Il balzo dell’oro, a 1663 dollari l’oncia, è da mettere in relazione alla probabilità crescente, quale trapela dai verbali delle riunioni della Fed, di un’altra operazione di espansione quantitativa della moneta. Il prezzo del metallo giallo aumenta a causa dell’infondata ma diffusa convinzione che questa creazione di moneta – che in realtà è temporanea e reversibile – porti a una incontrollata inflazione.
Le borse asiatiche invece sono state confortate da questa ‘crescente probabilità’, oltre che dai dati positivi sulle vendite di case in Usa; senza contare altre due ‘probabilità’: in Europa, quella riguardante un allentamento delle pesanti condizioni imposte alla Grecia; e in Cina altre misure di espansione, dopo le dichiarazioni del governatore della banca centrale che ha sottolineato gli spazi per altri allentamenti, anche alla luce degli ultimi dati – indice Pmi – che segnano ulteriore debolezza della produzione industriale.
L’indice regionale MSCI Asia Pacific registra un progresso dello 0,8% e l’euro è confortevolmente attestato sopra quota 1,25.