Gli italiani sono sempre più attenti ai rischi del futuro, primi fra tutti i cambiamenti climatici e la possibilità di non avere una pensione adeguata. Sorprendentemente si fidano della tecnologia (il 72,9% ritiene positiva la diffusione dell’Intelligenza Artificiale e per il 76% questa migliorerà concretamente la qualità della vita) e anzi considerano i cyber risk tra i meno preoccupanti rispetto alla propria vita: lo sono per il 15,2% per quanto riguarda i data privacy, mentre il 53,9% degli italiani ha paura di non avere una pensione ragionevole (dato in crescita del 15%, tra le donne è al 61,5%) e il 46,7% mette al primo posto il clima tra i rischi emergenti, davanti alla crisi finanziaria, alle tensioni geopolitiche e al proliferare di malattie croniche.
E’ quanto emerge dai dati diffusi in occasione dell’AXA Forum di Milano, al quale hanno partecipato i vertici del gruppo assicurativo francese e una platea di ospiti di rilievo del mondo delle assicurazioni, dalla presidente di Ania Maria Bianca Farina al presidente di Ivass e direttore generale di Bankitalia Salvatore Rossi. Il convegno, partendo dai dati elaborati da Episteme per AXA, è stato l’occasione per discutere delle nuove sfide delle assicurazioni, chiamate a reinventarsi per offrire risposte concrete a rischi che sono inevitabilmente diversi da quelli tradizionali. “Viviamo in un mondo – ha detto Patrick Cohen, CEO di AXA Italia – caratterizzato da rischi emergenti, sempre più volatile e interconnesso, che richiede risposte nuove per gestire questa complessità e proteggere meglio le persone, offrendo soluzioni innovative. Gli italiani sono sempre più preoccupati dagli aspetti socio-economici individuali, come pensione lavoro e salute”.
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Se infatti in prospettiva futura è soprattutto l’ambiente a essere considerato un pericolo, ad oggi le persone in Italia hanno più di un grattacapo riguardo ai problemi della loro vita quotidiana. Oltre al 53,9% preoccupato dalla pensione, c’è un 47,8% che non dorme sonni tranquilli pensando alla gestione della vecchiaia dei propri cari, un 45,3% molto timoroso sull’assistenza sanitaria e un 44,8% per la stabilità della propria posizione lavorativa. La salute rimane un tema centrale: le malattie croniche inquietano quasi un italiano su tre, il 30,6%. E proprio sulla salute, prima ancora che sulla questione previdenziale, cresce la consapevolezza del ruolo delle assicurazioni: quasi la metà degli italiani, intanto, pensa che sia giusto mantenere un equilibrio tra vita privata e lavoro, e soprattutto il 71,2% è d’accordo sull’importanza di una copertura integrativa privata sui temi della salute.
TECNOLOGIA SI’ O NO
La copertura integrativa deve arrivare anche attraverso soluzioni innovative e tecnologiche: il 28,8% del campione, rispetto al 22% del 2015, vorrebbe un punto di riferimento a cui rivolgersi in qualsiasi momento per i dubbi sullo stato di salute. Tre intervistati su quattro vorrebbero addirittura la telemedicina, ovvero un dispositivo per contattare in tempo reale medici, persone di fiducia e operatori sanitari. Il 47% degli italiani vorrebbe addirittura mettersi in casa un robot-badante, a dimostrazione del fatto che la tecnologia, come detto, non rappresenta un elemento di rischio ma anzi il 76% degli italiani pensa che la propria vita migliorerà con essa. E il riflesso sull’attività assicurativa? Il 65,3% sarebbe oggi interessato ad acquistare una polizza che proponesse di installare dispositivi tecnologici in auto o in casa: anzi il 74% si sentirebbe più sicuro con un sistema di monitoraggio intelligente per la propria abitazione.
Questo porta, tra i rischi del futuro, a una possibile sottovalutazione dei cyber risk: solo il 15,2% teme per l’utilizzo improprio dei propri dati personali, il 14,2% non si fida dell’Intelligenza Artificiale, il 7,8% vede le criptovalute come elemento di pericolo. La tecnologia tuttavia, secondo la ricerca di AXA, non erode l’importanza del fattore umano: “I canali tradizionali rimangono i preferiti per l’ascolto delle esigenze, la valutazione dei rischi, l’assistenza in caso di sinistri”. Su questo tema è intervenuto anche il presidente di Ivass Salvatore Rossi, dando una lettura diversa: “Io invece sono preoccupato dal tema della robotica dell’Intelligenza Artificiale, e dalle conseguenze che ha soprattutto sul mondo del lavoro. E’ una storia già vista in passato, distruggere posti di lavoro per crearne altri, con un saldo positivo, ma stavolta è diverso perché le macchine vorrebbero imparare da sole, sostituirsi agli umani, e dunque secondo i più pessimisti distruggere potenzialmente tutti i posti di lavoro”.
Rossi fa poi riferimento all’intervento di Roberto Cingolani, direttore scientifico dell’Istituto italiano di tecnologia, il quale spiega al Forum che “il pianeta Terra è concepito per essere popolato da 3 miliardi di persone. Ora si parla di cifre che saranno il triplo o il quadruplo tra non molti anni. La robotica? In realtà – argomenta Cingolani – i robot in quanto tali non sono così intelligenti da farci paura. Il problema semmai è la loro intelligenza collettiva, ovvero il cloud, quell’insieme di informazioni che in tutto il mondo è detenuto in grandissima parte da 4-5 soggetti”. Senza nominarli, si fa riferimento ai big di Internet: “Cosa può fare il regolatore di fronte a un mondo che cambia ad una velocità molto alta?”, si interroga Rossi. “Il regolatore è inevitabilmente in affanno. Gli algoritmi aiutano l’attività assicurativa, ma chi ci assicura che gli algoritmi siano sempre funzionanti? Possono diventare incontrollabili e il rischio è quello di un dogma della tecnologia”.
CLIMA E RISCHI EMERGENTI
In testa tra i rischi del futuro c’è invece, come detto, il cambiamento climatico, che è considerato la più grande sfida della nostra epoca e da questo punto di vista vede gli italiani sempre più consapevoli: quasi in 9 su 10 sono d’accordo sulla necessità di perseguire un modello economico che riduca l’impatto sull’ambiente, e comunque il 44,6% dimostra massima preoccupazione per il tema del surriscaldamento del pianeta. Altri rischi considerati: crisi finanziaria (46%), tensioni geopolitiche (32,5%), gestione delle risorse naturali (30,3%)