Le borse asiatiche sono cadute per la prima volta in cinque giorni in attesa dei dati sulla manifattura cinese, previsti in calo. Se così fosse, sarebbe un’ulteriore conferma del rallentamento della seconda economia mondiale. L’indice MSCI Asia Pacific perdeva lo 0,2%, piazzandosi a quota 137.72 alle 9:27 del mattino a Tokio. La misura è calata del 2,4% nel trimestre terminato ieri ed è risalita dello 0,1% a marzo. Da segnalare la dichiarazione del presidente della Fed Janet Yellen che ha dichiarato che l’economia Usa avrà bisogno di stimoli per “qualche tempo”.
“L’andamento della manifattura cinese è un elemento chiave oggi” spiega Mark Lister, capo della private wealth research a Craigs Investment Partners a Wellington. “Uno dei grandi problemi che pesano sui mercati globali è il rallentamento cinese e il dubbio se ciò non porti a contiunuare la politica di stimoli all’economia. La Yellen ha dovuto fare qualche passo indietro e la sua posizione più morbida è stata accolta con favore”.
Le utility sono state il gruppo industriale maggiormente colpito. Hokkaido Electric Power ha perso il 5,9% a Tokio alla notizia che Development Bank of Japan inietterà 50 miliardi di yen nell’utility nipponica. Prana Biotechnology è precipitata del 75% dopo che la società australiana attiva nelle biotecnologie ha dichiarato che una sua medicina sperimentale atta a curare l’Alzheimer ha fallito la sperimentazione sui pazienti.
Sul fronte degli indici, il giapponese Topix ha perso lo 0,2% dopo che il Tankan trimestrale tra i grandi gruppi industriali è cresciuto meno del previsto nel primo trimestre. Tokio ha alzato la tassa sulle vendite dal 5 all’8% oggi. Lo yen era di poco cambiato sul dollaro dopo aver perso lo 0,4% ieri. L’indice sudcoreano Kospi perdeva lo 0,2%, mentre l’australiano S&P/ASX 200 faceva uno scivolone dello 0,7% in un giorno in cui gli economisti prevedono che la Banca centrale australiana terrà l’overnight cash-rate al 2,5 per cento.