Non tutto è perduto: la politica può ancora salvare Telecom. Ad affermarlo è Asati, l’associazione dei piccoli azionisti del gruppo telefonico, che propone una ricetta precisa: “il Governo può creare una sottoscrizione di obbligazioni Telecom per 3 miliardi da parte della Cdp, che si convertiranno successivamente in equivalenti azioni della società della rete”.
La nota dell’associazione prosegue: “L’accordo tra i soci Telco, l’aumento della partecipazione azionaria di Telefonica, in due fasi, l’allungamento addirittura al 2015 per una eventuale disdetta, fino al raggiungimento di Telefonica all’intera quota azionaria di Telco, sono solo manovre diversive di attesa, che oltre a provocare dei fuochi di artificio nel breve presto saranno deleterie per il futuro assetto di TI. Se il 3 ottobre al cda non sarà proposto un aumento di capitale di almeno 3 miliardi, il declassamento annunciato dalle agenzie di rating sarà impietoso”.
Il punto, per Asati, è che la manovra su Telco sarebbe “una manovra che avviene sulla scatola alta di controllo”, ma che non cambia i parametri economico-finanziari della società.
La strada, senza l’intervento del Governo con il braccio della Cdp, sembrerebba segnata. Per l’associazione dei piccoli azionisti Telefonica “sarà costretta, in base alla normativa antitrust, a cedere con uno spezzatino l’attività di Tim Brasil, dando così avvio ad una via crucis per una azienda strategica per il nostro sistema Paese”.
La notizia dell’accordo tra i soci di Telco e Telefonica ha dato comunque slancio al titolo Telecom, che guadagna l’1,36% in Borsa in mattinata, contribuendo a portare in territorio positivo il listino italiano.