Si chiamano Bronner, Solaris, Joanniter, Souvigner Gris, Helios: sono i vitigni “Piwi”, varietà selezionate in vigna per la capacità di resistere ai funghi e ai cambiamenti climatici, caratteristiche che li affrancano da trattamenti chimici invasivi e ne fanno lo strumento ideale per dare vita a vini Super Bio. Si presentano al pubblico martedì 10 maggio al Dolce Emporio di Firenze, la boutique del gusto dello chef Fabio Barbaglini in Borgo San Frediano.
Si potrà fare la conoscenza di sei cantine lombarde specializzate in Piwi e di altrettanti vini innovativi. Nove Lune con Theia, passito da uve Helios, Bronner e Solaris, Achille Dellafiore con Joh, vino ancestrale da uve Joanniter, Hermau con Magi, metodo classico da Souvigner Gris, Alpi dell’Adamello con Idol, bianco da uve Solaris, Pietramatta con Amber, un orange wine da uve Souvigner Gris, Marcel Zanolari con Vagabondo, rosso da uve Piwi. A guidare i partecipanti nella degustazione, l’enologo Gabriele Valota di Assoenologi.
la nuova frontiera dei vini biologici presentata in abbinamento con rarità gastronomiche
Dalla Lombardia per l’occasione non arrivano solo i vini, ma anche prodotti gastronomici pressoché introvabili sulle tavole toscane: formaggi complessi come il Silter della Val Camonica, lo strachintunt della Val Taleggio e il formai del Ferdy Hay, salumi particolari come il violino di capra della Valchiavenna, ottenuto dalla coscia della capra che viene tagliata proprio come fosse un violino con il coltello al posto dell’archetto, il salame di Bagnaria, borgo medievale della valle Staffora, la brisaola della Valchiavenna, ben diversa dalla più comune bresaola. Il “padrone di casa”, lo chef Fabio Barbaglini, metterà sul piatto della degustazione gli ortaggi croccanti in acqua di mare della linea Fiori di Spezie, preparati e conservati senza aggiunta di sale. (info@dolcemporio.shop)
Già al lavoro a 14 anni, nelle cucine del Lago Maggiore, Fabio Barbaglini ha aperto il primo ristorante a 23 anni, il “Caffè Groppi” a Trecate (No), premiato con la stella Michelin nel 2004. Tra le esperienze più significative quella come capo partita all’Antica Osteria del Ponte a Cassinetta di Lugagnano (3 stelle Michelin), ristorante che riaprirà poi nel 2012 in qualità di chef-patron. La filosofia dietro il rilancio de “La Cassinetta” si può sintetizzare in “naturale concezione del gusto”, concetto che tornerà nelle sue successive esperienze.