Di fronte alla decisione del consiglio d’amministrazione della Telecom di non nominare come nuovo consigliere, dopo le dimissioni dell’ormai ex presidente Franco Benabè, il candidato proposto dagli investitori istituzionali italiani ed esteri, forte è stat la reazione dei gestori dei fondi.
“In Telecom – ha dichiarato a Radiocor Marco Vicinanza, membro del Comitato di corporate governance di Assogestioni e coordinatore del Comitato dei gestori – si è aperta una nuova era. Noi gestori istituzionali terremo gli occhi aperti e presteremo massima attenzione a quello che succede, opereremo con i canali che ci sono consentiti come l’engagement (iniziative di azionariato attivo), faremo sentire la nostra voce tramite i consiglieri indipendenti, con l’obiettivo di migliorare la governance”.
I due comitati, in una lettera inviata a Bernabè la scorsa settimana a cui non era arrivata risposta, avevano proposto la nomina di Francesca Cornelli come sostituto di Elio Catania, carica poi assegnata ad Angelo Provasoli, presidente di Rcs.
“La cooptazione del consigliere era una prerogativa del cda, noi abbiamo solo chiesto che venisse preso in considerazione il nome di una persona che, secondo noi, avrebbe potuto rafforzare la tutela delle minoranze, in una fase così delicata per l’azienda. La nostra proposta considerava la situazione delicata in cui si trova Telecom dopo l’incremento della quota di Telefonica in Telco – in particolare alla luce del potenziale conflitto di interesse di Telefonica (competitor e azionista di Telecom)”, ha spiegato Vicinanza.
Riguardo alla possibilità dei fondi di raggiungere una quota di partecipazione più alta alle assemblee, Vicinanza ha poi ricordato: “Telecom ha un azionariato diffuso, grazie ai nostri sforzi riusciamo a raggiungere una quota significativa in assemblea ma non tale da ottenere una maggioranza schiacciante”.
Telecom, intanto, a pochi minuti prima dalla chiusura di Piazza Affari, perde in Borsa lo 0,63% con un valore per azione pari a 0,63.