Dopo 20 mesi di trattative e a più di tre anni dalla scadenza è stato raggiunto un accordo sul rinnovo del contratto Ania per circa 48 mila lavoratori del settore assicurativo. Il negoziato si è chiuso con un incremento in busta paga di 103 euro al mese a regime, il pagamento di 1.100 euro di arretrati e alcune novità importanti sotto il profilo delle tutele. L’intesa con l’Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici è stata siglata dai sindacati di categoria First-Cisl, Fisac Cgil, Fna, Snfia e Uilca.
“Si tratta di un accordo molto positivo, soprattutto dal punto di vista sociale – spiega a FIRSTonline Roberto Garibotti, segretario nazionale della FIRST-Cisl – Per la prima volta vengono inclusi nel contratto Ania tutti i lavoratori che erano fuori dalla filiera produttiva, cioè i dipendenti delle società di assistenza e delle imprese che svolgono lavori di appalto per conto delle imprese di assicurazione, mentre gli operatori dei call center assicurativi, che erano in una situazione economica svantaggiata, vengono finalmente equiparati agli amministrativi”.
Un’altra innovazione riguarda le tutele per i lavoratori della imprese fallite. “Il 3% delle assunzioni annue di tutto il settore assicurativo – continua Garibotti – viene riservato ai lavoratori che provengono dalle imprese che vanno in liquidazione, anche se ovviamente speriamo non ce ne siano”.
Quanto all’aumento di 103 euro, riguarda “il quarto livello della settima classe e i 1.100 euro di arretrati saranno erogati fra marzo e aprile”, conclude il segretario nazionale della FIRST-Cisl.
Il nuovo contratto è “un ottimo risultato in termini di equità distributiva delle retribuzioni e di tutele occupazionali, a conclusione di una lunghissima trattativa – commenta Giulio Romani, segretario generale della First Cisl – Ora il settore si concentri nella ricerca di soluzioni per le sue molte contraddizioni, emerse anche durante questo difficile negoziato. La complessa articolazione del mondo assicurativo, con aziende primarie fuori dall’Ania e altre aderenti all’associazione ma non interessate all’applicazione del contratto, unita alla rapidità dell’evoluzione dei rapporti proprietari, costituisce un’ulteriore sollecitazione verso la necessità di agire sui livelli negoziali per riprogettare, all’interno dell’intero sistema finanziario, strumenti di tutela e di rappresentanza che superino gli steccati di settore e consentano di sfruttare al meglio le opportunità occupazionali che potranno derivare dalla sinergia delle diverse esperienze contrattuali”.