I mercati asiatici (ma non solo) sono in una fase in cui vedono il bicchiere mezzo vuoto. L’indice regionale Msci Asia Pacific sta perdendo lo 0,3%, e i colpevoli del danno, oltre ai soliti noti, si ritrovano nelle stime del Pil giapponese, che ha subito una caduta del 3,5% (tasso annualizzato) rispetto al trimestre precedente (e che ci si aspetta che cali anche nel trimestre in corso). Ma ci sono anche notizie più confortanti. Non solo di fuori area – l’approvazione parlamentare del bilancio greco – ma anche dalla Cina, dove le esportazioni di ottobre sono progredite in misura maggiore del previsto.
Oggi i mercati americani sono chiusi per festività. L’euro è sui livelli di venerdì – 1.274 – e lo yen continua a mantenersi forte, sotto quota 80. In campo valutario è da notare la debolezza del peso messicano, che sembra ricalcare la vicenda del real brasiliano. Dopo essere stato, da maggio a settembre, la valuta più forte di tutte (aveva guadagnato il 12% contro dollaro), il peso ha registrato nel mese trascorso la performance peggiore, scendendo del 2%. Una debolezza che è da mettere in relazione con la fatica dell’economia americana, verso cui sono diretti i 4/5 dell’export messicano.