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Asta Btp, tassi al top. Borsa debole in attesa di Fitch

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Il Tesoro ha collocato 3,75 miliardi di Btp al 2023 a un rendimento del 2,44%, il massimo da fine 2013, e 2,25 miliardi di Btp al 2028 a un tasso del 3,25%, top da marzo 2014, un rialzo in parte giustificato dall’esordio di un nuovo benchmark. Poco mosso lo spread sul Bund attorno a 270 punti. La settimana di fuoco termina domani sera con la decisione di Fitch sul rating (prevista la conferma del giudizio Bbb, ma outlook da stabile a negativo. 

Dopo l’asta Piazza Affari ha ridotto le perdite allo 0,13%, attorno a 20.700 punti. In ribasso anche gli altri listini: Parigi -0,20%, Madrid -0,7% Londra -0,5%. Ma la Borsa peggiore è quella di Francoforte: -0,5%, già sotto di un punto percentuale frenata dalle difficoltà della Cina, a pochi giorni dai nuovi dazi di Trump sull’import di Pechino. L’indice di fiducia economica dell’Eurozona è sceso a 111,6 punti. 

La valuta unica passa di mano a 1,1697 dollari da 1,1706 della chiusura precedente. In frazionale calo la sterlina a 1,3024 che tuttavia mantiene la gran parte dei guadagni legati al rally di ieri innescato dalle dichiarazioni del commissario Ue alla Brexit Michel Barnier sulla possibilità di una partnership privilegiata tra Londra e Bruxelles dopo la Brexit. Stamane, peraltro, lo stesso Barnier ha sollecitato ad essere pronti ad un’uscita della Gran Bretagna dell’Unione senza un accordo.

Il Brent si è spinto fino a 77,20 dollari, sui massimi da metà luglio. Le riserve settimanali Usa sono scese di 2,57 milioni di barili, circa il doppio delle attese. Debole Tenaris:-2,56%. Gli Usa hanno annunciato un alleggerimento dei dazi sulle importazioni di prodotti in acciaio e alluminio da alcuni paesi, tra cui la Corea del Sud. Sul titolo pesa soprattutto la crisi del peso argentino. Eni arretra dello 0,8%. Saipem +1,3%.  

In piazza Affari continuano ad arrancare le banche: il paniere italiano scende dello 0,5% circa. A zavorrare il listino, oltre allo spread, il report di Moody’s da cui emerge che gli istituti dovranno ripagare 250 miliardi di prestiti Tltro alla Bce tra giugno 2020 e marzo 2021 e questo comporterà un aumento dei costi di rifinanziamento e peserà sulla loro già bassa redditività. Unicredit -0,5%, Intesa Sanpaolo -0,3%. Deboli anche le ex Popolari.

Male anche le assicurazioni. Generali -0,2%, avrebbe intavolato colloqui per l’acquisto dell’asset manager francese Sycomore, società che ha in gestione masse per 8 miliardi di euro. Il deal valuterebbe il gruppo francese oltre 200 milioni. In corsa per Sycomore ci sarebbero altri potenziali compratori, tra cui Eurazeo.  Giù anche il risparmio gestito.

Nell’automotive soffre Cnh Industrial -0,71%, Si difendono gli altri titoli: Fiat Chrysler +1,6%, Brembo +0,9%. Eccitata ieri dall’annuncio dell’ipo di Aston Martin, continua a correre Ferrari +0.8%. Discorso a parte per Sogefi +4%, euforica sull’annuncio della chiusura di un contenzioso con due clienti.  

Molto pesante Astaldi – 6,73%, a 1,5110 euro, dopo aver toccato un minimo di 1,5010 euro, punto più basso dal gennaio 2003 su scambi intensi: sono passati di mano circa 600.000 pezzi, contro una media dell’intera seduta di 360.000 negli ultimi trenta giorni. La settimana prossima le banche dovranno deliberare sule nuove garanzie in attesa che si sciolga il nodo turco.

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Categories: Finanza e Mercati