Condividi

Asta Btp: rendimenti in cielo (7,56%)

Sul triennale i tassi d’interesse sono saliti di 2,96 punti percentuali al 7,89% – I riflettori restano accesi sull’Ecofin che deve dare fiato alle speranze di un accordo europeo modello Schengen (con adesioni singole di ogni Paese) e a un più rigido e centralizzato controllo sui bilanci pubblici.

Asta Btp: rendimenti in cielo (7,56%)

Vola il rendimento del nuovo Btp triennale novembre 2013 con cedola 6%. Il titolo è stato venduto in asta a un rendimento del 7,89%, massimo dal 1997. Aumento eccezionale anche per le altre emissioni offerte stamane: il Btp marzo 2022 è stato venduto per 2,5 miliardi, l’importo massimo che il Tesoro voleva collocare, a un rendimento del 7,56%. Il titolo al settembre 2020, collocato per 1,499 miliardi, ha raggiunto il 7,28%. A giudicare dall’andamento dei mercati, però, non era affatto scontato che l’intera offerta venisse assorbita dagli operatori.

Prima dell’asta, sul mercato dei titoli di Stato, ci sono state forti vendite sui Btp e il rendimento del decennale è salito al 7,32%, 13 punti base in più di ieri mentre lo spread con il Bund tedesco risaliva a 510 punti (da 493 di ieri sera). Al contrario, dopo l’esito dell’asta, Il premio di rendimento pagato dal Btp decennale sul mercato è sceso a 492 punti base. La Borsa ha reagito in maniera positiva: l’indice FtseMib sale dello 0,7%. In rialzo anche le altre Borse: Londra +0,3%, Parigi +0,7%, Francoforte +1,1%. L’euro è pressoché invariato a 1,331 contro il dollaro.

DOPO IL LUNEDI’ DI FUOCO, I MERCATI SPERANO  NELL’ECOFIN. 

Non è ancora chiaro cosa e come si farà. Ma qualcosa stavolta si farà. Presto e non in modica quantità. Ecco, in sintesi, le ragioni del rally che, dopo un fine settimana da paura, ha investito le Borse del pianeta ubriacate da un cocktail forte basato su tre ingredienti: possibile maxi prestito Fmi all’Italia; l’ottima partenza delle vendite natalizie in Usa, a conferma che la crisi, potenzialmente letale, sta solo in Eurolandia; la notizia che  Francia e Germania firmeranno fra breve un trattato bilaterale in cui vengono rafforzati i rispettivi impegni di finanza pubblica, con vincoli  in materia di deficit e debito secondo la formula Schengen: si parte da Berlino e Parigi per poi aggregare chi ci sta al carro che potrebbe portare in dono i sospirati  eurobond.

C’è molta carne al fuoco, insomma, in attesa dell’Ecofin di stamane che, ha anticipato il commissario Olli Rehn, si occuperà soprattutto dell’Italia. Ovvero delle misure che Mario Monti presenterà in anteprima ai Paesi membri della Ue.

BORSE TORO, BTP AL PALO. Il risultato è stato una serie di rialzi impressionanti sui listini azionari: a Milano l’indice FtseMib ha guadagnato il 4,6%, Parigi è volata in rialzo del 5,4%, Francoforte +4,6%. Londra ha chiuso in progresso del 2,8%. Forti rialzi anche in America: il Dow Jones  ha chiuso  del 2,43%, S&P +2,9%, Nasdaq + 3,28%. Di rilievo il balzo di Amazon +6,4%, dopo le vendite record di Kindle, quasi un simbolo dell’euforia del mercato dopo l’avvio strepitoso delle vendite di Natale.

Il boom si è trasmesso solo in parte al mercato del debito sovrano. il Btp decennale rimane terribilmente sotto pressione: il rendimento in chiusura è sceso solo di 4 punti base rispetto a venerdì scorso, al 7,19%. Lo spread con il Bund rimane altissimo a 493 punti. Ma, sul fronte del retail, non si può trascurare l’impatto psicologico del Btp day, con punte di sottoscrizione dei titoli di Stato doppie rispetto alla media (2,5 miliardi)  che ha confermato la solidità e la relativa fiducia del risparmio delle famiglie, la vera materia prima  su cui poggia il sistema Italia.

BTP ALLA PROVA DEL FUOCO. Ma il vero Btp day è in programma stamane alle 11, quando verranno offerti all’asta 8 miliardi di titoli. Il collocamento riguarda: Btp a tre anni, cedola al 6% (3,5 miliardi), Btp decennali (1,5 miliardi), il resto un Btp off shore con vita residua di nove anni. Le previsioni parlano di una domanda discreta, ma solo a tassi superiori al 7%.  L’asta precede di due giorni gli appuntamenti con il mercato di Francia e Spagna.  Sarà l’appuntamento chiave della seduta, da cui dipenderà in buona parte la continuazione del rally o una nuova, improvvisa e forse altrettanto violenta inversione di rotta.  I futurs sullo S&P in Asia, poco mossi,  riflettono l’incertezza degli operatori dopo il balzo in avanti di ieri. Intanto i listini orienatli hanno messo a segno nuovi robusi rialzi: Nikkei 225 + 2,26%, Hang Seng di Hong Kong +1,79%.

SOS, ALLUVIONE D’ORO A LUGANO. A settembre sono emigrati verso la Svizzera 33 tonnellate d’oro (+157%)  provenienti dall’Italia. Questo secondo le statistiche ufficiali che tengono conto del ritorno di capitali scudati verso la base elvetica ma non del flusso clandestino dei privati a caccia di protezione dal fisco e dalla tenuta crisi dell’euro. E’ l’altra faccia della medaglia del Btp day. 

OCSE: ITALIA IN RECESSIONE NEL 2012
LA CRESCITA MONDIALE FRENA ALL’1,6%

Pier Carlo Padoan, capo economista dell’Ocse, non usa mezzi termini: “Al contrario di un anno fa, l’economia mondiale non mostra segni di miglioramento”. Tra le prime vittime l’Italia: nel 2012 l’Italia sarà in recessione (-0,5% ) mentre nel 2013 la crescita resterà debole (+o,5%). “ La fiducia è caduta rapidamente, sale al contrario lo scetticismo sull’effettiva capacità dei leader europei ad affrontare la crisi”. L’Ocse ha così tagliato la previsione di crescita del Pil per i 34 Paesi membri all’1,9 per l’anno in corso e  all’1,6% per il 2012. Solo sei mesi fa, a maggio, la previsione era di +2,3% per il 2011 e di + 2,8% per l’anno venturo. In particolare, Padoan prevede una crescita striminzita dello 0,2% per il prossimo anno. Nell’ultimo trimestre del 2011 ci sarà una recessione in Europa dell’1%, mentre nel primo trimestre l’aumento si limiterà allo 0,4%. 

FITCH: TRIPLA A PER GLI USA, OUTLOOK NEGATIVO
PRESTO ACQUISTI FED DI MUTUI PER 545 MILIARDI

Il dollaro e i T bond restano il benchmark della finanza mondiale, l’economia mostra una flessibilità e una capacità di tolleranza del debito unica nel panorama internazionale. Non solo. La crescita Usa dovrebbe prender velocità nella seconda parte del 2012  e proseguire nel 2013. Ma il debito federale ormai supera il 90% del pil ed alla fine del decennio il 20% delle entrate pubbliche finirà a finanziare gli interessi. Ecco, in sintesi, le motivazioni che hanno spinto Fitch a confermare la tripla A agli Stati Uniti ma ad abbassare la previsione da “stabile” a “negativa”. 

I dealers del mercato immobiliare Usa, riuniti a congresso ne sono sicuri: Ben Bernanke si accinge a lanciare un nuovo round di Quantitative Easing. Stavolta la Federal Reserve acquisterà, come già fece nel 2008, bond legati ai mortgages che incombono sul mercato immobiliare. L’operazione ammonterà a 545 miliardi di dollari, grosso modo un quarto del paracadute che ha impedito il collasso del mercato nel 2008/09.   

BANCHE AL GALOPPO IN TUTTA EUROPA. UNICREDIT +8,1%
MPS, LA FONDAZIONE RISCHIA DI PERDERE LA MAGGIORANZA

In Europa l’indice Stoxx del settore auto è salito del 6,7%, banche +6,3%, assicurazioni +5,6%.

Fra i titoli finanziari, sono volate le assicurazioni: in Francia Axa +13%, in Germania Allianz  +7,3%, a Milano Generali  +3,2%.

In volo le banche guidata da BnpParibas  +10%. UniCredit è salita dell’8,1%, Intesa  +7%, MontePaschi  +2,2%.

A Siena, intanto, la Fondazione Mps fa i conti con i debiti accumulati per mantenere il controllo assoluto della banca. L’ente, in particolare, accusa una minusvalenza di 365 milioni su prestito “fresh” (perpetuo) per 490 milioni  contratto con Mediobanca e Ubs e sta per rinegoziare le condizioni del rimborso della linea di credito di 600 milioni (ridotto a 524) aperta per il finanziamento dell’aumento di capitale. Tra le ipotesi prende consistenza quella del patto a tre con il gruppo Caltagirone e con il partner di bancassurance Axa. In questo caso la Fondazione scenderebbe al 33%. Axa controlla il 5% di Bnp Paribas (che a sua volta  detiene il 5% della compagnia) proprietaria al 100% di Bnl.

Al galoppo tutti i titoli del settore auto: Fiat  +7,1%, Exor  +7,5%, Fiat Industrial  +5,3%, Pirelli  +5%.

Brillante StM  +6,4% dopo l’inatteso ricambio dei vertici della joint venture con Ericsson, Didier Lamouche, attuale Coo di StM, diventerà anche presidente e Ceo di ST-Ericsson.
Saipem  +6% ha beneficiato dell’annuncio di nuovi contratti onshore, in Medio Oriente e Africa, per un valore di circa 1 miliardo di euro. La commessa ad Abu Dhabi coinvolge anche Maire Tecnimont  +17,2%.
Tra i petroliferi, bene senza entusiasmo Eni +3,7%; decisamente meglio Tenaris +5,5% e, fuori dal paniere principale, Saras  +9,8%.

In controtendenza Finmeccanica  -2,6%. Citigroup ha rivisto il target a 2,6 da 4 euro, confermando sell, dopo una significativa revisione al ribasso delle stime di utile. Intanto, in attesa della resa dei conti di giovedì in cda tra Guarguaglini, che non intende dare le dimissioni se non su invito di Mario Monti (“non lo chiamo, una persona perbene si sarebbe già dimessa per conto suo” sarebbe stato il commento del premier) arrivano notizie preoccupanti dalle Hawaii: la commessa di 574 milioni per Ansaldo Sts e Ansaldo Breda aggiudicata a marzo è stata sospesa. Le autorità di Honolulu vogliono chiarimenti sulle indagini per corruzione e tangenti italiane. 

Commenta