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Assicurazioni, record nel 2023: 6 miliardi di danni da catastrofi. Signorini: “Basta modificare unilateralmente condizioni polizze”

Imagoeconomica

Durante l’assemblea annuale dell’Ania (Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici), che ha celebrato quest’anno il suo 80º anniversario a Roma, è emerso che gli italiani sono ancora poco protetti dal punto di vista assicurativo contro le calamità naturali. Solo il 6% delle 35,3 milioni di abitazioni e il 5% delle imprese ha una copertura contro questi eventi, nonostante l’80% sia a rischio medio-alto di terremoti e dissesti idrogeologici. Per le aziende, poi, con copertura assicurativa, vi sono notevoli differenze a seconda delle dimensioni: il 4% delle microimprese, il 19% delle piccole, il 72% delle medie e il 97% delle grandi aziende sono assicurate contro le catastrofi.

In Italia, nel 2023, si sono registrati oltre 6 miliardi di euro di danni a beni assicurati, con 5,5 miliardi causati da eventi atmosferici e 800 milioni dalle alluvioni in Emilia-Romagna e Toscana, segnando un massimo storico. Dati che si allineano con quelli di Federcarrozzieri che ha recentemente evidenziato che i danni alle auto causati dal maltempo sono raddoppiati negli ultimi 10 anni.

“Nel 2023, l’industria assicurativa nel mondo ha pagato quasi 100 miliardi di euro per sinistri legati a catastrofi naturali. In Italia si è registrato il massimo storico dei danni assicurati: oltre 6 miliardi“, ha detto Farina, evidenziando che “il cambiamento climatico è una sfida cruciale. Assistiamo a catastrofi naturali sempre più estreme, frequenti e distruttive, che mettono a rischio un numero crescente di persone e beni” ha dichiarato Maria Bianca Farina, presidente dell’Ania.

Farina ha annunciato che “a breve sarà emanato il decreto interministeriale per il passaggio alla fase attuativa della norma per introdurre per tutte le imprese l’obbligo di copertura contro i danni catastrofali”. Il settore assicurativo sta lavorando sugli aspetti contrattuali e tecnici per fornire la migliore copertura alle imprese italiane, con la creazione di un pool di compagnie volontarie che, sfruttando il principio della mutualizzazione, ridurrà il costo delle coperture per le imprese e quello del capitale per le compagnie.

Ania stima che l’obbligo assicurativo contro le catastrofi naturali per le imprese, introdotto dalla legge di Bilancio 2023, proteggerà un patrimonio complessivo di 4.000 miliardi di euro, con una perdita annua attesa di due miliardi per il settore assicurativo. “Ogni 200 anni, questa perdita potrebbe schizzare a 15 miliardi, ma i modelli previsionali sono incerti a causa della crisi climatica in corso”, ha spiegato l’associazione, sottolineando che l’intervallo di tempo potrebbe essere molto più breve.

Signorini, Ivass: “Garantire il rispetto delle condizioni delle polizze”

Il presidente dell’Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni (Ivass), Luigi Federico Signorini, è intervenuto durante l’assemblea dell’Ania per affrontare questioni cruciali riguardanti la trasparenza e la correttezza nelle pratiche delle compagnie assicurative. Signorini ha criticato la pratica di modificare unilateralmente le condizioni delle polizze durante la vigenza del contratto o al momento del tacito rinnovo, sottolineando la necessità di garantire il rispetto del codice del consumo, della giurisprudenza e dei principi generali di buona fede.

“Abbiamo di recente rilevato – afferma Signorini – a seguito delle segnalazioni di associazioni rappresentative di agenti e broker, casi di inserimento nei contratti di clausole che attribuiscono alla compagnia la facoltà di modificare unilateralmente le condizioni durante la vigenza del contratto, ovvero al momento di un tacito rinnovo. Occorre garantire il rispetto – sulla base del codice del consumo, della giurisprudenza e di principi generali di buona fede – di alcune minime condizioni. Andranno quanto meno assicurati l’adesione espressa del cliente alla clausola, meccanismi compensativi o di uscita dal rapporto senza oneri e spese. È inoltre necessaria un’illustrazione chiara a ogni contraente delle modifiche proposte, da effettuare con un congruo preavviso, in modo da consentire alla clientela di compiere scelte pienamente informate”

Secondo Signorini, è essenziale che le compagnie assicurative garantiscano condizioni minime di correttezza nelle modifiche contrattuali, inclusi l’adesione espressa del cliente, meccanismi compensativi o di uscita senza oneri, e la presenza di un giustificato motivo per le modifiche. Ha evidenziato come alcune compagnie stiano già rivedendo le loro pratiche in seguito a queste richieste di maggiore trasparenza.

Signorini: “Sì all’IA ma rispettando diritti individuali”

Signorini ha poi aperto all’Intelligenza artificiale, in particolare il machine learning, nel settore assicurativo “prestando attenzione alla protezione dei diritti delle persone; guardandosi tra l’altro dal rischio di abusi in termini di riservatezza e ingiusta discriminazione”. Ma non solo, importante è anche l’importanza per gli operatori assicurativi di proteggersi efficacemente contro attacchi informatici e gravi malfunzionamenti, poiché questi possono avere conseguenze sistemiche: “Come altri attori chiave del sistema finanziario” spiega Signorini “gli operatori assicurativi devono attrezzarsi efficacemente contro il rischio di cadere vittima di attacchi informatici, o anche solo di malfunzionamenti gravi, che potrebbero avere ripercussioni sistemiche. Non è più’ solo una necessità etica o una responsabilità sociale o una norma di buona gestione: sta per diventare, come è noto, un insieme di obblighi legali”

Il presidente dell’Ivass ha inoltre evidenziato l’impatto significativo dell’Artificial Intelligence Act (AI Act) sul settore assicurativo. I sistemi di intelligenza artificiale ad “alto rischio” saranno soggetti a controlli e misure di governance specifiche, mentre tutti i sistemi dovranno rispettare obblighi di trasparenza. Le nuove normative sull’AI dovranno essere armonizzate con l’intero quadro normativo del settore, incluse Solvency II e la direttiva sulla distribuzione.

Infine, Signorini ha voluto chiarire che il progresso tecnologico non è visto come una minaccia. Al contrario, l’adozione ponderata delle nuove tecnologie, che ha recentemente accelerato, offre opportunità significative. La capacità di elaborare grandi quantità di dati, se utilizzata in modo intelligente e responsabile, può migliorare l’efficienza dei processi, la personalizzazione dei prodotti e la gestione del rischio assicurativo, a beneficio delle compagnie, degli intermediari e dei clienti.

Settore assicurativo in salute

L’assemblea dell’Ania ha evidenziato che il settore assicurativo italiano ha mostrato una solida salute economica, con un risultato netto di 8 miliardi di euro e un indice di solvibilità del 259%, oltre il doppio rispetto ai requisiti legali. Le compagnie hanno investito circa 960 miliardi di euro, di cui 250 miliardi in titoli di Stato italiani.

Nonostante una diminuzione dei sinistri, i premi RC auto sono aumentati del 4,3% nel 2023. Questo incremento è stato attribuito principalmente all’inflazione e al conseguente aumento dei costi di risarcimento. Anche in regioni come la Campania, con il più alto tasso di sinistrosità, gli incidenti sono calati del 2,3% nel 2023, mentre i premi sono aumentati del 3,9%. Nel Lazio, gli incidenti sono diminuiti del 3,1%, ma i premi sono saliti dell’8,6%. In Piemonte, nonostante una riduzione degli incidenti del 3%, i premi RC auto sono cresciuti del 7,4%. Questi aumenti hanno permesso alle compagnie di riportare i bilanci in positivo, con un utile di 595 milioni di euro nel 2023, dopo una perdita di 126 milioni di euro nel 2022.

Oltre alle polizze RC auto, circa 10 milioni di italiani hanno scelto polizze accessorie per furto e incendio, mentre 7 milioni si coprono da eventi atmosferici e atti vandalici. Dal 2021 al 2023, i furti d’auto sono aumentati del 23%, con la Campania in testa (23mila furti), seguita da Lazio (14mila), Puglia e Sicilia (12mila). Le compagnie assicurative pagano annualmente 390 milioni di euro per risarcire gli automobilisti vittime di furto.

Assicurazioni: il gap tra Italia e Ue

Resta importante il gap assicurativo tra l’Italia e altri Paesi europei. Nel 2023, il divario tra il premio medio RC auto in Italia e quello europeo è sceso a 36 euro, rispetto agli oltre 200 euro della prima metà degli anni 2000. Questo calo significativo riflette una tendenza di riduzione costante dal 2008, quando la differenza era di 213 euro, scendendo a 138 euro nel 2015. Secondo i dati Ania, i premi assicurativi RC auto sono aumentati del 6,6% rispetto al 2022, e quelli non RC auto del 7,7%, con una crescita notevole nelle polizze salute. Questa crescita, dovuta all’inflazione che ha influenzato i costi dei risarcimenti, è stata inferiore alla media degli altri Paesi europei.

In Italia, il divario assicurativo rispetto agli altri Paesi europei è significativo in tutte le polizze a protezione di beni, salute e patrimonio. I premi pagati in Italia, esclusa l’RC auto obbligatoria, rappresentano solo l’1% del PIL, contro il 3,1% della Francia, il 3,6% del Belgio e il 6,3% dei Paesi Bassi. Tuttavia, la sotto-assicurazione è un problema diffuso in tutta Europa: secondo Eiopa, l’autorità europea del settore, solo il 25% delle perdite causate da catastrofi naturali è coperto da assicurazioni.

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