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Argentina, Milei nei guai: ha sponsorizzato una criptovaluta sospettata di truffa

Il presidente argentino è indagato per aver invitato ad investire nel token $LIBRA, ingannando almeno 40 mila cittadini che hanno perso oltre 4 miliardi di dollari. Rischia il processo per frode, insider trading, abuso d’ufficio e associazione a delinquere, e anche l’impeachment. La piattaforma della criptovaluta è la stessa di $Trump

Argentina, Milei nei guai: ha sponsorizzato una criptovaluta sospettata di truffa

Da “Lobo di Wall Street” a “Bobo di Wall Street”, dove in spagnolo lobo sta per lupo e bobo sta per scemo. È un meme che gira in questi giorni e che descrive perfettamente la parabola del presidente argentino Javier Milei, che da idolo della finanza, in “luna di miele” con la Borsa da quando è stato eletto 15 mesi fa, è inciampato in un autogol che gli è costato l’improvviso cambio di umore del mercato (l’indice S&P Merval di Buenos Aires è crollato di 6 punti percentuali nella seduta di lunedì), ma anche una inchiesta a suo carico con le accuse pesantissime di frode, insider trading, abuso d’ufficio e persino associazione a delinquere, e una richiesta di impeachment da parte dell’opposizione. A forza di voler strafare cavalcando il consenso popolare e di rivendicare la libertà di espressione a tutti i costi, l’utilizzo spregiudicato e poco istituzionale del social X si è ritorto contro Milei, che ha fatto una figuraccia anche con i suoi stessi sostenitori, visto che la gaffe (o la truffa, se verrà dimostrata) ha pregiudicato oltre 40 mila cittadini che avevano investito soldi abboccando all’invito del presidente, e che i ricorsi in tribunale sono stati centinaia, costringendo lo stesso governo ad aprire una inchiesta interna.

Ma cosa ha combinato questa volta l’ex lupo di Wall Street, elogiato persino dal Financial Times e dall’Economist per le sue ricette anti-inflazione e turbo-liberiste, e ora di colpo diventato brutto anatroccolo che rischia di vanificare tutta l’approvazione incassata in questi mesi? Sabato scorso, il presidente argentino grande amico della premier italiana Giorgia Meloni aveva postato su X, al grido del solito slogan “Viva la Libertà c…”, un link al progetto “Viva La Libertad Project”, che promuove una nuova criptovaluta, chiamata $LIBRA, basata sulla tecnologia Blockchain e destinata secondo Milei, che ha postato anche il numero del token e il valore della moneta in termini reali, “ad incentivare la crescita dell’economia argentina, investendo in particolare nelle piccole e medie imprese”.

Una iniziativa privata sponsorizzata da un capo di governo, già questo sarebbe alquanto sconveniente nonché illegale. Ma lo scandalo non finisce qui, anzi. Secondo molti esperti questa criptovaluta sconosciuta nasconderebbe uno schema di truffa a piramide, di quelle che sfruttano l’impennata degli investimenti – in questo caso favorita dallo spot del presidente – per poi vendere e incassare la plusvalenza. Ed infatti sembra andata più o meno così: secondo la rivista finanziaria The Kobeissi Letter, prima del post di Milei $LIBRA era in mano per l’80% ad un pugno di privati guidati dall’imprenditore Hayden Mark Davis, e nel giro di poche ore il suo valore è schizzato fino ad un picco di quasi 5.000 dollari, salvo poi crollare di nuovo dopo che i proprietari si erano garantiti profitti per 110 milioni di dollari.

Speculazioni tipiche del mercato (in gergo si parla di “rug pull”), sì, ma questa volta ci si è messo di mezzo un presidente della Repubblica, che non a caso – secondo alcune indiscrezioni – aveva ricevuto alla Casa Rosada Davis, fondatore dell’azienda di Intelligenza Artificiale Kelsier Ventures e anche, nel 2020, della misteriosa Luxury Drip, società dalle attività non chiare. Milei si è reso conto dell’autogol e, dopo averlo fissato in alto per tutto il pomeriggio di sabato scorso, ha rimosso il post. Ma la frittata ormai era fatta e nella seduta di lunedi la Borsa di Buenos Aires, che nel 2024 spinta dall’effetto “motosega” era stata la regina dei mercati guadagnando il 115%, ha voltato le spalle al suo pupillo. Il quale ora sta provando a mettere una pezza attivando immediatamente l’Ufficio Anticorruzione della Presidenza e creando una task force governativa apposita, incaricata di fare chiarezza su $LIBRA, che – altro dettaglio significativo – è stata lanciata sulla piattaforma Meteora, guarda caso la stessa della moneta virtuale $Trump creata a gennaio.

L’opposizione ha chiesto le dimissioni, accusando il presidente di aver ingannato migliaia di cittadini facendo loro investire e perdere soldi per un totale di 4 miliardi di dollari, e sta pensando di aprire un processo di impeachment, per il quale però non ha i numeri in Parlamento. Tuttavia quest’anno in Argentina ci sono le elezioni di midterm e Milei potrebbe in qualche modo pagare dazio per il danno di immagine che lui stesso si è inflitto e che ha innescato, secondo gli analisti, la prima grande crisi di popolarità del suo governo. Sui social non si contano le critiche e i commenti inferociti, ai quali Milei ha reagito con il solito refrain: “Ai topi immondi della casta che vogliono approfittare della situazione per colpirci, rispondiamo che ci confermano ogni giorno quanto vili siano i politici, aumentando la nostra convinzione di mandarli a casa”. Chissà se basterà anche stavolta.

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