Il temuto effetto domino non c’è stato. Il tracollo del family office Archegos non ha, pare, avuto conseguenze sistemiche. Credit Suisse e Nomura, le banche più coinvolte, piangono perdite miliardarie (almeno 6 miliardi), ma il settore è ben più solido che negli anni della crisi. Resta l’imbarazzo per un pasticcio che, in teoria, non potrebbe prodursi, visti gli investimenti nel controllo del rischio effettuati da tutti i big. Eppure Billy Wang, il promotore di Archegos già condannato per insider trading nel 2012 (in teoria inibito per legge ad operare), è riuscito a costruire posizioni speculative per una cinquantina di miliardi di dollari (stima del Financial Times) operando solo sui derivati e riuscendo a nascondere ai più le dimensioni della sua folle scommessa. E questo proietta un’ombra scomoda sui mercati che echeggia dietro la corsa del dollaro e dei rendimenti.
Contrastati stamane i listini dell’Asia. L’indice MSCI Asia Pacific è in calo dello 0,1%, il Nikkei di Tokyo è sulla parità, l’Hang Seng di Hong Kong guadagna l’1%, il CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen lo 0,9%, il Kospi di Seul l’1%. Indice BSE Sensex di Mumbai +1%. S&P ASX 200 di Sidney -0,7%.
È sempre più calda la temperatura politica sul fronte orientale. Giappone e Stati Uniti hanno emesso una nota congiunta sulla volontà di garantire la libertà di navigazione nelle acque di Taiwan in risposta al pressing cinese.
Il Vietnam chiude il primo trimestre 2021 con una crescita del Pil del 4,7%.
IL DECENNALE USA SUI LIVELLI DI GENNAIO 2020
Tornano le pressioni al rialzo sui rendimenti del Treasury Note a dieci anni, che si spinge stamane a 1,745% di rendimento, +4 punti base. Il bond governativo di riferimento degli Stati Uniti è tornato su livelli che non si vedevano da gennaio del 2020. In un recente report, Goldman Sachs afferma che il sistema finanziario potrebbe entrare in condizioni di stress se il decennale dovesse arrivare a 2,3% di rendimento prima dell’estate. Se invece il movimento verso lo stesso obiettivo fosse più lento, non ci sarebbero grossi problemi, anche perché la spinta inflattiva dovrebbe placarsi.
Corre il dollaro, porto sicuro nei momenti di tensione: 110 nei confronti dello yen, a quota 1,1763 nei confronti dell’euro.
NASDAQ IN ROSSO DOPO CINQUE MESI
Poco mossa Wall Street: Dow Jones +0,3% grazie a Boeing; S&P 500 -0,09%. Più pesante il Nasdaq (-0,7%), che si avvia a chiudere marzo in territorio negativo come non accadeva da cinque mesi.
Il presidente Joe Biden ha promesso che entro il 19 aprile il 90% degli adulti degli Stati Uniti potranno prenotarsi la vaccinazione: entro quella data saranno raddoppiate le farmacie in grado di somministrare il vaccino.
Domani il presidente degli Stati Uniti Joe Biden è pronto ad annunciare a Pittsburgh una parte del suo piano “Build back better” da 3mila miliardi di dollari per rilanciare le infrastrutture del Paese.
Il petrolio WTI è poco mosso, a 61,7 dollari il barile, in attesa del vertice Opec di giovedì. Oro in calo dello 0,3%, a 1.710 dollari.
L’EUROSTOXX 50 AI MASSIMI DAL 2008, LIQUIDITÀ AL TOP
Senza strappi ma con la potenza di un diesel, l’indice EuroStoxx 50 (+0,4%) avanza sui massimi da tredici anni. I segnali positivi, del resto, non mancano: una nota dell’Eurozone outlook curato dall’ Istat assieme all’Ifo tedesco ed allo svizzero Kof rileva che “l’attività economica è scesa meno del previsto e che il recupero dell’attività è previsto per il secondo trimestre”. Aiuta l’euro leggero, ancora sotto la soglia di 1,18 nei confronti del dollaro. Intanto il commissario Ue Thierry Breton si spinge a prevedere che l’Europa dovrebbe aver vaccinato in estate, forse intorno alla metà di luglio, un numero di persone sufficiente a raggiungere un livello di “immunità globale”. Eppure l’incertezza resta forte, come dimostra il livello di liquidità, circa 4.000 miliardi, che si traduce in depositi presso la Bce per 608,278 miliardi, tassati allo 0,50%.
MILANO +0,12%, FRANCOFORTE RECORD
Piazza Affari guadagna lo 0,12% e chiude a 24.421 punti. Francoforte (+0,6%) segna il massimo storico. Progressi anche a Parigi (+0,45%) e ad Amsterdam (+0,19%), mentre Madrid perde lo 0,11%. Londra arretra dello 0,07% nel giorno in cui il Regno Unito può festeggiare “zero contagi”.
CREDIT SUISSE NON AFFONDA ZURIGO
Le disavventure di Archegos Capital di Billy Hwang hanno mietuto vittime anche tra i bei nomi della finanza investiti dall’impossibilità di far fronte ai margin calls accumulati dal family office. Il prezzo più alto (ancora da quantificare) lo hanno pagato il Crédit Suisse (-13,83%) e la giapponese Nomura (-14%), che hanno finanziato le speculazioni miliardarie, ma tra gli indiziati figura anche Deutsche Bank (-3,32%). Le perdite degli istituti non hanno danneggiato troppo i listini di Zurigo (-0,22%) e il Dax.
SPREAD A 98 ALLA VIGILIA DELLE ASTE
Il secondario italiano amplia il calo in chiusura. La forbice tra i tassi Btp e Bund sul tratto a 10 anni si attesta a 98 punti base da 96. Il tasso del decennale è a 0,63% da 0,61%. Il mercato è concentrato sulle aste a medio lungo di oggi in cui il Tesoro offre un massimo di 8,5 miliardi di euro in Btp a 5 e 10 anni e nel Ccteu aprile 2026. I rendimenti sono visti in calo per il titolo quinquennale, che in chiusura scambiava a circa 0,03% da 0,11% dell’ultima asta e in rialzo per il decennale, quotato a circa 0,691% da 0,604% del collocamento via sindacato di metà febbraio. È stato annunciato il varo di un nuovo Btp Futura, che sarà collocato dal 19 al 23 aprile 2021, e avrà una durata di 16 anni.
POSTE ITALIANE AL TOP, PER BARCLAYS È OVRTWEIGHT
Non si ferma la corsa di Poste Italiane (+2,18%), tra l’altro partner strategico nella campagna dei vaccini: negli ultimi 30 giorni il titolo ha guadagnato il 15%. Alla fine della scorsa settimana Barclays ha avviato la copertura su Poste con rating overweight e prezzo obiettivo a 14 euro.
Per gli esperti sono tre gli elementi a sostegno del loro giudizio sul titolo: distribuzione dei servizi finanziari, potenziale delle spedizioni business to consumer e outlook sul dividendo. “Il wealth management è l’obiettivo del nuovo piano industriale”, aggiungono gli esperti. Il titolo, secondo il broker, scambia a sconto rispetto alla media ponderata dei concorrenti. Anche Intesa San Paolo ha recentemente alzato il prezzo obiettivo del titolo da 9,7 a 12,3 euro, confermando il rating add.
TELECOM, FUNZIONA L’ASSE NEL CALCIO CON DAZN
Brillante anche Telecom (+2%), sostenuta dal contratto di Dazn con la Lega Calcio. La società guidata da Luigi Gubitosi ha un accordo di partnership tecnico-distributiva sui diritti per la trasmissione delle partite del campionato di Serie A per le prossime tre stagioni. Secondo Mediobanca Securities, “grazie all’accordo Tim avrà la possibilità di incrementare la penetrazione della propria banda ultralarga attraverso uno dei contenuti premium più apprezzati, come la Serie A”.
CORRONO PETROLIFERI E UTILITY
Bene il comparto oil e oil service dopo la riapertura del canale di Suez e in attesa della riunione Opec di giovedì: Tenaris +0,55%, Eni +1,13%, Saipem -0,26%. Bene le utility: Italgas +1,45%, Terna +0,93% e Snam +0,72%. Bancari e finanziari scambiano abbastanza piatti.
CREVAL RESPINGE L’AGRICOLE: “PREZZO NON CONGRUO”
Da segnalare Azimut (+0,31%), che ha annunciato un’importante ristrutturazione societaria con la creazione della business unit unica per Medio Oriente, Nord Africa e Turchia.
Tra le banche, Unicredit segna -1,34%. Si rafforza Creval, che sale dello 0,72%, sempre più lontano dal prezzo di offerta di Credit Agricole Italia di 10,5 euro dopo che il cda della banca ha ritenuto il prezzo dell’Opa “non congruo”.
Tra i peggiori spiccano alcuni industriali: Cnh Industrial -1,83%, Stm -1,15%, Interpump -1,22%.
ATLANTIA, I BENETTON APRONO ALLA PROPOSTA DI CDP
Atlantia +0,31%. L’assemblea non ha approvato la proroga dal 31 marzo al 31 luglio prossimo del progetto di scissione di Aspi con il voto determinante di Edizione (Benetton) e Crt. Tutti gli altri (in tutto 1.167, tra cui i grandi istituzionali come Gic, Lazard e Tci) hanno votato a favore, a parte 12 astenuti (pari allo 0,14%). Si apre così la strada alla proposta Cdp/fondi che dovrebbe arrivare nei prossimi giorni, l’unica in campo al momento per il riassetto di Aspi. Ma i piccoli soci sono sul piede di guerra.
RIAPRE SUEZ, D’AMICO FRENA. CARRARO PUNTA AL DELISTING
In flessione D’Amico (-1,7%) dopo la soluzione della crisi legata al portacontainer che ha paralizzato per una settimana il canale di Suez.
Carraro (+1,6%) si è allineato e supera lievemente il prezzo d’Opa di 2,4 euro annunciata nel fine settimana da parte della famiglia Carraro con l’obiettivo di delistare il titolo da Piazza Affari. Il fondo Albemarle, che controlla l’1% della società patavina, ritiene non adeguato il prezzo offerto.
Pioggia di bilanci ieri per le società dell’Aim. Brillano dopo i conti Finlogic (+5,93%) e Shedir Pharma (+4,29%).