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As Roma, DiBenedetto: “Ha inizio una nuova era, ecco il mio sogno. Totti? E’ il più grande?

Arrivano gli americani. A Trigoria oggi si è tenuta la prima conferenza stampa della nuova A.S. Roma. Erano presenti il Presidente del Cda ad interim Roberto Cappelli, il futuro Presidente Thomas R. DiBenedetto, il nuovo Ceo dell’A.S. Roma Claudio Fenucci, l’allenatore Luis Enrique e il responsabile della comunicazione Tullio Camiglieri. Non era sul palco, Walter Sabatini, la cui assenza è stata giustificata dall’impossibilità di fumare all’interno della sala, tuttavia la sua sagoma è spesso apparsa dietro le porte a vetri, avvolta dalla nube di fumo delle sue immancabili sigarette.
Il primo a parlare è stato Cappelli che, dopo aver nuovamente ringraziato la famiglia Sensi e il management che in questi anni ha lavorato per la Roma, ha delineato il nuovo profilo societario del club, composto “da elementi di primissima qualità, scelti per un progetto serio e competitivo”. Ha poi chiarito che il closing verrà completato a breve, ma che essendo ancora in corso le trattative, non è possibile parlare oggi della condizione economico finanziaria della Roma, dato che la società è quotata in borsa.

La parola è poi passata al tycoon americano, Thomas DiBenedetto, l’ospite più atteso di questa calda mattinata. Il manager di Boston, ha ringraziato prima di tutti i Sensi, poi Cappelli e Unicredit per il loro contributo e per le nomine di Sabatini, Baldini (oggi è arrivato il comunicato della FA che svincolerà il dirigente in autunno) e Fenucci, ai quali ha rinnovato la sua grande fiducia. Il socio dei Boston Red Sox ha definito il suo progetto “una nuova era”. “siamo un management con ambizioni e sogni, comuni a tutti i tifosi. Ci sarà bisogno di tempo per realizzarli, ma lavorando insieme sono convinto che abbiamo le capacità per riuscirci.

Successivamente ha preso parola Fenucci, ex amministratore dell’ U.S. Lecce, che ha subito manifestato il suo entusiasmo, “A Lecce non ero abituato a queste folle, siete numerosissimi e questo è già un segnale della grandezza di questo club”. Il nuovo Ceo della Roma metterà a disposizione del club capitolino il proprio bagaglio d’esperienza.

La conferenza è proseguita con le domande dei giornalisti che hanno dato modo ai presenti di affrontare diversi temi legati alla nuova squadra giallorossa.
DiBenedetto ha prima di tutto chiarito quelli che sono gli obiettivi, a breve e a lungo termine, della società. Il primo target a cui si punta è la formazione del miglior team di manager possibile, “è da qui che bisogna cominciare, nel calcio è fondamentale”. Per la fine di questa stagione (2011/2012) sarà al completo. “Però vogliamo lavorare anche e soprattutto con i giovani, che dobbiamo saper aspettare”. Il progetto che ha in mente per la Roma è a lungo termine, lo sa bene DiBenedetto, che ha sentenziato: “Rome wasn’t built in a day”.
Si ripartirà da Totti e, si spera da De Rossi. L’americano ha speso per entrambi belle parole, del capitano giallorosso ha detto “E’ il migliore di Roma e d’Italia, probabilmente il più grande giocatore dell’ultimo secolo”. Ci sono meno certezze su De Rossi: “Noi ammiriamo le sue capacità, noi vorremmo, anzi vogliamo che lui resti qui e faremo di tutto affinché ciò avvenga”.

Sono numerose le mosse che che ha in mente il manager di Boston, aumentare l’affluenza allo stadio, sfruttando tutto ciò che può fare da contorno alla partita. Sarà fondamentale il marketing, a livello globale e lo sviluppo dei media per i quali si sta già collaborando con una società che sviluppa social media.
Numerose sono state ovviamente le domande sul nuovo stadio. A breve un incontro col Coni per affrontare le questioni più imminenti ma non ci sono novità per quanto riguarda lo stadio di proprietà. In merito alla questione è intervenuto Camiglieri: “siamo ancora in attesa della legge sugli stadi, è incomprensibile che sia tutto fermo, la norma è condivisa da tutte le parti politiche”.

Qualcuno ha addirittura parlato di rivoluzione del calcio italiano. Ma DiBenedetto ha immediatamente chiarito che il suo fine non è cambiare il calcio italiano ma “portare l’As Roma in alto”. “Sono venuto in Italia perché qui ci sono le mie radici, mio padre era italiano. Prenderò casa a Roma e mi trasferirò qui, so bene quanto è importante per i risultati e per i tifosi la mia presenza fisica” ha poi aggiunto, “Apprezzo molto l’attenzione che c’è da parte dei tifosi, esistono pochi posti come Roma da questo punto di vista, e uno di questi è Boston grazie ai Red Sox”.

Non sono mancate le domande scomode. Al tycoon americano è stato chiesto cosa pensa della commistione tra calcio e politica in Italia e in particolare di Berlusconi, presidente della società campione d’Italia e Primo Ministro. Questa la risposta di DiBenedetto: “Il Primo Ministro italiano ha grande successo sia nel calcio che in politica, lui ha i suoi mezzi per riuscirci”.
A Cappelli è invece stato chiesto se in questa Roma bicefala, a closing terminato, avranno ancora un ruolo attivo gli uomini di Unicredit, azionista di minoranza. L’avvocato, presidente ad interim della Roma, ha prontamente risposto, che “questa Roma non è bicefala, c’è bisogno di una sola voce. Questa è una buona partnership che può continuare ma le redini le ha Tom (DiBenedetto – ndr)”.

A metà dell’incontro c’è stata una pausa che ha permesso la presentazione delle nuove maglie. E qui una sorpresa c’è stata, a differenza di una conferenza stampa priva di particolari emozioni, ad indossare le maglie non c’erano le stelle o i nuovi acquisti, ma i giocatori della primavera campioni d’Italia, accompagnati dall’allenatore Alberto De Rossi. Pigliacelli indossava la maglia da portiere, Antei quella rossa, Viviani quella bianca e il classe ’94 Verre quella nera. La nuova maglia della Roma Primavera con lo scudetto sul petto la indossava Caprari, gioiellino che ha esordito quest’anno in prima squadra.

Dopo la presentazione delle maglie sotto le note di “Grazie Roma”, ha fatto il suo ingresso l’altro special guest di oggi: il nuovo allenatore dell’A.S. Roma Luis Enrique.
L’asturiano, ex calciatore di Barcellona e Real Madrid ed ormai ex allenatore del Barcellona B, ha avuto modo di ribadire quelle che sono le sue idee e e prospettive per il suo nuovo incarico.
La sua sarà una Roma offensiva, “Attaccare è il mio unico modello di gioco, ora vedremo come adattare le mie idee alla squadra”. L’idea di calcio che che ha in mente non è uguale ma simile a quella del Barcellona. La Roma lo ha scelto perchè vuole puntare sui giovani e lui questo lo sa bene, “Mi sento depositario della scommessa della Roma di puntare sui giovani”. In merito a questioni delicate come Vucinic e il nuovo portiere, Luis Enrique ha evitato di rispondere, delegandole a Sabatini che sostiene l’allenatore, “Conosce meglio di me queste situazione, è lui che se ne occupa”.
Per quanto riguarda nuovi innesti, lo spagnolo vuole prima di tutto vedere la squadra al completo poi deciderà, anche se è consapevole che la rosa è da perfezionare.

Ma si sa a Roma la voglia di vincere è tanta, i tifosi sono a digiuno da tanto tempo e quindi c’è chi vuole sapere quali sono le ambizioni per quest’anno.
Questa la risposta di Luis Enrique, che appare determinato a fare bene: “Ai tifosi voglio garantire che non avremo mai un atteggiamento difensivo o speculare, attaccheremo sempre per vincere. I tifosi dovranno avere fiducia ma li faremo sempre divertire.” Si è così conclusa una conferenza senza effetti speciali, più necessaria a calmare gli animi della capitale, che volevano vedere di persona i nomi che da troppo tempo girano intorno alla propria squadra.

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