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Argentina, Kirchner nei guai: disfatta alle primarie, malattia e ora il rischio default

La Corte Suprema degli Stati Uniti ha bocciato il concambio tra i vecchi titoli ristrutturati argentini e quelli nuovi che il governo di Buenos Aires aveva intenzione di emettere in sostituzione dei precedenti, nel tentativo di sfuggire al pagamento dei creditori “dissidenti”, ossia di coloro che non hanno accettato il default del 2002, il purtroppo indimenticato “corralito”.

Il giudice di Manhattan ha infatti respinto il ricorso che l’Argentina aveva presentato in merito al caso dei cosiddetti “fondos buitre”, i fondi avvoltoio, e il fatto che lo abbia deciso senza nemmeno chiedere il parere del governo degli Stati Uniti non è di certo un buon segno per la presidenta, oltretutto vittima di un ematoma al cervello che la terrà a riposo assoluto per almeno un mese, costringendola a lasciare le redini della Casa Rosada nelle mani del vice Amado Boudou e gettando il governo nell’incertezza proprio a 20 giorni dalle elezioni per il rinnovo di Camera e Senato.

Buenos Aires avrà la possibilità di ricorrere in appello, ma una sentenza così decisa lascia poco spazio alla speranza, appioppando un’ulteriore e pesante grana alla convalescente Cristina, sulla quale si continuano ad accumulare conflitti internazionali irrisolti: con la Spagna per la Repsol (dopo che il cda dell’azienda ha respinto un’offerta come indennizzo per l’esproprio di una quota del 51% in Ypf Sa nel 2012), con il Brasile per la questione dei dazi commerciali, e con l’Uruguay per la fabbrica di cellulosa a Fray Bentos.

La Kirchner, ammalata e già indebolita dal tonfo elettorale dello scorso 11 agosto, quando le primarie avevano sancito il successo del giovano sindaco di Tigre Sergio Massa come candidato alle presidenziali del 2015, appare dunque sempre più isolata. A testimoniarlo è anche la recente performance in occasione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, quando la first lady del Paese sudamericano aveva dopo il suo intervento fissato solo due incontri bilaterali in un’agenda che, come ha sottolineato il quotidiano rioplatense Clarìn, avrebbe dovuto essere ben più nutrita. Attualmente la Kirchner ha infatti in programma di vedere soltanto la “vicina di casa” Dilma Rousseff e il colombiano Luis Alberto Moreno, numero uno della IDB, la banca per lo sviluppo dell’America Latina. Ben poco, per evitare un nuovo “corralito”.

 

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