Inizia l’era di Nicola Zingaretti alla guida del Partito Democratico, con l’ex premier Paolo Gentiloni alla presidenza e Luigi Zanda alla tesoreria. “Serve un nuovo Pd, deve cambiare tutto a cominciare dallo statuto per impedire la salvinizzazione del Paese”, ha detto il governatore del Lazio, dal palco dell’Assemblea del Pd riunita all’hotel Ergife di Roma, dove è stato proclamato ufficialmente segretario dopo la netta vittoria alle primarie del 3 marzo scorso. Un’Assemblea che tra l’altro è stata molto partecipata, rispetto agli ultimi anni, con oltre 2.000 persone tra delegati e ospiti.
Paolo Gentiloni è stato invece eletto presidente del partito con 86 astenuti e nessun contrario. Una candidatura, quella dell’ex premier, su cui c’è stata la convergenza anche dei renziani, come annunciato prima dell’inizio dei lavori da Maria Elena Boschi (che ha salutato calorosamente il neosegretario al suo arrivo) e dall’area che fa capo a Guerini e Lotti. “L’obiettivo è quello di tornare a vincere”, dice Gentiloni ringraziando i presenti per la sua nomina. E nomina vicepresidenti Anna Ascani e Deborah Serracchiani. Luigi Zanda viene invece eletto tesoriere con 83 astenuti. Renzi non era presente all’Ergife, ma ha mandato gli auguri via Facebook al nuovo segretario: “Oggi Nicola Zingaretti inizia il suo lavoro come Segretario Nazionale del Pd. Un abbraccio a lui e a tutta la squadra che lavorerà con lui. L’Italia si aspetta dal PD una risposta allo sfascio di Salvini e Di Maio, non più polemiche interne. Avanti tutta! Buon lavoro, Nicola”.
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“Dobbiamo cambiare tutto, penso a un nuovo statuto da scrivere insieme. Credo in un partito aperto e pluralista, aperto al civismo e al volontariato, basta con il correntismo esasperato che ha lasciato fuori troppe persone. A noi serve un Pd forte ma anche una rete di corpi intermedi. Dobbiamo costruire un campo democratico largo più allargato e inclusivo, senza settarismi. Potranno farne parte anche forze diverse, forze civiche ma anche di orientamento liberale, persino nobilmente conservatrici che sono ugualmente lontane da Salvini”, ha detto Zingaretti nel suo intervento.
Quattro sono i pilastri del nuovo Pd di Zingaretti: “In primo luogo le infrastrutture materiali: serve un grande piano per un’Italia più sicura ma anche più rispettosa dell’ambiente. Perché solo con una svolta green si può tornare a produrre ricchezza. La riconversione ecologica dell’economia è il futuro. L’Italia deve contribuire all’obiettivo di emissioni zero in Europa”. Il secondo pilastro sono le infrastrutture immateriali, la Rete: “Serve un grande piano per rilanciare innovazione e sapere e superare il digital divide”. Terzo è l’infrastruttura della conoscenza: “Investire sulla scuola e sull’istruzione pubblica come architrave di un’ampia operazione di crescita culturale”. Quarto, infine, è il welfare e la sanità: “Non crediamo nella monetizzazione del welfare, ci batteremo per la sanità pubblica promuovendo quota 10, ossia un incremento di 10 miliardi per aumentare i livelli di assistenza e assumere 100mila nuovi operatori nella sanità pubblica italiana. La vera priorità di questa epoca è il lavoro, in tutto il Paese ma soprattutto nel Mezzogiorno”.