Rivoluzione in arrivo per Yahoo, che cambia padrone e a breve si ritroverà anche con un nuovo nome. Come sarà ribattezzata la società non è ancora dato sapere, ma è ormai certo che le attività legate al web di Yahoo passano a Verizon. Il colosso delle telecomunicazioni le farà confluire nella sua controllata Aol (acquistata l’anno scorso per 4,4 miliardi), nell’ambito di un’operazione da 4,83 miliardi di dollari in contanti che comprende anche alcuni asset immobiliari di Yahoo (l’offerta iniziale non li comprendeva ed era di 3 miliardi).
“Poco più di un anno fa abbiamo rilevato Aol per rafforzare la strategia di connessione cross-screen per i nostri clienti, grazie a una tecnologia che combina dati, contenuti e innovazione”, ha detto l’amministratore delegato di Verizon, Lowell McAdam.
L’accordo – si legge in una nota – è soggetto all’approvazione delle autorità di regolamentazione e degli azionisti di Yahoo e sarà chiuso, secondo le previsioni, nel primo trimestre 2017. Fino alla chiusura, “Yahoo continuerà a operare in modo indipendente”. La società resterà quotata anche dopo la formalizzazione dell’intesa.
COSA RESTA FUORI DALL’ACCORDO
Rimangono fuori dal perimetro dell’intesa la partecipazione che Yahoo detiene nel colosso cinese dell’e-commerce Alibaba Group, le quote di Yahoo Japan, la liquidità di Yahoo e il “portafoglio Excalibur”, che riguarda i brevetti non fondamentali, oltre ad alcuni investimenti minori e titoli convertibili che continueranno a essere detenuti da Yahoo.
IL FUTURO DORATO DI MARISSA MAYER
Al momento non è chiaro quale sarà il destino dell’amministratore delegato di Yahoo Marissa Mayer, il manager ex Google (fu il primo ingegnere donna assunto da Mountain View) che negli ultimi anni ha cercato senza successo di rilanciare le sorti di Yahoo. Secondo alcuni osservatori è improbabile che avrà un incarico rilevante e qualcuno ritiene addirittura che non le sarà attribuito alcun incarico.
“Personalmente – ha scritto Mayer su Tumblr –, ho intenzione di restare. Amo Yahoo e credo in tutti voi. È importante per me vedere Yahoo nel suo prossimo capitolo”.
Ma anche se dovesse andarle male, la Ceo avrà davvero di che consolarsi: il contratto di Mayer – che finora ha racimolato compensi in contanti e azioni per oltre 100 milioni di dollari – prevede il pagamento di una buonuscita di oltre 50 milioni se dovesse essere messa alla porta in seguito a un’eventuale vendita.
GLI SCONFITTI DELLA YAHOO-RACE
Verizon, forte di una capitalizzazione di mercato di 210 miliardi di dollari e circa 5 miliardi di liquidità, ha prevalso nella gara per Yahoo su gruppi come le private equity Bain Capital, Vista Equity Partners, Tpg e Advent International. È rimasto a bocca asciutta anche Dan Gilbert, il fondatore di Quicken Loans, mentre il colosso delle telecomunicazioni At&t, entrata in corsa solo in una fase successiva rispetto agli altri, non è mai stata davvero in partita.
FLICKR, TUMBLR E NON SOLO: ECCO CHI ENTRA NELLA FAMIGLIA VERIZON
Con l’operazione Verizon rafforza molto il proprio portafoglio di contenuti online, aggiungendo ad esempio siti come Yahoo Finance, Sports e News, ma anche il motore di ricerca, il servizio di posta elettronica, la piattaforma per immagini Flickr e per blog Tumblr. Tutti acquisti che dovrebbero fruttare grazie a nuove inserzioni pubblicitarie.
MA GOOGLE E FACEBOOK RESTANO LONTANI
In ogni caso, anche dopo l’acquisizione degli asset di Yahoo, Verizon continua a restare alle spalle di giganti come Google e Facebook, che catalizzano più della metà del mercato da 69 miliardi delle pubblicità digitali. Ma l’intenzione di Verizon è di risalire la china e sfidare i due colossi.
LA REAZIONE DI WALL STREET
Sul Nasdaq, l’indice dei principali titoli tecnologici, le azioni Yahoo cedono il 2,1% a 38,58 dollari, mentre il titolo Verizon segna un ribasso dello 0,2% a quota 55,87 dollari.