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Armani, auguri a Re Giorgio che compie 90 anni guardando al futuro: indipendenza, Borsa o fusione? Ecco quanto vale il suo impero

FIRSTonline

Forse nemmeno i calciatori più noti hanno la fama che si è guadagnato Giorgio Armani nel mondo che cucendo insieme, è il caso di dirlo, la sua fantasia con il senso del bello, della misura e degli affari. Re Giorgio, il fuoriclasse dell’eleganza, discreto, indipendente, compie 90 anni, oltre la metà dei quali dedicata al suo impero che viene valutato ora intorno ai 4,5 miliardi, ma anche fino a 10 miliardi secondo i calcoli di alcuni analisti.

Armani, il sogno: da 10 milioni di lire a 4,5 miliardi di euro

La sua vita piacerebbe agli amanti dell'”American Dream”: partire dal nulla e arrivare alle stelle. Ma Re Giorgio il sogno lo ha realizzato qui in Italia, partendo da Piacenza e iniziando a lavorare come vetrinista alla Rinascente di Milano. Poi nel 1975 con il suo socio e compagno Sergio Galeotti, ha deciso di creare la Giorgio Armani partendo con 10 milioni di lire. Le idee non gli sono mancate, per esempio nel 1988 alle collezioni ready to wear uomo e donna, ha aggiunto la linea eyewear. “Firmai un importante accordo per realizzare gli occhiali Armani con Luxottica, un’ottima mossa, che ha dato risultati eccellenti”, ha sottolineato lo stilista, la cui partnership con la società fondata da Leonardo Del Vecchio è attiva tutt’oggi. L’anno scorso ha anche ricevuto dall’università di Piacenza la laurea honoris causa in economia.

Il gruppo ha chiuso il 2022, ultimo bilancio disponibile, con ricavi per 2,35 miliardi di euro, un fatturato indotto di 4,5 miliardi e un fatturato a valori retail di 6,5 miliardi. L’utile netto era ammontato a 162 milioni di euro. Cifre notevoli se confrontate con il primo bilancio della Giorgio Armani spa del 1976, quando i ricavi ammontarono a 569 milioni di lire.

Armani: “Non potrei vivere la mia vita diversamente”

Parrebbe di cattivo gusto parlare del “dopo Armani” nel giorno di un compleanno che Re Giorgio ha festeggiato nella sua “Bottega” in via Bergognone a Milano, fermandosi giusto un attimo tra un aereo e l’altro. Pantaloni e t-shirt blu scuro, la sua divisa di ordinanza, un paio di settimane fa, rientrando a Milano dopo una delle sue più belle sfilate privé a Parigi, ha detto: “Non potrei vivere la mia vita diversamente”.

E del resto il suo modo di raccontarsi dice molto di lui. “Di volta in volta sono un operaio, un capomastro, un geometra un architetto”, aveva detto a Roberto Gervaso in una storica intervista al Corriere della Sera nel 1980. Non disse stilista tanto sapeva che quel nome se l’era guadagnato sul campo, dopo averlo anche coniato: “Non chiamatemi né un sarto, né couturier, sono uno che crea uno stile, cioè stilista”. E poi, sempre nel suo stile understatement nel docu-film in cui si è tramutata la sua sfilata del settembre 2020, la prima in diretta televisiva, a pochi mesi dallo scoppio del Covid-19 ha detto: “E’ un puro caso se mi sono occupato di moda, ma quando ho capito che potevo diventare qualcuno, ce l’ho messa tutta”.

Nel futuro del ragazzo di 90 anni potrebbe esserci la quotazione

Giorgio Armani non si sente di escludere nulla per il futuro del gruppo. Dopo aver lottato per anni per mantenere l’indipendenza lo scorso aprile ha aperto alla possibilità che la sua azienda possa un giorno unirsi a un rivale più grande o quotarsi in Borsa. “L’indipendenza dai grandi gruppi potrebbe ancora essere un valore trainante per il Gruppo Armani in futuro, ma non mi sento di escludere nulla” ha detto Re Giorgio rispondendo per iscritto a una serie di domande di Bloomberg. “L’indipendenza è uno dei valori fondanti di tutto ciò che ho creato e sicuramente quello che ho custodito con più tenacia, fino all’ostinazione” ha detto Armani che però ha anche aggiunto: “Ciò che ha sempre caratterizzato il successo del mio lavoro è la capacità di adattarsi ai tempi che cambiano”.

Secondo alcuni analisti e investment banker, i valori di una Giorgio Armani spa quotata a Piazza Affari sarebbero stellari. Le stime viaggiano infatti tra i 5 miliardi di euro, circa 25 volte gli utili, e i 10 miliardi di euro se si assumessero i multipli del colosso del lusso Lvmh che, con i suoi oltre 340 miliardi, è il titolo del settore a maggiore market cap e di fatto viene valutato cinque volte il suo fatturato, dicono alcuni analisti, come riportato da Mff. Anche valutando 15 volte il margine industriale, ci si aggirerebbe tra 7 e 8 miliardi di euro. E se la valutazione fosse fatta sul solo patrimonio netto, che nel 2022 è ammontato a ben 2,14 miliardi, con i multipli nel settore che si aggirano a cinque volte il capitale, l’impero di Giorgio Armani potrebbe valere 10 miliardi di euro. In ogni caso Armani ha assicurato: “Ci sarà un Armani dopo Armani“.

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