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Assemblea Veneto Banca: ultime schermaglie, sindacati con il board

“Voteremo la ‘lista Bolla’, la numero uno, perché è necessario proseguire nell’azione di risanamento di Veneto Banca, voltando pagina rispetto alla pessima gestione del passato”. Lo scrivono in una nota congiunta Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi, e Giuseppe Algeri, coordinatore Fabi in Veneto Banca. Giovedì 5 maggio si terrà l’assemblea degli azionisti dell’istituto, che dovrà rinnovare il consiglio d’amministrazione e approvare il bilancio 2015. Sono queste le prime tappe di un percorso che culminerà entro giugno con un aumento di capitale da un miliardo di euro – cui potrebbe partecipare il fondo Atlante – e successivamente con l’eventuale quotazione in Borsa.

“Voteremo la lista numero uno perché crediamo che Veneto Banca possa rimanere autonoma con un’amministrazione pulita, trasparente e lungimirante come quella ad oggi in carica – proseguono i sindacalisti Fabi –, perché vogliamo mantenere gli attuali livelli occupazionali della banca, perché la gestione Carrus ha ricevuto consensi e sostegno dalla Banca centrale europea e da Bankitalia, perché la stessa clientela deve poter contare su una banca sana e prudentemente gestita, come fatto fino a oggi dall’amministratore delegato, Cristiano Carrus. Indietro non si torna, se vogliamo difendere i posti di lavoro e la stessa clientela”.

Sulla stessa linea la First Cisl: “Ci auguriamo che l’assemblea di Veneto Banca sostenga senza indugi il processo di cambiamento avviato dalla nuova amministrazione – ha commentato il segretario generale Giulio Romani –. È indispensabile garantire discontinuità con il passato, recuperando il rapporto di fiducia con il territorio, le imprese, le famiglie, con una comunità intera che ha creduto alle promesse degli amministratori passati, legati solo al proprio tornaconto e a manie di grandezza. Per questo occorre evitare che le pretese auto-conservative e revansciste di pochi, ledano l’azione di chi lavora con rispetto per la propria banca”.

Romani rivolge un appello affinché “non si consenta ai fantasmi del passato di tornare in vita, poiché l’unica strada possibile per risanare la banca e salvaguardare l’occupazione è quella tracciata dall’attuale consiglio d’amministrazione. Solo sostenendo chi ha avuto il coraggio di voltare pagina rispetto a una gestione a dir poco deficitaria e perseguendone i responsabili, potremo sperare in un futuro di autonomia per la banca e nel recupero del rapporto fiduciario. Non c’è spazio per il revisionismo: tornare indietro, agli occhi dei cittadini e delle istituzioni, per prime quelle europee, sarebbe condannare la banca”.

La lista di candidati in opposizione a quella dell’attuale board è espressione di due associazioni di soci, “Per Veneto Banca” e “Azionisti di Veneto Banca”, capitanate dall’avvocato Stefano Ambrosini. La maggioranza dei soci che hanno presentato la lista 2, stando a quanto riferito dal presidente di Veneto Banca Pierluigi Bolla, è esposta verso la banca per un importo superiore ai 520 milioni di euro.

Il Presidente ha sottolineato che molte delle azioni riconducibili ai soci che hanno presentato la lista sarebbero state acquistate utilizzando finanziamenti elargiti dalla Banca stessa e perciò non sarebbero state giudicate regolari dalle autorità di Vigilanza (si tratterebbe di 13 soci per un totale di 460mila azioni).

Bolla sostiene anche che molti candidati della lista presentata dai soci siano legati all’ex-ad della banca veneta, Vincenzo Consoli, il che avrebbe fatto scattare la reazione della Bce. L’Eurotower avrebbe inviato una lettera per avvertire che si riserverà il diritto di valutare i requisiti di onorabilità e professionalità del prossimo Cda.

La reazione dei diretti interessati non si è fatta attendere. I candidati della lista presentata dalle associazioni “stigmatizzano una modalità di fare competizione elettorale basata su attacchi personali e informazioni distorte e continuano invece a proporre una dialettica fondata sui fatti – si legge in una nota -. I candidati non ritengono si debba avere paura di fare luce su come la banca è stata gestita, anche nell’ultimo periodo, in cui il valore delle azioni è crollato. In questo senso si adopereranno nell’interesse della banca e degli azionisti, nel rispetto delle regole e del mercato”.

In riferimento alle dichiarazioni di Bolla, “i candidati si riservano sin d’ora un’azione legale a tutela della loro reputazione, onorabilità e professionalità – prosegue la nota -, che nessuna autorità di certo mette in discussione, diversamente da come si vorrebbe lasciare intendere”.

Per quanto riguarda invece l’aumento di capitale in arrivo, “ad oggi riteniamo che l’intervento di Atlante non sia necessario – ha detto ancora Bolla -. Banca Imi ha garantito l’aumento di capitale da un miliardo e c’è un consorzio che si è impegnato a condividere l’aumento. Un consorzio di grande rilevanza internazionale che sta lavorando all’aumento e alla quotazione in Borsa”.

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