vero nome è Alberto Aleandro Uderzo), aveva proseguito la fortunata serie nonostante la prematura morte del collega e socio René Goscinny, nel 1977, nei giorni in cui si festeggiava il diciottesimo anniversario del fumetto pubblicato per la prima volta il 29 ottobre 1959.
La sindrome di Obelix deriva da una delle più famose battute del sodale di Asterix: “Gros, moi? Non… juste un peu enveloppé, c’est tout’’ (Grasso io? No. Sono solo un po’ cresciutello). Ma non mancano anche quelle di Asterix, che a differenza dell’altro è il protagonista che dà il nome alla serie (nell’originale francese Astérix o Astérix le Gaulois) ed ha come caratteristica principale, anziché la goffaggine, l’astuzia. Il filo conduttore del fumetto ideato e prodotto da Uderzo e Goscinny è infatti quello di una ipotetica “rivincita” dei Galli al cospetto degli invasori Romani: nella serie i ruoli si invertono ed è l’Impero a soccombere e ad essere più volte ridicolizzato proprio dalle trovate dell’esilarante coppia di guerrieri.
Non a caso il fumetto, tradotto in oltre un centinaio di Paesi e che ha venduto oltre 200 milioni di copie nelle varie edizioni, è stato pubblicato pochi mesi dopo l’elezione di Charles de Gaulle a Presidente della Repubblica, in una fase di forte patriottismo in Francia, con il Paese che voleva lasciarsi alle spalle l’umiliazione dell’invasione nazista. La tenace opposizione del villaggio gallico all’invasore romano poteva infatti facilmente ricordare la resistenza di una parte dei francesi all’occupazione tedesca.
Dal fumetto il brand Asterix si è poi allargato nel tempo ad altri prodotti: la serie che Uderzo ha curato per oltre mezzo secolo (fino al 2011, ma ha supervisionato anche le stagioni successive) ha avuto trasposizioni cinematografiche con una lunga serie di lungometraggi a cartoni animati e quattro film live action, e ha ispirato un vasto merchandising. Nel 1989 è stato anche inaugurato a Plailly, vicino a Parigi, un parco divertimenti dedicato ai personaggi, il Parc Astérix, che è tra i più visitati appena dopo il più rinomato Euro Disney.
Tornando a Uderzo, la famiglia ha subito precisato che si è trattato di un arresto cardiaco e la sua morte non ha alcun legame col coronavirus. Sin dall’infanzia il disegnatore di origine italiana manifestò un enorme talento: a sette anni è già un lettore di fumetti e inizia a disegnare proprie storie anche se presto scopre di essere daltonico. Un deficit visivo che lo ostacolerà nel dipingere, ma non nel disegnare. A 13 anni viene assunto dalla Société Parisienne d’Édition in qualità di letterista, ritoccatore di fotografie e correttore di bozze.
Dopo aver creato il suo primo fumetto “Flamberge Gentilhomme Gascon”, inventa il soldato con una sola gamba “Clopinard” ma la svolta è l’incontro con Goscinny, un giovane autore francese appena arrivato dagli Usa. Tra i due nasce una grande amicizia, e dopo la creazione di diversi personaggi, nel 1959 fondano un giornale per ragazzi, Pilote, nel quale debutta la serie Asterix che dà loro le maggiori fortune.