Il cibo è una delle principali cause del cambiamento climatico, responsabile di oltre un quarto delle nostre emissioni di carbonio. Non tutti gli alimenti, però, sono “colpevoli” allo stesso modo. Come capire se il cibo che compriamo è sostenibile? A rispondere ci pensa Setai, l’applicazione che aiuta a migliorare le abitudini alimentari e a conoscere l’impatto ambientale del cibo acquistato. Un progetto partito dal Regno Unito e in arrivo in Italia, grazie all’intuizione di due giovani veneti, Andrea Longo e Edoardo Danieli, e grazie all’apporto scientifico di eAmbiente, azienda di ingegneria e consulenza ambientale ed energetica veneziana nata nel 2003.
La produzione di alcuni alimenti, come carne bovina e formaggio, rilascia nell’atmosfera quantità elevate di gas come anidride carbonica, metano, biossido di azoto e altre ancora. Questi sono responsabili del cambiamento climatico provocato dall’uomo. Motivo per cui molti si sono convertiti ad una dieta vegetariana o vegana.
Dunque, l’importanza della sostenibilità ambientale è diventata una vera e propria emergenza. E questa app nasce con l’obiettivo di supportare il movimento globale a difesa dell’ambiente e, insieme, coinvolgere il singolo a dare il suo personale contributo a una causa così importante. Nel nostro piccolo tutti possiamo adottare comportamenti corretti per limitare l’impatto ambientale e con questo obiettivo nasce Setai.
L’app è molto semplice da utilizzare: la fotocamera dello smartphone scansiona il codice a barre del prodotto e grazie all’app vengono calcolate la valutazione di salubrità, ossia la qualità dei valori nutrizionali e degli ingredienti, e quelle ambientali, ovvero la sua carbon footprint: le emissioni di gas serra generate durante tutto il ciclo produttivo: dalla fase agricola all’arrivo sullo scaffale del supermercato. Un modo per aiutare i consumatori a fare scelte migliori non solo per il proprio benessere ma anche per quello del pianeta.
Entrambi gli indici vengono rappresentati, numericamente, con una scala che va da 1 a 10 e, cromaticamente, con una griglia che va dal rosso al verde acceso. Si possono anche tenere traccia dei punteggi settimanali, mensili e annuali per monitorare i progressi, e confrontare i propri risultati con quelli degli altri utenti, al fine di creare una vera e propria community. Inoltre, l’app offrirà anche un giudizio di healthiness del singolo prodotto e della propria spesa complessiva. Un modo per aiutare i consumatori a fare scelte migliori non solo per il proprio benessere ma anche per quello del pianeta.
Ma come si ottengono i dati sull’impatto ambientale? A ogni prodotto finito è attribuita una categoria di riferimento che ha una sua emissione di anidride carbonica a livello medio nazionale. Questi dati si trovano in alcuni database certificati dall’Unione Europea e dalle maggiori università. Da qui si parte e si applicano correttivi in base al metodo di trasporto utilizzato, all’origine dell’ingrediente, al livello di trasformazione industriale, per arrivare a una valutazione finale per ogni singolo prodotto alimentare venduto nei supermercati. Con l’applicazione, si potrà valutare le alternative a minor impatto ambientale, tracciare i consumi di anidride carbonica e investire un euro per poter piantare uno o più alberi.
L’app è già disponibile per iOS e Android. Il prossimo obiettivo sarà quello di implementare i dati indicando anche il dispendio d’acqua necessario per la produzione del prodotto e gli eventuali prodotti chimici utilizzati, così da fornire un profilo sempre più completo circa l’ecosostenibilità di quello che portiamo sulle nostre tavole.
“Se tutti gli italiani usassero Setai per stabilire l’impronta di carbonio dei prodotti alimentari, tutti sarebbero sensibilizzati all’acquisto – ha affermato Gabriella Chiellino, Presidente di eAmbiente, socia di Setai -. Per noi è un grande investimento tecnico ed educativo e ci stiamo lavorando da anni grazie all’entusiasmo di Andrea ed Edoardo che tra Londra e Venezia hanno creduto nella loro idea e sono venuti a coinvolgerci. Esperienza, competenza e passione giovanile sono la miscela giusta per rispondere alla transizione ecologica in maniera concreta e pragmatica”.
“È incredibile che ad oggi i consumatori non siano ancora informati del gigantesco impatto che la produzione di cibo ha sul riscaldamento globale – ha sottolineato Edoardo Danieli -. Le emissioni derivanti dalla produzione del cibo superano il 25% del totale delle emissioni prodotte dall’uomo. C’è inoltre una forte differenza di emissioni tra produttori sostenibili e non. La buona notizia, quindi, è che fare scelte sostenibili non costa nulla, basta essere informati”.
Setai vuole sensibilizzare la società sull’effetto che le nostre decisioni d’acquisto hanno sul pianeta e di affermarsi come punto di riferimento per le aziende che vogliono mostrare, già sull’etichetta, i dati dell’impatto ambientale dei loro prodotti.