Fino al14 gennaio 2018, Merano Arte ospiterà una mostra che, per la prima volta, presenterà in modo organico le opere di Armando Ronca (Verona, 1901 – Bolzano 1970), architetto che nel corso di 35 anni di attività, ha realizzato oltre 30 edifici che hanno letteralmente plasmato il volto di Bolzano e Merano.
L’esposizione, curata da Andreas Kofler e Magdalene Schmidt, analizzerà il lavoro di Armando Ronca attraverso un’ampia documentazione fotografica realizzata da Werner Feiersinger,e una serie di documenti storici – fotografie, copie di piantine, prospettive e sezioni – suddivisi per decennio di realizzazione.
Una sezione della mostra sarà interamente dedicata al complesso Eurotel di Merano, mentre un documentario realizzato da Daniel Mazza e Giuseppe Tedeschi e uno a cura di Susanne Waiz e Carolina Rigoni, focalizzeranno l’attenzione sui progetti dell’architetto, gettando uno sguardo anche sugli aspetti privati della sua vita, per tracciarne un ritratto inedito.
Accanto all’attività svolta in Alto Adige, Ronca ha condotto uno studio a Milano, ed è stato attivo a livello nazionale con prestigiosi progetti, quali ad esempio la sede del quotidiano Alto Adige (ex La Provincia di Bolzano), la catena di edifici Eurotel, la chiesa di San Pio X a Bolzano e la seconda ristrutturazione e l’ampliamento dello stadio Giuseppe Meazza diMilano San Siro.
Agli inizi della sua carriera professionale, Armando Ronca prese parte a esposizioni e concorsi insieme al collega Giovanni Lorenzi, cominciando la vera e propria attività professionale a partire dalla metà degli anni trenta con progetti a Bolzano, Merano e Trento. Gli anni cinquanta e sessanta segnano il periodo di maggior produzione, con l’esecuzione di gran parte delle sue opere. All’interno della produzione di Ronca si possono identificare due centri di particolare interesse: i grandi edifici abitativi, a cui appartengono anche le costruzioni dei complessi Eurotel, e gli edifici pubblici per la cultura e l’aggregazione.
Nelle oltre 50 costruzioni che l’architetto fu in grado di realizzare fino alla sua morte nel 1970, si possono leggere in modo esemplare gli stili architettonici delle diverse epoche in cui fu protagonista.
Il suo contributo all’architettura altoatesina, deve essere considerato all’interno di una traiettoria professionale che rispecchia il percorso progettistico nazionale tra le fasi prebellica, della ricostruzione nel dopoguerra e della ripresa economica. A partire dagli anni trenta, l’architetto prende parte al disegno di una “Bolzano italiana” e, nel periodo del dopoguerra, sarà l’unico in grado di portare in Alto Adige le testimonianze del dibattito storico-critico in corso a livello nazionale. Ronca partecipa al disegno del paesaggio razionalista sudtirolese aderendo ai canoni italici, mentre i colleghi locali declinano un Razionalismo domestico di impostazione viennese e socialista.
Tra i numerosissimi edifici di Ronca, spicca quello per la sede del quotidiano La Provincia di Bolzano (1939–1940), che fonde la retorica delle strutture di regime con elementi funzionalisti. La ristrutturazione per il quotidiano Alto Adige fondato nel 1945, nato a seguito della soppressione de La Provincia di Bolzano, lascia solo sul fronte laterale tracce della costruzione precedente. Ronca crea nuove facciate, modifica la disposizione degli spazi e aggiunge tre piani, di cui due con funzione abitativa. I disegni dei prospetti, di cui esistono due varianti, mostrano il geniale gioco con gli elementi orizzontali e verticali, che qui Ronca utilizzò in modo esplicito e con un intento decorativo, mitigando la severità con l’uso di aperture ad arco.
Come accennato, tra i progetti realizzati da Armando Ronca, compare anche quello per il secondo ampliamento dello stadio milanese di San Siro, la cui struttura è stata realizzata a partire dal 1925 su iniziativa dell’allora Presidente del Milan, Piero Pirelli. La struttura, come da progetto di Alberto Cugini e Ulisse Stacchini, inizialmente è composta da quattro tribune rettilinee; il Comune di Milano, dopo aver acquistato lo stadio, avvia nel 1935 una prima operazione di ampliamento curata dall’ingegner Bertera e dall’architetto Perlasca, mentre il secondo ampliamento, viene affidato a Ferruccio Calzolari e Armando Ronca.
L’Eurotel di Merano aperto nel 1959 viene spesso considerato l’opera principale di Armando Ronca ed è rappresentativo anche della frequente collaborazione tra l’architetto e l’impresa edile Vanzo. L’idea commerciale del Gruppo Eurotelnasce in un periodo di forte crescita economica che, da un lato, incentiva il turismo di massa e, dall’altro stimola il desiderio di prenderne le distanze. Si moltiplica in quegli anni la possibilità di viaggiare, ma per molti il modello classico di albergo rappresenta una struttura anonima spesso troppo costosa, mentre la pensione a conduzione familiare sembra troppo invadente. La concezione dell’Eurotel prende avvio da questa complessità di esigenze, combinando il principio di ospitalità di un albergo con quello tipico di una casa propria, per offrire un modello commerciale che costituisce un’occasione d’investimento in una soluzione abitativa adibita allo svago vacanziero. Un altro elemento a favore del sistema Eurotel è il possibile scambio degli appartamenti tra i proprietari dei diversi siti della catena, per cui risulta fondamentale la standardizzazione delle unità abitative in modo da renderle compatibili tra di loro, ed è per questo che Ronca ne sviluppa due tipologie, concepite e arredate in modo uguale. L’architetto in questo caso si orienta allo spirito di uno dei suoi idoli, Le Corbusier, che nel 1952 aveva completato a Marsiglia la sua prima Unité d’habitation. La scelta del luogo in cui costruire il primo Eurotel, e quindi il prototipo per tutti gli edifici seguenti, cade sulla città di Merano.