Passaggio di consegne tra Mauricio Macri e Alberto Fernández che si è insediato alla Casa Rosada diventando così il settimo presidente democratico dell’Argentina dalla fine della dittatura. Dopo Fernández ha prestato giuramento come vicepresidente anche Cristina Fernández de Kirchner, considerata la vera vincitrice delle ultime elezioni. Kirchner è riuscita a tornare al potere e a mettersi in salvo dai 13 processi per corruzione che pendevano sulla sua testa. In qualità di vicepresidente godrà infatti dell’immunità, ma potrà anche contare sull’appoggio del neo presidente che ha già annunciato l’intenzione di chiedere la revisione dei procedimenti, da lui considerati una “persecuzione politico-giudiziaria”.
Su Fernández si posano da oggi gli occhi della comunità internazionale, non solo per capire se riuscirà davvero ad essere un presidente autonomo e indipendente, ma soprattutto per vedere quali saranno le contromisure che intraprenderà per cercare di risollevare le sorti una Nazione allo stremo.
I principali indicatori economici raccontano una realtà durissima: il Paese ha un’inflazione superiore al 55%, la povertà è oltre il 40%, la disoccupazione al 10,1%. Come se non bastasse, l’Argentina ha un debito di 57 miliardi di dollari col Fondo Monetario Internazionale che il neo presidente ha de facto definito inesigibile.
Lo scorso 26 novembre, in un’intervista a “Radio con Vos” Fernández ha fatto sapere che non solleciterà al Fondo monetario internazionale l’esborso degli 11 miliardi di dollari restanti del prestito ‘stand by’ ottenuto nel 2018. Nel suo discorso di insediamento, tenuto il 10 dicembre, il leader peronista è tornato sulla questione, addossando pesanti colpe al suo predecessore, Mauricio Macri, e ribadendo l’intenzione di rinegoziare i debiti contratti con i creditori, dando però la priorità alla crescita del Paese: “Non esistono debiti sostenibili se il Paese non cresce. È semplice: per poter pagare, dobbiamo crescere – ha detto il presidente -. Cercheremo di costruire una relazione costruttiva con il Fondo Monetario e con i nostri creditori. Il Paese intende pagare i suoi debiti, ma al momento non è in grado di farlo”.
Poi l’attacco all’ex presidente: “Il governo uscente ha contratto un debito enorme senza aumentare la produzione, condizione che sarebbe stata imprescindibile per ottenere i soldi per ripagarlo. I creditori si sono assunti un rischio immenso investendo su un modello che ha fallito più volte in tutto il mondo. Noi intendiamo risolvere il problema e, per farlo, chiediamo a tutti di lavorare in maniera responsabile”.