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Assegno unico, aumenti in arrivo dal 1° luglio 2023: ecco quali sono gli importi e a chi spettano

Imagoeconomica

A luglio 2023 scatterà la rivalutazione all’inflazione degli importi mensili dell’Assegno unico destinato alle famiglie con figli. Le nuove tabelle entreranno in vigore il 1° luglio 2023 e rimarranno tali fino al 30 giugno 2024. Lo comunica l’Inps con la circolare n.55 del 9 giugno 2023: ecco cosa cambia per i beneficiari dell’Assegno unico.

Assegno unico, cosa cambia con la rivalutazione?

Secondo quanto previsto dalla Legge di Bilancio, la maggiorazione scatterà dal prossimo mese per effetto dell’adeguamento degli importi alla variazione dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, al netto dei tabacchi, (FOI) calcolata dall’Istat. La variazione percentuale è pari a +8,1% tra l’anno 2022 e l’anno 2021.

L’Inps ha pubblicato sul proprio sito le tabelle con i nuovi livelli di reddito rivalutati all’inflazione e gli assegni corrispondenti, comprese le somme relative agli assegni alle diverse tipologie di nuclei familiari, nei quali non siano presenti figli.

Assegno unico: nuovi importi da luglio 2023

Gli aumenti previsti sono proporzionali all’aumento dei componenti del nucleo familiare e inversamente proporzionali all’aumentare del reddito: infatti la fascia più alta, (tra i 66mila e i 70mila euro), vede l’aumento solo se composta da almeno 7 membri (578,84 euro).

Se ci sono nuclei familiari composti da maggiorenni inabili diversi dai figli, gli aumenti partono dal reddito minimo di 31.569 euro (52,91 euro).

Le fasce di reddito invece si abbassano se sono presenti entrambi i coniugi, senza figli e con parente inabile: il minimo è poco oltre i 28mila euro. Per i redditi più alti (tra i 59 e i 66mila euro), gli aumenti scattano solo se presenti famiglie molto numerose, che contano almeno 6 componenti.

Stesso discorso in caso di famiglie monoparentali, che vedono gli aumenti scattare poco oltre i 30mila euro.

Nel caso di famiglie senza figli e senza parenti inabili gli aumenti sono più contenuti: in caso di nuclei con due coniugi gli aumenti scattano a partire dai 15mila euro e sono quasi sempre in doppia cifra, andando oltre i 100 solo in caso di nuclei numerosi, oltre i 5 componenti, e di redditi bassi.

Stesso discorso in caso di famiglie monoparentali, che vedono gli aumenti scattare dai 17mila euro.

E se il coniuge è inabile gli aumenti tornano a scattare a partire da una fascia più alta, poco oltre i 28mila euro. Il meccanismo è sempre lo stesso e questo significa che i nuclei con redditi più alti, oltre i 59mila euro, vedranno gli aumenti solo se numerosi, cioè con 6 o più componenti.

Assegno unico di luglio: quando arrivano i pagamenti?

L’Assegno unico dovrebbe essere accreditato tra il 20 e il 30 luglio, periodo entro il quale dovrebbero essere già calcolate le maggiorazioni e accolte le nuove richieste per ottenere il contributo inviate nel mese di giugno.

Per visualizzare lo stato di pagamento dell’Assegno unico il percettore dovrà collegarsi al portale dell’Istituto di previdenza e seguire il seguente percorso: “Fascicolo previdenziale del cittadino” – “Prestazioni” – “Pagamenti”. Infine, si dovrà cliccare sull’anno di riferimento.

Assegno unico, cosa è cambiato nel 2023?

Con le maggiorazioni previste dalla legge di Bilancio 2023 per l’Assegno unico, l’importo medio mensile per ciascun figlio è passato dai 146 euro dell’anno passato ai 165 euro del 2023.

Le norme in vigore sull’Assegno unico prevedono una maggiorazione di 30 euro per ogni figlio per i nuclei con un Isee pari o inferiore a 15mila euro, che viene scalata progressivamente man mano che si sale di livello fino ad azzerarsi quando l’indicatore raggiunge i 40mila euro.

Inoltre, con le modifiche apportate dalla Manovra 2023, l’importo del sussidio dedicato alle famiglie è stato già aumentato a partire da gennaio, di un altro 50% per i figli a carico di età inferiore a un anno, per le famiglie con almeno quattro figli a carico e per i nuclei familiari con almeno tre figli, per ciascun figlio da uno a tre anni, a condizione che la famiglia abbia un Isee sotto i 40mila euro.

Per i figli disabili, senza limiti di età, è corrisposto invece un assegno fino a un massimo di 189,20 euro, purché il nucleo familiare non superi un Isee di 16.215 euro.

Infine, come ricordato dall’Inps, il tetto massimo dell’Assegno è cresciuto da 175 a 189,2 euro, mentre la soglia minima di Isee per accedere al sussidio è salita da 15mila a 16.215 euro. Il tetto massimo di Isee per ottenere l’aiuto per le famiglie, invece, è stato alzato a 43.240 euro (da 40mila).

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