Complice un rafforzamento dello yen (che quota nel primo pomeriggio a Tokyo 98,8 contro dollaro e spinge al ribasso il Nikkei di oltre il 2%) i mercati asiatici cedono ancora, ma la settimana si chiude con un guadagno, per l’indice regionale MSCI Asia Pacific, dello 0,4%. La giornata è tuttavia egualmente positiva per la Abenomics: l’Istat giapponese ha comunicato i dati di inflazione per giugno (e per luglio per la sola area metropolitana di Tokyo) e la dinamica dei prezzi al consumo – pur se si svolge sul filo dello ‘zero virgola’ – è la più elevata dal 2008. Anche se è vero che l’inflazione è spinta soprattutto dall’energia – al netto dei beni energetici e alimentari i prezzi sono ancora diminuiti – è anche vero che le indagini della Banca del Giappone per quanto riguarda le attese inflazionistiche segnalano che l’80% delle famiglie si attendono prezzi in aumento nei prossimi 12 mesi: e la Abenomics mirava appunto a stimolare la spesa – qui e subito – attraverso più alte aspettative di aumento dei prezzi.
L’euro si è rafforzato – o, se si vuole, il dollaro si è indebolito – e quota 1,327. Il petrolio si mantiene intorno a 105.5 (WTI) e 107.5 (Brent) mentre l’oro rafforza le posizioni nella fascia 1330-1350 $/oncia.