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Arte: che succede? Ecco perché l’eccesso vizioso di offerta e le speculazioni minano la fiducia del mercato

Christie's

Il mercato dell’arte contemporanea sta vivendo un momento di incertezza come diversi altri beni di investimento. Ma l’arte è un asset “volatile” e segue perfettamente i fattori che regolano l’economia globale. Gli investitori in chiave di speculazione che un tempo spingevano la crescita del mercato attraverso rivendite rapide, ora contribuiscono a questa instabilità. Di conseguenza, i collezionisti stanno inondando il mercato secondario con pezzi che non riescono a raggiungere o superare i prezzi di acquisto originali. Questo circolo vizioso di eccesso di offerta e comportamenti speculativi mina la fiducia del mercato e lascia il settore delle vendite secondarie in difficoltà a riconquistare la propria posizione.

Tutti ricordiamo quanto poteva essere interessante investire in arte grazie ad un mercato rialzista che spesso abbiamo registrato nel corso degli scorsi decenni. Una prima crisi era già stata registrata nel 2008 forse legato alla concomitante crisi finanziaria mondiale. I prezzi delle opere d’arte contemporanea, moderna e impressionista erano diminuiti e le case d’asta internazionali videro crollare i prezzi delle loro azioni in reazione alla diminuzione della fiducia dei consumatori globali. Statisticamente, sembrerebbe che l’arte non sia così legata agli effetti socio-economici e che questi possano influenzare (non poco) il mercato di riferimento. In teoria, i consumatori più ricchi costituiscono la maggior parte del mercato dell’arte, e gran parte del valore dei pezzi artistici è soggettivo e basato sulla percezione di ricchezza e status.

Arte: acquisti effettuati con il reddito disponibile. Che vuol dire?

È un bene principalmente estetico, decorativo e il suo valore economico è estrinseco. In altre parole, in tempi di recessione, quando il reddito disponibile diminuisce e le famiglie scelgono di spostare i flussi di cassa in risparmi, i beni di lusso come l’arte sono i primi a subire un minore interesse, in questo senso, il mercato dell’arte può essere altamente correlato con l’economia e alle recessioni. L’attuale mercato dell’arte è sistematicamente diverso da quello che era stato nelle recessioni precedenti. Attualmente ci sono molti più acquirenti rispetto al passato, il che offre maggiore liquidità e capitale di investimento e una maggiore probabilità di sostenere la domanda nel tempo, ma se la recessione è globale, ogni investimento diversificato da parte dei speculatori è comunque una nota di rischio.

Arte: un mercato sempre più globale

Durante la recessione generalmente vengono annunciati tagli e riorganizzazioni delle principali organizzazioni come case d’asta anche a causa di ingressi fondi finanziari. Le gallerie hanno ridotto le loro collezioni d’arte e di artisti, hanno chiuso gli spazi espositivi e in generale hanno ridimensionato le loro attività. Alcuni analisti hanno individuato nel fattore di recessione un segno di forza, non di debolezza, offrendo a prezzi molto equi per i collezionisti. I collezionisti in generale, pur vedendo diminuire il valore delle loro collezioni, non rimettono subito le opere sul mercato nella speranza di un rialzo. Ma non tutte le crisi e le recessioni hanno le stesse previsione a breve termine, semmai è più probabile a lungo periodo. Sebbene l’arte sia considerata un investimento alternativo abbastanza affidabile, è meno liquida e può comportare costi di transazione più elevati rispetto alle attività finanziarie tradizionali. Di conseguenza, gli investitori potrebbero preferire asset con rendimenti più prevedibili e rischi inferiori durante una recessione globle. Questo spostamento può sopprimere i prezzi delle opere d’arte e ridurre il volume delle transazioni di alto valore. Tutto sommato, il mercato dell’arte quando è influenzato da meccanismi puramente economici dovrebbe prevedere un periodo più maturo e meno fragile come si potrebbe pensare, dovrebbe essere più capace di sostenersi durante le fluttuazioni naturali cercando di osservare oltre il mercato di tendenza, come ad esempio – pare in forma ancora molto contenuta – che le nuove generazioni vogliano riscoprire l’arte storicizzata e magari collezionare esclusivamente periodo artistici di grande qualità e legati ad un movimento piuttosto che un’altro. Tuttavia, l’arte ha ancora spazio per crescere e diventare finalmente un’economia sostenibile e non solo modernizzata legata a cicli economici di vita troppo brevi.

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