L’Argentina ieri ha effettuato pagamenti sugli interessi ad alcuni creditori in quella che appare una sfida alla Corte Suprema americana, che il 16 giugno scorso aveva imposto al governo di Buenos Aires di pagare prima gli hedge fund che non avevano sottoscritto la ristrutturazione del debito successivamente al default di 13 anni fa.
Il Paese sudamericano ha effettuato un pagamento da 832 milioni di dollari a coloro che scambiarono vecchie obbligazioni con altre nuove dal valore inferiore dopo il fallimento del 2001. Tale esborso si è verificato mentre la scadenza di lunedì prossimo si avvicina: il 30 giugno infatti il presidente argentino Cristina Fernandez de Kirchner deve pagare sia i cosiddetti creditori ‘holdout’ sia quelli che invece avevano accettato il concambio. Il ministro argentino dell’Economia Axel Kicillof ha accusato il giudice americano Thomas Griesa – che ieri ha detto no alla richiesta di concedere piu’ tempo per negoziare – di tentare a spingere l’Argentina in un nuovo default forzandola a pagare gli hedge fund: “Non c’è dubbio sulla parzialità del giudice in favore dei fondi e sul suo vero intento”, ha detto Kicillof.
Se l’Argentina lunedì prossimo non effettuerà i pagamenti in calendario, entrerà tecnicamente in default, anche se ha altri 30 giorni di “grazia” per provvedere a versare quanto dovuto.