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Assicurazioni verso modello 4.0: la sfida dei Big data

Le Compagnie assicurative iniziano a usare sempre di più i Big data per capire i reali bisogni dei clienti, interpretare l’evoluzione del rischio e trovare le coperture di protezione più adatte. Si va verso un modello 3.0 che vede svilupparsi l’insurtech, gli oggetti connessi (connected insurance) nonché l’ingresso di player di nuova generazione. È quanto è emerso dall’Italian AXA Forum 2016, organizzato da AXA Italia e tenutosi oggi a Roma

L’InsurTech è un settore in grande crescita, che ha visto quasi 2 miliardi di dollari investiti nei primi 9 mesi del 2016, e già nel 2015 gli investimenti erano stati più che triplicati a livello mondiale, passando da 0,8 nel 2014 a 2,6 miliardi.

“L’innovazione deve portare a un modello di business nuovo per le assicurazioni – ha detto Bianca Maria Farina, presidente dell’Ania –. I clienti non chiedono più solo il rimborso dei danni, ma anche soluzioni che vadano verso la prevenzione, ad esempio i rivelatori di fumo o di allagamento nelle case. Grazie a questa prevenzione i clienti diventano anche più consapevoli, gli incidenti diminuiscono, i costi delle polizze calano e la platea assicurabile si amplia. La tecnologia innesca perciò un percorso virtuoso”.

L’Osservatorio Connected Insurance – promosso da Ania e Bain – ha fotografato come l’Italia giochi un ruolo da protagonista nella connected insurance, con il 50% del mercato delle scatole nere e degli apparecchi connessi negli autoveicoli a livello mondiale.

Ma le sfide non sono finite. In un futuro prossimo si arriverà a un modello 4.0, perché aumenteranno i nuovi rischi delle tracce digitali che quotidianamente individui e imprese lasciano nel mondo virtuale: dalla privacy ai rischi del cloud computing o del cybecrime. Si stanno aprendo riflessioni su come fronteggiare i rischi derivanti dalle automobili a guida autonoma, dei robot domestici che avremo a casa e dei droni in volo.

“I big data sono un oceano di opportunità per le assicurazioni – ha detto Salvatore Rossi, direttore generale della Banca d’Italia – perché consentono di profilare meglio le offerte per i clienti. Noi come regolatore cerchiamo di regolare questa transizione verso il mondo nuovo senza ostacolarlo. Non possiamo essere noi che erigiamo barriere, in Ivass cerchiamo di adeguare i regolamenti, nel rispetto di regole europee e leggi nazionali, al tempo che passa, alla modernità. La transazione è rapida e complessa, il mestiere del regolatore sta in mezzo e noi cerchiamo di farlo al meglio”.

Nei prossimi 10 anni la smart home potrebbe contribuire a una diminuzione degli incidenti domestici del 43% (dati McKinsey) e entro il 2040 grazie alle auto intelligenti ci potrebbe essere l’80% di riduzione di quelli automobilistici (fonte: Kpmg).

Si passerà da un ruolo tradizionale di prevenzione, in cui si informano semplicemente le persone sui rischi che corrono, ad un vero e proprio modello di “life style coach” che indirizza abitudini e comportamenti verso stili di vita più sani e consapevoli. Un modello che non si limita alla sola gestione del rischio, ma ha l’obiettivo di ridurlo a monte.

Secondo Antimo Perretta, amministratore delegato di AXA Italia, “i big data e la tecnologia stanno reinventando il mestiere della protezione e le assicurazioni si trovano ora di fronte alla nuova sfida di diventare partner dell’ecosistema sociale, offrendo servizi ad alto valore aggiunto alla nostra clientela, resi possibili dall’evoluzione tecnologica. Gli smart data sono fondamentali per delineare un’offerta assicurativa che risponda alle esigenze evolute dei clienti, premiando i comportamenti virtuosi e aiutando persone e imprese a ridurre i rischi ancor prima che questi si presentino”.

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