l balzo di Atlantia (+3,1%) non salva Piazza Affari dalla vendite, in attesa che Mario Draghi tenga una conferenza stampa questa sera, a mercati chiusi, dopo l’ennesimo cambio di indirizzo europeo su AstraZeneca (+2% a Londra).
Il principale listino milanese archivia la seduta in maglia nera con una perdita dello 0,66% a 24.576 punti base zavorrato dalle banche, in particolare Unicredit -3,36%, in un contesto europeo positivo alle battute finali: Francoforte +0,25%; Amsterdam +0,47%; Parigi +0,57%; Madrid +0,41%, Londra +0,57%.
Wall Street, dopo un avvio in sordina, viaggia mista. Il Dow Jones è in lieve calo, a causa delle vendite nel settore energetico, mentre lo S&P500 ha subito aggiornato il suo record e il Nasdaq è in netto progresso grazie alle rassicurazioni di ieri della banca centrale sulle misure di sostegno. Gli acquisti si riversano principalmente sui titoli tech, mentre i rendimenti dei T-Bond battono ancora in ritirata dopo essersi spinti recentemente ai massimi da 14 mesi.
Nei verbali dell’ultima riunione della Fed, resi noti ieri, c’è la conferma di voler proseguire una politica molto accomodante finché non saranno raggiunti gli obiettivi della piena occupazione e un’inflazione intorno al 2%. Nelle minute della riunione della Bce del 10 e 11 marzo invece i consiglieri, come osserva Reuters, hanno deciso di intensificare gli acquisti di bond questo trimestre a condizione che possano essere ridotti nuovamente più avanti se la situazione lo consentirà. “C’è stato ampio consenso tra tutti i consiglieri in merito alla proposta avanzata da (il capo economista Philip) Lane, con l’intesa che la dotazione totale del Pepp non sia messa in discussione nelle condizioni attuali e che il ritmo degli acquisti possa essere ridotto in futuro”, si afferma nei verbali. “È stato sottolineato che la flessibilità contenuta nel Pepp è simmetrica, e che pertanto il ritmo degli acquisti può essere accelerato e rallentato in base alle condizioni del mercato”.
La presidente della Bce Christine Lagarde nel messaggio inviato alla 43esima riunione dell’International Monetary and Financial Committee sostiene che l’attuale outlook più brillante “rimane soggetto a notevole incertezza, anche per il percorso della pandemia e l’andamento delle campagne di vaccinazione. Dobbiamo quindi continuare a lavorare insieme per affrontare questa grave sfida globale” ed “è fondamentale astenersi dal ritirare prematuramente le misure di sostegno, sia sul lato monetario sia sul lato fiscale”. Più tardi è atteso l’intervento di Jerome Powell.
Sul mercato valutario il dollaro resta in fase discendente, mentre l’euro si riporta oltre 1,19.
Sono positivi i future delle materie prime. Sale l’oro, muovendosi intorno a 1756 dollari l’oncia. E anche il petrolio cambia passo: Brent +0,25%, 63,30 dollari al barile.
In Piazza Affari la seduta è stata animata da Atlantia, a seguito di maggiori dettagli sulle mire di Florentino Perez che, secondo il Financial Times, offre 10 miliardi di euro per rilevare la quota di Autostrade per l’Italia. In una lettera visionata dal giornale l’imprenditore spagnolo scrive: “Data la stretta relazione tra i nostri gruppi in seguito all’acquisizione congiunta di Abertis, Acs ha seguito la situazione Aspi negli ultimi mesi e riteniamo che sia un asset molto interessante che si adatta perfettamente alla strategia a lungo termine di Acs”. Il gruppo sarebbe disposto anche ad accogliere altri investitori nella sua offerta, tra cui Cdp. Sul tema ha fatto sentire la sua voce Tci, azionista di Atlantia. “Ci aspettiamo che il cda agisca nell’interesse di tutti gli azionisti”, ha detto il partner di Tci, Jonathan Amouyal, in un commento inviato a Reuters via email, aggiungendo che Autostrade dovrebbe essere venduta “al migliore offerente, senza alcuna interferenza politica”.
Si ferma nella parte alta del listino Saipem, +1,82%, dopo un memorandum of understanding firmato quest’oggi con Siram Veolia, società attiva nella gestione e l’ottimizzazione delle risorse ambientali, per collaborare su progetti rivolti alla transizione energetica in Italia. Nel comparto vanno a fondo invece Tenaris -2,56% ed Eni -1,87%.
Rialza la testa Moncler +1,74%, dopo le perdite della vigilia. Jefferies ha alzato il prezzo obiettivo sulla regina dei piumini a 55 euro da 54,5 precedente. Bene anche Campari (+145%) dopo che Credit Suisse ha alzato il prezzo obiettivo a 9 euro da 8,80.
Torna in positivo Inwit +1,62%. Fra le utility: Snam +1,15%; Enel +0,76%; Terna +0,52%.
La peggior blue chip del giorno è Unicredit, in un comparto complessivamente debole in Europa. Alla base del calo, secondo qualche operatore, ci sarebbero le previsioni non particolarmente brillanti sui risultati del primo trimestre come segnalato dai report di diversi broker che hanno avuto un confronto con il management della banca sull’andamento del primo trimestre. Vendite anche su Banco Bpm -2,15%, Bper -1,69%, Intesa -1,63%.
Sono in rosso Telecom -2,73%, Unipol -2,68%, Stellantis -2,37%, quest’ultima penalizzata dall’annuncio di un possibile rinvio della produzione del Suv Tonale della Alfa Romeo al prossimo anno.
Fuori dal paniere principale Ferragamo perde l‘1,22%, a seguito della notizia che Paul Andrew lascerà il ruolo di direttore creativo della maison che ricopre dal 2019.
È d’obbligo dire che va in orbita Avio, +16,67%. Il propulsore è la forte posizione sul titolo presa dagli analisti di Bank of America che vedono addirittura le potenzialità per un raddoppio delle quotazioni. Bofa ha avviato la copertura con un target di 26 euro e una raccomandazione “buy”.
Il balzo non basta a salvare dalle vendite la big cap Leonardo (-1,41%) che ha il 30% di Avio. A pesare sul titolo le motivazioni della sentenza con cui il 15 ottobre scorso i giudici del tribunale di Milano hanno condannato a sei anni di carcere l’ex presidente di Mps (-1,58%) e attuale ceo di Leonardo Alessandro Profumo e l’ex ad della banca senese Fabrizio Viola per aggiotaggio e false comunicazioni sociali in relazione ai derivati Santorini e Alexandria.
Bene i titoli di Stato. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha reso noti i dettagli dell’emissione tramite sindacato di un nuovo benchmark BTP a 50 anni e della riapertura del BTP a 7 anni con scadenza 15 marzo 2028. Nel sindacato primo hanno partecipato oltre 400 investitori mentre circa 230 hanno preso parte alla riapertura del secondo. La domanda complessiva ha superato i 120 miliardi di euro, quasi equamente ripartiti tra i due titoli.
Lo spread fra decennale italiano e tedesco scende a 100 punti base (-2,24%) e il tasso del Btp retrocede a +0,66%.