Prima la vendita di Autostrade per l’Italia (Aspi) alla cordata guidata da Cdp per 9,1 miliardi di euro, poi l’accordo con Dufry su Autogrill che ha creato il colosso mondiale di negozi e ristoranti in viaggio. Infine l’Opa di Edizione su Atlantia, il cui avvio è previsto a settembre e che cambierà i vertici con le dimissioni dell’attuale Ad, Carlo Bertazzo. Grazie a queste operazioni la famiglia Benetton dirà ufficialmente addio a Piazza Affari dopo anni da protagonista nella Borsa di Milano.
L’Opa su Atlantia e il cambio della guardia con l’uscita di Bertazzo
Parlando proprio dell’Opa, in base alle previsioni, a fine agosto dovrebbe essere consegnato il prospetto dell’operazione alla Consob, dopo il via libera dei vari Paesi dove il gruppo opera. L’offerta da 18,9 miliardi dovrebbe partire nei mesi successivi con l’uscita di Atlantia dalla Borsa di MIlano previsto entro fine anno. Qualche settimana fa è arrivato anche il responso del Governo che ha deciso di non esercitare il Golden power sull’offerta dei Benetton e di Blackstone per il delisting di Atlantia. L’operazione era stata annunciata lo scorso 13 maggio, quando Edizione e il fondo Usa avevano reso noto di aver notificato l’offerta pubblica su Atlantia al governo, per verificare che l’operazione non richiedesse appunto l’utilizzo dei poteri speciali da parte dell’esecutivo.
Dopo la cessione di Aspi, Atlantia ha intenzione di “concentrarsi su quello che è il suo core business, quindi essere una piattaforma globale di investimento nel settore della mobilità integrata, questo sia per le infrastrutture che per i servizi”, ha spiegato il mese scorso Giampiero Massolo, al Festival dell’economia di Trento, anche se, secondo Repubblica, “non è in realtà detto che alcune delle attività, presto o tardi, possano tornare sul mercato”, come Aeroporti di Roma, ma anche Telepass, ma almeno per il momento la lunga storia d’amore tra i Benetton e Piazza Affari sembra destinata ad interrompersi. Una storia lunga oltre 30 anni e iniziata nel lontano 1987 con la quotazione di Autostrade Concessioni e Costruzioni S.p.A.
L’operazione Dufry-Autogrill
Dal matrimonio tra Autogrill e l’elvetica Dufry nascerà un colosso globale dei servizi di ristorazione e retail per chi viaggia con ricavi combinati di oltre 12 miliardi di euro ed un Ebitda di circa 1,3 miliardi. L’intesa firmata da Edizione e Dufry definisce struttura e meccanismi dell’operazione, che si configura come un trasferimento in Dufry della quota di maggioranza detenuta in Autogrill da Edizione attraverso la propria controllata Schema Beta, pari al 50,3% del capitale azionario in cambio di azioni Dufry di nuova emissione. Al closing, previsto nel primo trimestre 2023, Dufry lancerà un’opa rivolta agli azionisti di minoranza di Autogrill (finalizzata al delisting). La società svizzera lancerà un’offerta pubblica di acquisto obbligatoria sulle azioni rimanenti. Offrirà agli azionisti 0,158 nuove azioni Dufry per ogni azione Autogrill o un’alternativa in contanti equivalente a 6,33 euro per azione Autogrill.
In funzione dell’adesione degli azionisti di minoranza di Autogrill all’offerta pubblica e della loro scelta di ricevere azioni Dufry (in luogo della cash alternative), la partecipazione di Edizione potrà attestarsi in un range compreso fra il 25,2% e circa il 20% del capitale di Dufry. Il che confermerà Edizione nella posizione di maggior azionista del nuovo gruppo che nascerà dalla fusione.