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Aru, splendido bis al Sestrière. Contador vacilla ma il giro è suo

Alberto Contador vince il Giro nel giorno in cui ha rischiato di perderlo, messo alle corde prima dalle rasoiate di Landa, poi dall’esplosiva esuberanza di Aru, autore di uno straordinario bis al traguardo del Sestrière. Mai si era visto lo spagnolo perdere le ruote di netto dei suoi rivali come è accaduto ieri sui terribili tornanti del Passo delle Finestre, appena l’asfalto ha lasciato il posto a uno sterrato d’altri tempi. Fin lì sembrava di assistere al solito copione delle tappe di alta montagna: ancora una volta Aru e Landa, grazie alla mirabile forza dell’Astana, avevano isolato la maglia rosa rimasta presto senza più compagni. Nei giorni scorsi Contador da solo bastava e avanzava per tenere a bada i due giovani galli della corazzata kazaka, dando anche lezioni di grande ciclismo come sul Mortirolo. Anche ieri all’improvviso allungo di Landa, il Pistolero ha cercato subito di seguirlo, ma poi – ecco lo scenario tutto nuovo – si piantava sui pedali come se fosse improvvisamente svuotato di potenza. Il basco, grimpeur di assoluto valore, si involava a caccia del russo Zakarin. Aru stava con Contador per qualche centinaio di metri. Ma non impiegava molto tempo a capire che allo spagnolo si era accesa la spia rossa della riserva e subito scattava, creando un vuoto sempre più incolmabile. Il Giro stava vivendo un finale del tutto inatteso con la maglia rosa che nemmeno riusciva ad accodarsi a Hesjedal, Kruijswijk e Uran, i tre più solleciti a mettersi all’inseguimento di Aru. “I grandi giri si vincono superando i giorni neri”, dirà al traguardo il Pistolerto. Ma a due km dalla vetta, quando i tornanti si facevano sempre più asfissianti, solo contro tutti in quell’anfiteatro maestoso che è il Colle delle Finestre, per il campione spagnolo la situazione stava volgendo al peggio. Il Contador del Mortirolo era solo un ricordo. Soffriva fino al punto da non reggere il passo nemmeno di Kangert, che scalatore non è.

Sul colle, cima Coppi di questo Giro, Landa precedeva un esausto Zakarin. A meno di un minuto passava il drappello di Aru. Il ritardo di Contador si avvicinava ai due minuti. Nella discesa su Pragelato, prima dell’inizio dell’ascesa finale del Sestrière, i distacchi rimanevano invariati anche perché Landa non aveva un cambio dal russo che non aveva più in corpo un watt di energia; si arrabbiava con Aru, per lo stesso motivo, anche Uran nel gruppetto degli immediati inseguitori ma il sardo per ragion di squadra se ne stava a ruota degli altri. In questo valzer di richieste e di rifiuti incrociati, ne beneficiava Contador che non riusciva ad accelerare ma che si faceva coraggio capendo di aver perso solo la tappa, ma non il Giro.

Anche nell’ammiraglia dell’Astana intuivano, forse un po’ tardi, che Landa e Aru assieme avrebbero potuto fare saltare il banco, vista la giornata decisamente negativa della maglia rosa. Allora decidevano di fermare Landa, che obbediva a malincuore, perché stava volando verso un probabile tris dopo aver piantato uno Zakarin alla deriva. Aru nel frattempo aveva innestato la quarta mettendo a dura prova la resistenza di Uran, Hesjedal e Kruijswijk. Malgrado questo pasticcio tattico dell’Astana, Contador perdeva altro terreno ma non così tanto da fargli perdere la calma, consapevole che un’accelerata per accorciare il distacco poteva essergli letale.

Mentre il morale di Landa scendeva sotto i pedali, Aru saliva in cattedra, con un vigore e un’esplosività agonistica che mandava in delirio la folla assiepata sulla salita del Sestrière. Una cavalcata regale che non dava scampo ai rivali. Un trionfo, 24 ore dopo quello di Cervinia, che alza ulteriormente l’asticella del valore di un corridore destinato a essere un top player del ciclismo mondiale. A 18” arrivava secondo, come ieri l’altro, Ryder Hesjedal, autore di un splendido finale in questo Giro che lo vede adesso entrare nella top five. Ancora terzo a 24” – come a Cervinia – un ritrovato Uran che precedeva uno sfiduciato Landa che dopo l’arrivo verserà lacrime amare per quello stop imposto. Quinto Kruijswijk a 34”.

Poi occhio al cronometro attendendo Contador, che arrivava sesto a 2’25. Una batosta imprevista ma il Pistolero tagliava il traguardo agitando il pugno come se fosse arrivato primo. Il Giro era in cassaforte, ma la crisi sul Colle delle Finestre insinua qualche dubbio sulla “ missione doppietta”, cioè conquistare dopo il Giro anche il Tour, realizzando un’exploit riuscito solo a pochi grandissimi del passato. Addirittura il suo patron, Oleg Tinkov che l’ha seguito al Giro entusiasmandosi alle sue gesta, lo vorrebbe anche alla Vuelta di agosto. Come se non bastasse quello che lo aspetta a fine giugno in Francia quando Contador si troverà di fronte Nibali, Froome e Quintana per una sfida stellare alla quale Vinokourov, team manager dell’Astana, vorrebbe che partecipasse anche Aru. “Solo per fare esperienza”, ha aggiunto il vecchio Vino che si trova ora il piacevole ma non facile compito di gestire e coniugare nella stessa squadra la leadership di Nibali con le crescenti e legittime ambizioni di Aru ma anche di Landa, il sacrificato di ieri al Sestrière che non vincendo la tappa ha anche mancato per un soffio la conquista della maglia azzurra di leader degli scalatori rimasta sulle spalle a Giovanni Visconti.

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