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Asia, il Pmi cinese piace alle Borse

Dopo l’ennesimo record di Wall Street di venerdì le quotazioni azionarie in Asia sono state confortate, in apertura di settimana, da un buon dato dell’indice PMI cinese: quello ufficiale è salito a quota 50,8. Come sempre, in Cina le autorità monetarie si apprestano a ridurre, per un certo numero di prestatori di fondi, i coefficienti di riserva obbligatoria. Il Governo sta usando le leve a disposizione (e queste leve ci sono, sia monetarie che di bilancio) per raggiungere l’obiettivo di crescita al 7,5%.

L’indice regionale MSCI Asia Pacific sta mettendo a segno, nel primo giorno di mercato del mese, un aumento dello 0,5%, mentre Tokyo fa molto meglio (+2%) e ritrova la correlazione con uno yen che è tornato sopra quota 102 contro dollaro.

Ha anche aiutato il fatto che il Fondo di pensione pubblico abbia annunciato che intende diversificare le attività, vendendo titoli di Stato giapponesi e comperando titoli esteri, con ciò indebolendo lo yen (si parla di deflussi per circa 200 miliardi di dollari). In Giappone gli investimenti produttivi, secondo gli ultimi dati, sono saliti del 7,4% (nominale ma anche reale) rispetto a un anno prima.

L’euro quota 1,363 e l’oro cala ancora, a 1248 $/oncia. Il petrolio WTI registra 103,2 $/b (109,8 il Brent).


Allegati: Bloomberg

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