Buona domanda e rendimenti ai massimi storici per l’ultima asta di titoli di Stato. L’asta – comunica la Banca d’Italia – ha interessato Btp a 5 anni con un importo offerto di 3 miliardi e una richiesta di 4,251 miliardi. Il rendimento annuo lordo è salito al 6,47%, dal 6,3% dell’ultima asta, raggiungendo il massimo storico dall’ingresso nell’euro.
Piazza Affari inizia stamani la sua corsa all’insegna dell’incertezza, in ribasso dello 0,3%.
LA FED: NIENTE STIMOLI, DELUSIONE A WALL STREET. PROVA DEL FUOCO PER I BTP. CAPITALI IN ROTTA SU LONDRA
Ma che altalena di emozioni per chi investe in questa Borsa febbricitante: l’indice FtseMib ha oscillato ieri per tutta la seduta fra un rialzo massimo dell’1,4% e un ribasso massimo dell’1,2% sull’onda di notizie, indiscrezioni, sortite di politici e diplomatici. Un trionfo di spiegazioni al condizionale per giustificare perdite all’indicativo.
METEOBORSA: PORTARE L’OMBRELLO. La seduta odierna potrebbe seguire il copione di ieri: partenza cauta, riflessiva in attesa dell’esito dell’asta dei Btp. L’andamento dei titoli di Stato italiani è destinato ad influenzare la seconda parte della mattinata. Poi entreranno in gioco altri fattori sullo scacchiere europeo. E non solo.
PROVA DEL FUOCO PER I BTP. Grande attesa per l’eisito dell’asta: saranno offerti 3 miliardi di titoli a cinque anni. In contemporanea si terrà l’asta tedesca (importo 5 miliardi). Ancora sofferenza per i Btp italiani, con il rendimento salito di 12 punti base al 6,62%. Lo spread con il Bund si è allargato a 465 punti base. Un brutto segnale in vista dell’asta di stamane sui quinquennale. A favorire l’ottimismo c’è l’esito positivo del test spagnolo. Ma, d’altro canto, si sono diffuse indiscrezioni secondo le quali Angela Merkel avrebbe respinto la richiesta di aumentare la dotazione dell’Esm, il nascituro fondo permanente europeo che nel 2013 prenderà il posto dell’attuale e precario fondo salva-Stati Efsf. Secondo gli attuali accordi il fondo avrà una potenza di fuoco di 500 miliardi di euro.
AIUTO MI SI ALLARGA LO SPREAD. Il Ministero dell’Economia ha informato gli operatori che è previsto per domani un significativo allargamento del differenziale dello spread Bto/Bund. La motivazione, esclusivamente tecnica, è da ricondurre ad un aggiornamento dei sistemi informativi di una delle principali piattaforme elettroniche che da domani adotterà per il calcolo dello Spread il Btp scadenza marzo 2022 meno liquido, al momento, del precedente benchmark scadenza settembre 2021.
L’INCOGNITA OPEC SUL GREGGIO. Mai il ventaglio delle scommesse sul greggio è stato così ampio. Una fetta consistente di operatori scommette per un crollo dei prezzi a 50 dollari al barile nel 2012, complice la recessione. Un partito non meno consistente punta sul boom a 150 dollari, sull’onda delle tensioni in Medio Oriente (Iran in testa) . In questa cornice si tiene oggi a Vienna un vertice Opec all’insegna dell’incertezza. Ieri l’Agenzia internazionale dell’Energia ha messo il cartello in guardia contro il rischio di un taglio delle forniture. Ieri si è poi diffusa la voce, poi smentita della chiusura da parte dell’Iran dello Stretto di Hormuz, punto di passaggio di importanza strategica fra il Golfo Persico e l’Oceano Indiano da cui transita il 18% circa del greggio consumato in tutto il mondo.
FED: TASSI FERMI FINO AL 2013, BORSE GIU’. L’economia americana cresce seppur ad un “ritmo moderato”. Perciò non è saggio procedere, per il momento, a nuovi stimoli. L’ultima riunione del 2011 del Fomc, il comitato esecutivo della Fed si è chiusa senza sorprese. Nove consiglieri su dieci hanno votato per mantenere i tassi di interesse sui livelli della vigilia, allo 0,25%. Solo Charles Evans, presidente della Fed dell’Illinois, ha votato contro insistendo, come fa da mesi, che la Fed dovrebbe fare di più per spingere gli Usa sulla strada della ripresa. Wall Street. Che vede allontanarsi il sospirato QE3, ha reagito con un deciso ribasso: il Dow Jones è sotto dello 0,55%, lo Standard & Poor’s 500 segna -0,8%, il Nasdaq -1,26%. Intanto i Tbond decennali Usa scivolano al 2,03%: l’approdo sicuro di stagione è il dollaro. In ribasso anche i listini asiatici: Nikkei 225 – 0,59%, Hong Kong -0,31
EURO CALANTE, LONDRA VOLANTE. Alla fine l’indice Ftse/Mib ha chiuso in calo dello 0,3% a 14.85. Chiusura negativa anche per le altre Borse europee: Parigi -0,3%, Francoforte -0,2%, Madrid -0,9%. Fa eccezione Londra che è andata per conto suo salendo dell’1%, mentre la sterlina, al contrario dell’euro (1,3088, il minimo da gennaio) è salito sul dollaro: ormai, sembra. Unione europea e Gran Bretagna hanno imboccato due strade destinate ad allontanarsi sempre di più. Il risultato è che i Gilt della Regina a dieci anni hanno toccato ieri il minimo storico al 2,07%, 4 bp sotto il Bund decennale.
FONDIARIA ANCORA NEL MIRINO. CADE UNICREDIT
FINMECCANICA ATTENDE OSSIGENO DAL GIAPPONE
Al centro delle attenzioni di Piazza Affari continua ad esserci Fondiaria-Sai (-5,3%), precipitata dopo vari tentativi di rimbalzo. Le sorti della compagnia saranno decise il prossimo 21 dicembre dal cda che esaminerà il lavoro di Goldman Sachs incaricaya di studiare possibili azioni per un rafforzamento del patrimonio, compreso un eventuale aumento di capitale. Premafin ha convocato per oggi un cda per valutare il mandato a Banca Leonardo quale advisor. L’incarico e’ legato alle scelte che la holding e’ chiamata a fare in relazione alla controllata Fonsai, alle prese con la necessita’ di un rafforzamento patrimoniale. Banca Leonardo assiste gia’ i Ligresti nella ristrutturazione del debito di Sinergia e Imco.
Generali ha perso l’1,1%. L’agenzia di rating Fitch ha declassato i rating sulla solidita’ finanziaria del Leone a AA- ad A-. Banche per lo più in perdita. Ma non tutte. Unicredit è scesa del 3,7%, MontePaschi -3,3%, Ubi -2,7%. Al contrario positive Banco Popolare +2% e Intesa +0,3%. La banca di Ca’ de Sass ha chiuso ieri il contenzioso con l’Agenzia delle Entrate con 270 milioni.
Fa bene a Fiat (+0,2%) e Fiat Industrial (+1,2%) la sigla, pur scontata del contratto dell’auto. Netto calo per Finmeccanica -2,8%. A giorni dovrebbe arrivare la decisione del governo giapponese circa l’ordine da 100 Jet. Nella lista dei papabili fornitori erano rimasti l’Eurofighther, l’F18 e l’F35. Secondo quanto riportato da un giornale locale, smentito dal ministero della difesa, l’ordine sarebbe stato assegnato all’F35 anche se più caro e senza produzione locale. La commessa potrebbe valere attorno ai 2 miliardi di dollari.
Secondo il Financial Times, BG ed Eni avrebbero raggiunto un accordo con il Kazakistan, che prevede l’acquisto del 10% del maxi-giacimento di Karachaganak da parte della compagnia di stato kazaka, KMG per 1 miliardo di dollari. Per contro, lo stato kazako si impegnerebbe a ritirare tutti i reclami fiscali.
Recupero di Diasorin (+4%) dopo tre giorni di forte ribasso.