Un quadro organico di riforme e una nuova governance per le banche. Queste le due principali richieste avanzate alla politica e al sistema bancario da Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia, nelle “Considerazioni finali” lette questa mattina durante la 120esima assemblea dell’istituto centrale, in corso nella sede romana di Palazzo Koch.
L’Italia ha bisogno di “un quadro chiaro e organico d’interventi per rafforzare quella fiducia nel futuro senza di cui ogni progresso è impossibile”, ha detto Visco, sollecitando Governo e Parlamento a mettere in campo una “pressante azione riformatrice”, evitando “la frammentarietà degli interventi” di politica economica varati durante la fase acuta della crisi.
Se il piano sarà “vasto, incisivo e credibile – ha aggiunto il governatore – potrà cambiare il corso delle aspettative, rafforzando investimenti, occupazione e consumi”, e favorendo la ripresa, “che non sarà breve, né facile”.
Secondo il numero uno di Via Nazionale, “chi investe, lavora e consuma deve potersi confrontare con un programma che consideri tutti gli aspetti da riformare nella società e nell’economia, che promuova l’innovazione e il rispetto della legge, che premi il merito e la responsabilità. Anche se le singole misure potranno essere attuate in tempi diversi, non solo per i vincoli di bilancio, la visibilità di un disegno coerente rassicurerà i cittadini”.
I consumi delle famiglie, ha detto Visco, “potranno trarre beneficio dagli sgravi fiscali di recente approvazione”, ovvero il bonus Irpef da 80 euro al mese, “ma non diventeranno forza trainante di ripresa senza un duraturo aumento dell’occupazione. Anche se ci sono segni di miglioramento della fiducia, la necessità di compensare l’erosione dei risparmi accumulati e l’incertezza sulle prospettive dei redditi nel medio e lungo periodo continueranno a gravare sui consumi delle famiglie”.
Quanto alle banche, Visco riconosce che “le fondazioni si sono impegnate nelle operazioni di ricapitalizzazione, contribuendo alla solidità del sistema nella fase più critica”, ma ribadisce che in termini di governance bisogna evitare il fenomeno delle “porte girevoli” che porta i vertici di banche e fondazioni a scambiarsi i posti di comando.
Gli istituti di credito “restano il pilastro fondamentale per il finanziamento dell’economia – ha continuato il governatore –, ma perché possano continuare ad attrarre capitali e a raccogliere liquidità sui mercati ne va rafforzata la governance, garantita l’integrità dei comportamenti, accresciuta la redditività. Vanno valutati gli effetti che oneri, non solo tributari, possono avere sulla loro capacità di competere in un mercato finanziario integrato”.
Quindi la vera e propria stoccata alle banche: “Le crisi aziendali – ha sottolineato Visco – spesso si associano con debolezze dei sistemi di governo societario, che possono favorire episodi di mala gestio. Nel 2013 la Banca d’Italia ha affrontato 11 nuovi casi di intermediari in stato di difficoltà; altri 6 nei primi quattro mesi di quest’anno. La nostra azione diverrebbe ancora più incisiva con l’attribuzione alla Banca d’Italia del potere di rimuovere, quando necessario e sulla base di fondate evidenze, gli amministratori di una banca dal loro incarico, prevista dalla proposta di recepimento della direttiva europea sui requisiti di capitale”.
Il Governatore ha poi annunciato che “nelle prossime settimane la Banca d’Italia varerà misure per migliorare ulteriormente la situazione di liquidità delle banche e agevolare per tale via la concessione di credito alle piccole e medie imprese. Sarà ampliata la gamma dei prestiti utilizzabili a garanzia del rifinanziamento presso l’Eurosistema. Innovazioni nelle caratteristiche dei contratti consentiranno alle banche di stanziare tipologie di prestiti, quali le linee di credito in conto corrente, diffuse tra le aziende minori. Sarà permesso utilizzare portafogli di crediti, con una gestione più flessibile del collaterale e con minori scarti di garanzia; sarà possibile includere i mutui ipotecari concessi alle famiglie”.
Sul versante internazionale, infine, Visco è certo che il Consiglio direttivo della Banca centrale europea sia “deciso ad agire” il prossimo 5 giugno con misure non convenzionali per rispondere alla bassa inflazione, che “si colloca ben al di sotto della definizione di stabilità della Bce” e “va contrastata con fermezza”, in quanto “dannosa per la stabilità finanziaria, specie quando i debiti pubblici sono alti e la crescita è debole”.
Allegati: cf13_considerazioni_finali.pdf