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Arte, “La ragazza di Vermeer”: una diva a Bologna

La ragazza di Vermeer apre finalmente le porte della sua casa bolognese, Palazzo Fava, per accogliere i molti visitatori che andranno a renderle omaggio. Sono già 120mila quelli che hanno prenotato un posto a “La ragazza con l’orecchino di perla. Il mito della Golden Age da Vermeer a Rembrandt, capolavori dal Mauritshuis”, mostra in corso da oggi a Bologna, ma almeno altrettanti sono attesi entro il 25 maggio, data ultima dell’ennesimo evento di successo dello storico dell’arte Marco Goldin.

Chi non conosce ormai “La ragazza con l’orecchino di perla”, la tela di 44,5 x 39 cm che l’artista olandese Jan Vermeer dipinse fra il 1665 e il 1666? La sua bellezza è celebrata da secoli ed è stata resa quanto mai attuale da un libro di successo che le ha cambiato nome (da Ragazza col turbante e Ragazza con l’orecchino di perla) e dall’omonimo film con Scarlett Johansson. Nell’arte, forse come nella vita, tutto è suggestione, innamoramento, emozione. E questa ragazza non smette di sedurre chi la guarda. Non importa quanto di bello la accompagna o la circonda, gli altri capolavori della Golden Age e le meravigliose sale di Palazzo Fava affrescate dai Carracci, orgoglio del Barocco bolognese.

La regina è lei, una fanciulla vestita modestamente e la sua perla, un monile regale, dalle dimensioni improbabili. Un gioiello che forse è una goccia di vetro dipinta, un’illusione nell’illusione. Ma chi mai contesterebbe a una diva di portare una borsa firmata falsa? “Non importa se l’arte si nutre di miti – commenta Goldin – questo è il nostro tempo e non dobbiamo avere paura di viverlo. Una volta il quadro era famoso col nome la Ragazza col turbante, ma a me è sempre sembrato banale e meno attraente della Ragazza con l’orecchino di perla, che ha avuto un successo mondiale”. E poiché l’arte, fra le mani di questo trevigiano geniale, diventa anche business, vale la pena di credergli.

La mostra ha già fatto tappa a Tokio, New York, San Francisco e Atlanta. Bologna è l’unica sede europea, prima di rientrare a L’Aja. Oggi la ragazza fa le ore piccole e resta sveglia fino alle 2, poi dal lunedì al giovedì Palazzo Fava chiuderà il suo scrigno alle 20, venerdì e domenica alle 21, mentre il sabato alle 22.

La fanciulla gode, da sola, di un’intera sala, con temperatura e luci costanti, per non alterare la sua pelle di luna e la sua delicatezza. E’ ovviamente circondata dai suoi bodyguard e da sistemi che ne garantiscono la sicurezza 24 ore su 24. La divina purtroppo non firma autografi, ma lascia un segno indelebile in chi fissa lo sguardo nel suo. La sua magia, o meglio quella di Vermeer, è di attrarre lo spettatore nei quadri dove lui stesso lo precede e in certa misura è presente, per scoprire un momento quotidiano, inatteso, per questo più vero.

L’operazione ha sicuramente un grosso valore economico, se si pensa che il Mauritshuis ha coperto gran parte delle spese di ristrutturazione del museo con la vendita della mostra. Ma quanto costa un’operazione così? “Di questo non si parla – commenta Goldin – ci sono fior di avvocati che si sono occupati degli accordi”. I ricavi saranno proporzionati? “meno di quanto si pensi – risponde – perché noi abbiamo contenuto il prezzo del biglietto rispetto alle altre città e abbiamo sale meno capienti”. Il contesto di Palazzo Fava è il più bello che si possa immaginare, ma forse non  il migliore quando l’arte è business. Forse ci sarà un giorno in cui quadri come questo diventeranno così attraenti che, per contenere i visitatori, ci vorrà uno stadio. Per ora, fortunatamente, avvicinarli è difficile, raro e prezioso, ma ancora possibile. Chi ha appetiti culturali e mondani quindi si affretti.

La mostra bolognese è anche un po’ più ricca della altre e i dipinti in scena sono 37: un secondo quadro di Vermeer, Diana e le sue ninfe, ma anche 4 tele di Rembrandt e poi opere da Hals a Ter Borch, da Claesz a Van Goyen, da Van Honthorst a Hobbema, da Van Ruisdael a Steen, insomma l’intero secolo viene ripercorso attraverso i capolavori del Mauritshuis. Ad hoc anche il catalogo in vendita per 25 euro. Tredici euro è il prezzo del biglietto con prenotazione, che si può acquistare sul sito di Linea d’ombra.

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Categories: Cultura
Tags: ArteBologna