A dispetto di S&P, l’asta di titoli di Stato francesi ha registrato una buona domanda e rendimenti in calo nella prima emissione dopo il taglio della tripla A di Sarkozy (tripla A confermata invece da Moody’s). L’Eliseo è riuscito a piazzare 8,5 miliardi di titoli su una forchetta di offerta tra i 7,4 e gli 8,7 miliardi. I 4,5 miliardi di bond a tre mesi pagano lo 0,165% rispetto al precedente 0,167%, i 2,2 miliardi di titoli a 6 mesi lo 0,281% dallo 0,286% e gli 1,85 miliardi a 12 mesi dello 0,406% dallo 0,454% dello scorso 9 gennaio.
Si è così ripetuta la stessa reazione dei T-bond Usa dopo il taglio di S&P: invece di aumentare, come supporrebbe la logica, i rendimenti dei titoli decennali Usa sono diminuiti e sono aumentati gli acquisti. E in Francia il calo dei rendimenti è avvenuto in un contesto ancora più complesso, in mancanza di una banca centrale come la Fed che funge da prestatore di ultima istanza. Il 29 gennaio Nicolas Sarkozy, che spingerebbe per un rinvio del vertice a tre con Merkel e Monti, spiegherà ai francesi le sue ricette per uscire dalla crisi economica intervenendo in diretta tv: dopo la perdita della tripla A sono molte le critiche che in patria sono piovute sull’Eliseo dove mancano meno di cento giorni dal voto presidenziale.
Ha reagito bene anche lo spread sui titoli decennali che scende a 126 punti base e la Borsa si riporta in positivo: l’indice Cac 40 sale dello 0,45%. D’altra parte, seppur deboli e in territorio negativo, oggi le Borse hanno retto allo tsunami di S&P a conferma della tesi di JPMorgan per cui, sulla base dei precedenti, in 9 casi su 10, la decisione di S&P’s, già incorporata dai mercati, non si traduce in un ribasso dei mercati, bensì in un modesto rimbalzo. Anche il Ftse Mib sale dello 0,5%, il Dax dello 0,86% e il Ftse 100 dello 0,27%. Rimane sotto i 500 in discesa a 483 punti lo spread tra il Btp e il bund, così come i Bonos spagnoli viaggiano in calo a 341 punti. La situazione sul debito europeo rimane però ancora di forte tensione: oggi lo spread dei titoli decennali portoghesi è arrivato al record di 1.213 punti base. Mentre in Grecia ci si prepara a un nuovo round di negoziazioni con i creditori privati in una settimana cruciale per evitare il default.