Arca SGR, asset manager partecipato da 12 banche popolari, registra nel 2014 una forte crescita della raccolta netta complessiva che si attesta a quota 2,12 miliardi rispetto agli 1,25 miliardi nel 2013. Particolarmente significativi sono stati, infine, i risultati registrati nel corso del primo trimestre del 2015, nel corso del quale Arca SGR ha fatto segnare una raccolta netta pari a oltre 1,15 miliardi con un incremento del 78% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (tra gennaio e marzo 2014 la raccolta era stata pari a 646 milioni). L’utile netto nel 2014 si attesta a 26,2 milioni di euro, in calo rispetto al risultato di 31,5 milioni dell’anno precedente che beneficiava di un vantaggio fiscale straordinario di 15,3 milioni senza il quale i profitti si sarebbero attestati a 16,2 milioni.
Arca SGR, si legge in una nota della società, ha ricevuto autorizzazione dall’Organo di Vigilanza per poter procedere alla riqualificazione e riposizionamento della propria offerta nel segmento dei fondi obbligazionari di breve-termine che con l’attuale livello di tassi d’interesse non permettono di offrire valide soluzioni d’investimento alla clientela. “Siamo fortemente convinti della necessità di riposizionare l’offerta – ha spiegato l’amministratore delegato Ugo Loser – cosi come siamo stati la prima SGR, nel 2012, ad uscire dal comparto dei fondi di liquidità e monetari riteniamo di procedere non offrendo più prodotti nel segmento dei fondi obbligazionari breve – termine non essendoci possibilità di creare valore per i risparmiatori con questo livello di tassi d’interesse. L’offerta deve essere posizionata dove la gestione attiva può creare valore per il sottoscrittore ovvero nei fondi obbligazionari diversificati, nei fondi bilanciati, flessibili ed in quelli azionari”.
“Siamo molto soddisfatti dell’andamento complessivo della raccolta – ha concluso Loser – gli investimenti effettuati per migliorare il servizio alle reti stanno iniziando a produrre i risultati attesi e ci aspettiamo ulteriori miglioramenti della raccolta netta con la partenza dei prossimi fondi comuni che investiranno nell’economia reale e dei fondi bilanciati multiasset”.