Avviare un dibattito costruttivo e sulla promozione di strumenti comuni per affrontare il tema del capitale di rischio. Questo è stato il tema che ha animato l’evento “Capitale di Rischio: oltre il sentito dire“, promosso da Assolombarda. L’obiettivo è stato creare un confronto tra imprese e settore finanziario per sviluppare una visione contemporanea sull’importanza dell’apertura del capitale come risorsa per potenziare le strategie e la competitività aziendale.
All’incontro hanno partecipato il presidente Alessandro Spada, il vicepresidente Paolo Gerardini, Guido Maria Brera (chief investment officer Kairos), Pierpaolo Benigno (professore di Economia Politica dell’Università Luiss), Marcello Messori (professore Schuman Centre), Alessandra Atripaldi (deputy head of Unit DG FISMA, European Commission), Barbara Lunghi (head of primary markets di Borsa Italiana, Euronext Group), e Andrea Crovetto (ceo Azimut Direct).
Position paper sul capitale di rischio
Nel corso dell’evento, Assolombarda ha anche presentato un position paper sul capitale di rischio. Il documento, curato da Messori e Benigno con la collaborazione di rappresentanti del mondo delle imprese e della finanza, contiene raccomandazioni mirate a migliorare l’efficacia dei risultati ottenibili quando economia reale e finanziaria collaborano insieme.
Il rapporto è il risultato di un processo collaborativo e si rivolge a imprese, stakeholder finanziari, istituzioni e associazioni imprenditoriali. Riflette l’impegno di Assolombarda nel sostenere sia grandi che piccole e medie imprese, fornendo loro l’assistenza finanziaria necessaria per il loro sviluppo, specialmente in vista delle opportunità offerte dalla transizione ecologica e dalla comunità imprenditoriale.
Private equity ancora limitato
Solo un piccolo numero di imprese ha adottato il private equity. Dai dati AIFI presentati nel Convegno Annuale 2023 e dal Rapporto Regionale PMI 2023 di Confindustria emerge che solo circa l’1,3% delle PMI italiane, pari a 2.000 imprese, ha optato per questa opzione finanziaria.
“Come industriali del territorio più performante e competitivo d’Italia, sentiamo la responsabilità di fornire un contributo in termini di visione e di azione sulle opportunità più significative che riguardano le imprese – ha dichiarato il presidente di Assolombarda, Alessandro Spada -. Il nostro impegno nasce dalla consapevolezza che, se non esistono contrapposizioni tra economia reale ed economia finanziaria, il nostro tessuto produttivo ne può solo beneficiare. Ma questo contributo non può prescindere da una cornice europea di riferimento: mi riferisco all’adozione di una politica industriale concreta e intelligente a livello continentale e italiano, necessaria per favorire la crescita. Una strategia, priva di provvedimenti fortemente ideologici e penalizzanti per le imprese, capace di far fronte all’assoluta mancanza di strumenti finanziari comuni necessari per affrontare i costi esorbitanti delle transizioni, anche in risposta ai maxipiani d’investimento promossi da Stati Uniti e Cina per tutelare le loro industrie”.
“Si tratta di un tema di estrema importanza per il tessuto produttivo italiano – ha aggiunto il vicepresidente con delega al Credito e alla Finanza, Paolo Gerardini -. Dalle grandi aziende alle piccole, il nostro Paese dispone, d’altra parte, di una grande tradizione imprenditoriale riconosciuta a livello internazionale: una peculiarità che va preservata per incrementare la loro capacità di competere sui mercati globali. La carenza di risorse finanziarie può rappresentare, però, un vero e proprio ostacolo al suo sviluppo, che richiede l’impiego di professionisti qualificati, l’utilizzo di attrezzature necessarie e il ricorso alla tecnologia, la disponibilità di un flusso di cassa adeguato a far fronte alle spese operative. Con il paper presentato dall’Associazione spieghiamo in che modo questo importante strumento di carattere finanziario, il capitale di rischio, possa consentire alle imprese italiane, anche di piccole e medie dimensioni, di soddisfare le proprie ambizioni di crescita, innovazione, competitività e redditività”.