3 milioni di tonnellate di acciaio in meno prodotte in Europa. Lo ha annunciato stamattina, 6 maggio, ArcelorMittal, il colosso che ha rilevato l’ex Ilva.
La società ha spiegato che la produzione degli stabilimenti siderurgici di Cracovia, in Polonia, sarà sospesa, mentre nelle Asturie (Spagna) la produzione sarà ridotta.
La società, attraverso una nota, ha spiegato che si tratta di una “decisione sofferta, ma necessaria, dovuta alla combinazione tra l’indebolimento della domanda, l’aumento delle importazioni, associati a un’insufficiente protezione commerciale della UE, elevati costi energetici e l’aumento dei costi della CO2”.
La notizia ha suscitato molta preoccupazione nel nostro Paese, anche se, interpellata dall’Ansa, ArcelorMittal fa sapere che “l’annuncio fatto oggi non cambia nulla nella strategia a lungo termine di ArcelorMittal Italia: si tratta di un adattamento temporaneo agli attuali andamenti del mercato”. “Ambiente e Salute e Sicurezza – ha proseguito la società – restano le nostre priorità assolute e non ci sarà alcun impatto sugli investimenti previsti per il piano ambientale e industriale. Continueremo a lavorare con determinazione e serietà per portare a termine tutti gli impegni presi”.
Tuttavia, le ripercussioni sul nostro Paese ci saranno comunque: “l’aumento previsto del livello di produzione a 6 milioni di tonnellate in ArcelorMittal Italia subirà un rallentamento a seguito della decisione di ottimizzare i costi e la qualità della produzione”, prosegue la nota. A livello pratico: il livello produttivo dovrebbe arrivare a 5 milioni di tonnellate al posto dei 6 precedentemente previsti.
“La difficile decisione di ridurre temporaneamente la nostra produzione europea di prodotti piani non è stata presa alla leggera – afferma il Ceo di ArcelorMittal Europa prodotti piani, Geert van Poelvoorde – Comprendiamo l’impatto che questa scelta ha sui dipendenti e sulle comunità locali. Lavoreremo per garantire che vengano adottate misure sociali volte a supportarli durante questo periodo”.
“Stiamo collaborando con le parti interessate – continua il Ceo – per chiedere che le salvaguardie siano rafforzate con l’obiettivo di impedire un ulteriore aumento delle importazioni dovuto alla continua sovraccapacità globale e a un indebolimento dell’economia nei Paesi limitrofi alla Ue, inclusa la Turchia.