Giornata di assemblee per le società quotate. Tra esse c’è Acea. Gli azionisti della multiutility capitolina, riuniti questa mattina in assemblea senza la presenza dei soci per l’emergenza Covid ma con l’87,54% del capitale rappresentato, hanno approvato il bilancio del 2020, chiuso con un utile netto, dopo le attribuzioni a terzi di 284,9 milioni di euro e ricavi in crescita del 6% a quota 3,3379 miliardi.
Via libera anche alla destinazione dell’utile di esercizio e alla distribuzione di un dividendo pari a 80 centesimi per azione, per una cifra complessiva superiore ai 170 milioni. La cedola sarà staccata il 21 giugno 2021, con pagamento a partire dal 23 giugno.
I soci hanno anche deliberato in senso favorevole sulla Relazione sulla politica in materia di Remunerazione e sui compensi.
Alla vigilia dell’assemblea i vertici di Acea hanno risposto alle domande dei giornalisti. “Il nostro business plan è stato presentato proprio nel pieno della pandemia per cui recepisce gran parte degli impatti del Covid che, tuttavia, nel settore dei servizi pubblici essenziali non ha visto impatti significativi”.
Alla domanda di Fondazione Finanza Etica che chiede perché non si rinuncia alla distribuzione di dividendi, Acea ha risposto: “Gli ambiti di regolamentazione che disciplinano i business del Gruppo Acea non hanno subito significative variazioni in ragione della emergenza Covid. Si deve inoltre precisare che circa l’85% dell’Ebitda del Gruppo è generato da attività regolate. Sono invece i flussi finanziari d’incasso che potranno subire delle contrazioni nel breve e nel medio periodo, ancorché sia auspicabile considerare vengano posti in essere meccanismi perequativi a supporto delle fasce di clientela maggiormente esposta agli effetti dell’emergenza”. E sintetizza: “Per quanto riguarda i riflessi di natura finanziaria, sia nel breve sia nel medio periodo, non si ravvisano incertezze significative per il Gruppo Acea nel far fronte all’emergenza ‘coronavirus’ e agli effetti che questa potrà ragionevolmente causare, anche in ragione della capacità dell’impresa di continuare a operare come un’entità in funzionamento grazie alla solida struttura finanziaria del Gruppo”.