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Asporto di cibo non consumato al ristorante, logo anti-spreco per i clienti

Un nuovo disegno di legge introduce un logo volontario per incoraggiare l’asporto del cibo non consumato nei ristoranti, riducendo gli sprechi alimentari e promuovendo la sostenibilità in Italia. In Ue ogni anno un cittadino spreca circa 131 kg di cibo

Asporto di cibo non consumato al ristorante, logo anti-spreco per i clienti

“Scusi, potrebbe darmi un contenitore per mettere questi avanzi? Sa, è per il cane…”. Quanti al ristorante si nascondono dietro simili giustificazioni un po’ imbarazzate per nascondere il disagio a chiedere di poter portare a casa il cibo non consumato durante il pasto? E’ un dato di fatto che ormai sempre più italiani i consumano pasti fuori casa, ordinando cibo che spesso viene solo parzialmente consu­mato, generando un fenomeno di spreco e la creazione di elevate quantità di rifiuti. Secondo i dati raccolti dalla Federazione italiana pubblici esercizi (FIPE) circa il 74 per cento dei consumatori ritiene che la pra­tica dell’asporto del cibo avanzato sia corretta. Tuttavia sono ancora molti gli italiani, oltre uno su quattro, che considerano disdicevole chiedere ai ristoratori di poter portare con sé gli alimenti non consumati durante il pasto.

Arriva il logo anti-spreco

Ma un avviso, ben visibile all’ingresso di ristoranti e nel menu finalmente ci comunicherà che lì è sì possibile portar via quanto ordinato e non totalmente consumato liberandoci così dall’invenzione di poco probabili scuse per farci incartocciare i nostri avanzi e portarli a casa. Evitando un imperdonabile spreco di cibo che inevitabilmente va a finire nella spazzatura.

E’ quanto prevede una proposta su cui sta lavorando al Senato la commissione Industria e Agricoltura; un disegno di legge per agevolare la possibilità di portar via dal ristorante il cibo non consumato, al fine di una riduzione degli sprechi. Suggerisce l’istituzione di un logo volontario di cui possono avvalersi gli operatori del settore della ristorazione e gli esercenti abilitati alla somministrazione di cibi e di bevande, al fine di promuovere all’interno dei locali la pratica dell’asporto del cibo non consumato. Il logo dovrebbe essere esposto in modo chiaro e ben evidente all’interno dei locali, nei menù, consultabili anche da remoto, e in tutti i sistemi di comunicazione promozionale ai consumatori. Inoltre, sempre al fine di evitare sprechi, si propone di inserire nel menù l’opzione del consumo dei pasti in mezza porzione e le offerte dedicate ai bambini.

La lotta allo spreco: un fenomeno globale

La lotta allo spreco alimentare ha una dimensione globale. La Commissione europea si è impegnata a mettere in atto, dal 2020 al 2030, politiche finalizzate alla riduzione del 30 per cento degli sprechi alimentari pro capite nei ristoranti, nelle mense e nelle famiglie, e del 10 per cento nell’industria alimentare, in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.

Nell’Unione europea ogni anno si stima uno spreco di 131 chilogrammi per ogni cittadino. Secondo i dati dell’Ufficio statistico dell’Unione europea (Eurostat) nel 2021 i Paesi europei hanno prodotto un totale di circa 58,4 milioni di tonnellate di rifiuti alimentari. Il 54 per cento di questi scarti ha origine do­mestica, circa 70 chilogrammi all’anno pro capite, mentre il restante 46 per cento è generato a monte della filiera alimentare. L’Italia occupa il settimo posto nella classifica, con 140 chilogrammi di spreco pro capite annuale.

E in questo ambito la medesima commissione Industria e Agricoltura del Senato sta esaminando due disegni di legge che intervengono da un lato per ridurre gli sprechi nelle mense scolastiche e aziendali e dall’altro per ridurli nelle fasi di produzione, trasformazione e distribuzione dei prodotti alimentari.

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