Quando si tratta di assicurazioni, gli italiani sono un popolo di ignoranti. Da un’indagine dell’Ivass emerge che, se fossimo a scuola, la nostra conoscenza dei prodotti assicurativi meriterebbe un voto gravemente insufficiente: in una scala da uno a 10, all’incirca 2.
Lo studio dell’Istituto di vigilanza analizza le conoscenze e i comportamenti assicurativi degli italiani attraverso un indice: la soglia della sufficienza è a 60 punti e il dato relativo alle nostre competenze generali si ferma a quota 20,1.
Va un po’ meglio se restringiamo l’analisi ai termini di base del mondo assicurativo (premio, franchigia e massimale), ma anche in questo caso la sufficienza rimane un miraggio: non andiamo oltre un indice di 40,6 punti.
Secondo l’Ivass, la conoscenza è migliore negli uomini rispetto alle donne e al Nord rispetto al Sud. Inoltre, chi abita in città di medie dimensioni ha una maggiore conoscenza rispetto a chi vive in grandi città o in piccoli centri.
Quello che conta però è il dato complessivo, che restituisce l’immagine di un paese incapace di comprendere ciò per cui paga. Non conoscere i concetti di premio e di franchigia, infatti, espone a gravi rischi nella vita di tutti i giorni. Senza queste basi, ad esempio, non è possibile confrontare la convenienza delle diverse polizze. Ma soprattutto si corre il pericolo di incassare molto meno del previsto in caso di incidente o di necessità.
La situazione è tanto più grave perché, segnala ancora l’Ivass, fra gli italiani è diffuso un eccesso di fiducia nelle proprie conoscenze, come emerge dal raffronto fra la percentuale di chi afferma di avere conoscenze assicurative e quella di chi risponde correttamente alle domande.
Nel dettaglio, poco più del 60% degli intervistati afferma di conoscere bene i concetti di premio, massimale e franchigia, ma la percentuale di chi sa definire correttamente i tre concetti è appena del 13,9%. Un quarto del campione di coloro che ritengono di conoscere cosa si intenda per premio pensa che con esso si possa indicare anche il capitale in caso di rimborso.
Ecco le definizioni dei tre termini galeotti ricavate dal glossario Ivass.
Premio. Il “premio puro” è il prodotto tra la frequenza di sinistro e l’ammontare medio del danno. Rappresenta il costo base (costo industriale) della copertura assicurativa, poiché si tratta di una valutazione del rischio assunto dalla compagnia di assicurazioni su basi statistiche. Al premio puro vanno poi aggiunti i caricamenti delle compagnie e le imposte (la rc auto comprende anche un contributo al Servizio Sanitario Nazionale). In questo modo si ottiene l’importo che il contraente deve versare all’impresa.
Franchigia. Clausola contrattuale in base alla quale, a fronte di un premio più contenuto, il contraente si obbliga a farsi carico di una parte del costo del sinistro.
Massimale. Somma massima pattuita che l’impresa è tenuta a pagare in caso di sinistro. Se i danni provocati o subiti sono superiori a tale somma, la differenza resta a carico dell’assicurato.