Gli indici azionari dell’area sono stabili in Asia – un leggero regresso del Msci Asia Pacific incluso Giappone e un leggero progresso escludendo il Giappone – e si respira l’attesa per il dato sui job americani: un dato che probabilmente suggellerà la decisione della Federal Reserve di attenuare l’intensità dello stimolo monetario: invece di immettere liquidità per 85 miliardi di dollari al mese nel gran corpaccio dell’economia americana, lo stimolo sarà ridotto a circa 40-50.
Il mercato del lavoro è la stella polare degli interventi della Fed: i comunicati hanno esplicitamente citato il tasso di disoccupazione fra le condizioni per il prossimo intervento sui tassi (non ci sarà nessun aumento del tasso guida fino a che il tasso di disoccupazione non scenderà al 6,5%). Gli interventi sui tassi sono ancora lontani, ma quelli sull’espansione quantitativa della moneta potrebbero intervenire già alla riunione di metà settembre.
I mercati a Tokyo perdono circa l’1%, malgrado lo yen si mantenga sempre debole, a 99.8 nel primo pomeriggio giapponese. L’euro si è indebolito a 1,313 e il petrolio si sta rafforzando: quota 108,3 $/b il WTI (115,3 il Brent). L’oro cade ancora e segna 1371 dollari/oncia.