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Asta spagnola a rischio con rendimenti oltre il 7% mentre i tassi francesi scendono ai minimi (0,8%)

ASTA SPAGNOLA A RISCHIO: I BONOS OLTRE IL 7%. BORSE AVANTI SENZA PAURA. PIANGE TELECOM

La Borsa di Milano. peggiorata dopo l’asta dei bono spagnoli e dei governativi francesi, migliora sulla scia degli altri listini: l’indice Ftse/Mib sale dello 0,46% a quota 13.655, meno del Cac parigino +0,71, mentre il Dax di Francoforte corre +1,3%. Ancora una volta, come capita negli ultimi giorni, i mercati hanno superato senza grossi problemi uno scoglio negativo. Anche Madrid +0,9%, infatti, è in rialzo nonostante l’esito tutt’altro che esaltante dell’asta.

E’ volato infatti oltre la soglia critica del 7% il rendimento dei titoli spagnoli a 10 anni sul mercato secondario, dopo l’asta del Tesoro iberico. Il tasso sul bonos decennale sale al 7,02%. L’ultima volta in cui il decennale spagnolo ha superato tale soglia è stato lo scorso 10 luglio.

“Nelle casse pubbliche non ci sono soldi per pagare i servizi”: lo ha affermato il ministro spagnolo del Bilancio, Cristobal Montoro, nel suo intervento di questa mattina in Parlamento. Per il politico, la Spagna sta vivendo una nuova recessione dopo il 2009 e deve affrontare le difficoltà con un debito che “ci sta schiacciando e condizionando”. In ogni caso, il ministro ha difeso il piano di austerità proposto dal suo governo, sostenendo che la Spagna deve uscire dalla crisi all’interno dell’Unione europea e dell’euro.

Gli investitori snobbano la carta spagnola ed accorrono per accaparrarsi quella francese. Parigi ha comunicato stamattina di aver collocato 4,5 miliardi di euro di titoli a cinque anni con rendimento allo 0,86% da 1,43%, è il minino dal 1999.

Sul secondario, il rendimento del titolo di stato spagnolo a 10 anni sale di 3 punti base al 6,91%, lo spread Spagna Germania tocca livelli record a 570 punti base. Lo spread Italia Germania è 478 punti base. Il rendoimento dei decennali italiani è pari al 5,99%. L’euro si indebolisce nei confronti del dollaro a 1,227.

Piange il telefono in Piazza Affari. Telecom Italia arretra del 4,84% dopo che il regolatore brasiliano della telefonia ha ordinato a Tim Brasile lo stop alla vendita dei servizi di telefonia mobile in 19 stati del Paese. La società ha tempo trenta giorni per presentare un piano di investimenti in grado di migliorare il servizio erogato. A differenza di Claro, un altro gestore, non è stata però sanzionata nella regione di Sao Paolo, la più ricca e industrializzata. Gli analisti non sono ancora in grado di quantificare l’impatto della decisione sui conti dell’azienda. Tim Brasil, però, è il motore che sostiene la crescita dell’intero gruppo insieme alla controllata argentina, Telecom Argentina.

Gli investitori snobbano la carta spagnola ed accorrono per accaparrarsi quella francese. Parigi ha comunicato stamattina di aver collocato 4,5 miliardi di euro di titoli a cinque anni con rendimento allo 0,86% da 1,43%, è il minino dal 1999.

Le banche sono contrastate. Vola Banco Popolare +3,65% seguita da Ubi +2,25% all’indomani dell’annuncio di un nuovo piano di taglio costi in grado di produrre 115 milioni di euro di risparmi. Banca Popolare di Milano +1,74%,Unicredit +2,66%, Intesa Sanpaolo -1,1%. 

Generali perde l’1,7%. In forte ribasso Fondiaria Sai -16%. I diritti sono sospesi per eccesso di ribasso a 6,52 euro. Sospesa per eccesso di ribasso anche Premafin. E’ previsto oggi il closing per l’esecuzione dell’aumento di capitale di Premafin riservato a Unipol.

Si mettono in luce i titoli delle società industriali. Fiat  +2,11%, Fiat Industrial +2,15%. Stm sale del 1,04%, fa meglio Tenaris +1,47%. Buzzi guadagna l’1%.

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