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Aste Btp: i tassi volano, ma la Borsa tiene

FIRSTonline

Nel collocamento di stamane il Tesoro ha venduto tutti i quattro miliardi di offerta massima sul nuovo Btp decennale, ma il tasso pagato agli investitori è salito al 4,83% dal 4,17% di gennaio (+65 punti base), raggiungendo i massimi da ottobre. Il rapporto fra la domanda degli investitori e l’offerta è arrivato a 1,65. Collocati anche tutti i 2,5 miliardi di offerta massima sul Btp quinquennale. Il tasso pagato agli investitori è salito in questo caso al 3,59%, dal 2,94% di gennaio, raggiungendo ancora una volta i massimi da ottobre. 

Sul mercato secondario, il decennale è scambiato a un rendimento del 4,89%, con uno spread rispetto al Bund tedesco di 344 punti base, uno in più di ieri sera.  

Piazza Affari ha registrato il risultato con sollievo: gli operatori, evidentemente, temevano il peggio. L’indice Ftse Mib, già sotto dello 0,5%, è risalito a +0,12%, a quota 15563. Hanno frenato il rialzo anche le altre Borse europee: Londra +0,16%, Parigi +0,33%, Francoforte +0,07%. 

CALA LA FIDUCIA DEGLI INVESTITORI

Ma non c’è solo l’asta dei Btp a condizionare i listini: a febbraio l’indice composito del clima di fiducia delle imprese italiane è tornato a diminuire, scendendo a 77,4 punti dagli 80,0 di gennaio. Lo rileva l’Istat, aggiungendo che il ribasso è determinato dai cali registrati nelle aziende dei servizi di mercato e del commercio al dettaglio. 

MOODY’S MINACCIA IL DOWNGRADE

Il risultato delle elezioni politiche in Italia, che ha disegnato un quadro d’incertezza sul governo del Paese, mette il rating sul debito italiano a rischio in ottica di un downgrade da parte di Moody’s. Secondo l’agenzia, la situazione di incertezza in Italia, terza economia europea e primo mercato obbligazionario, può contagiare altre economie deboli dell’area quali Spagna e Portogallo “potenzialmente riaccendendo la crisi del debito dell’area euro”.

LE BANCHE TORNANO A COMPRARE TITOLI DI STATO IN MASSA

Le banche italiane, come quelle spagnole, sono tornate a fare acquisti consistenti di titoli di Stato a febbraio, dopo essersi alleggerite di bond governativi in gran parte dei tre mesi precedenti realizzando plusvalenze. E’ quanto emerge dalle statistiche pubblicate oggi dalla Banca centrale europea: gli acquisti netti dei titoli di Stato a gennaio sono stati pari a 18,5 miliardi di euro per gli istituti italiani (vendite nette per 13,4 miliardi a dicembre) e a 5,3 miliardi per le spagnole (vendite per 4,1 miliardi a dicembre).

I PRINCIPALI TITOLI A PIAZZA AFFARI

Timido tentativo di recupero delle banche: Unicredit +0,05%, Intesa +0,24%%, Ubi +0,12% Banco Popolare -0,63%. Tracolla invece Mediobanca, -4,42%, che ieri ha annunciato risultati semestrali inferiori alle attese, e MontePaschi, -3,24%. Generali +1,17%, Mediolanum +1,21%, Unipol -3,4%. Fra i titoli industriali, Fiat segna un calo dello 0,5%, Finmeccanica +0,59T%, StM +0,85%

Corre Ti Media in Piazza Affari, dove il titolo guadagna il 3,71%, nel giorno in cui si riunisce il Cda per fare il punto sulla cessione de La7 a Cairo Communication (+1,81% a 2,69 euro). Telecom Italia -0,91%. Enel – 0,89% dopo i risultati 2012 della controllata spagnola Endesa, leggermente inferiori alle attese, e l’uscita dalla lista dei titoli preferiti di Citigroup. 

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Categories: Finanza e Mercati