Da una profonda analisi del sistema previdenziale italiano emerge che, sebbene il bilancio del sistema pensionistico puro (ovvero quello derivante dalle uscite dello Stato e dalle entrate relative ai contributi versati) si sostenga, la spesa assistenziale – dati alla mano – è eccessiva, spesso fuori controllo e, nel lungo termine, sempre più difficile da sostenere. Dal contenimento degli sprechi relativi alla spesa assistenziale sarebbe quindi possibile trovare risorse per garantire la flessibilità in uscita.
E’ quanto emerso nel corso del Convegno “Il bilancio del sistema previdenziale italiano: scenari per la previdenza complementare”, organizzato da ARCA SGR nel contesto del Salone del Risparmio 2016.
Durante l’incontro sono stati presentati i punti salienti del Terzo Rapporto sul bilancio del sistema previdenziale italiano, pubblicato a febbraio dal Centro Studi e Ricerche di Itinerari Previdenziali. Dallo studio si desume che un accorto lavoro di razionalizzazione degli sprechi offrirebbe risorse per rendere più flessibile, già dal 2016, il pensionamento anticipato: un argomento di stretta attualità attorno al quale la politica sta dibattendo con forza. L’operazione, che è studiata anche per offrire maggiori chance alle giovani generazioni in cerca di occupazione, non può essere infatti realizzata senza un’adeguata copertura finanziaria.
Alberto Brambilla, Presidente del Centro Studi e Ricerche di Itinerari Previdenziali, ha spiegato che “la razionalizzazione della spesa assistenziale andrebbe condotta in maniera oculata e ragionevole, senza andare a pesare sui soggetti in difficoltà e bisognosi. Al contrario, un’operazione di questo tipo permetterebbe di verificare le reali situazioni di necessità separandole da quelle presunte e talvolta infondate. Il risultato sarebbe una stretta sugli sprechi e la liberazione di risorse utili. A questo approccio di verifica e trasparenza andrebbe poi associata un’operazione contabile, mettendo a bilancio gli oneri degli enti locali dei quali ad oggi non si conosce la reale entità”.
Ugo Loser, Amministratore Delegato di ARCA SGR, ha sottolineato che “Il risparmio previdenziale privato è una priorità perché rende socialmente sostenibile la riforma della pensione pubblica e fornisce un’importante fonte di finanziamento agli investimenti funzionali alla crescita del Paese, in un contesto in cui, con sempre crescente difficoltà, il sistema bancario finanzia le imprese e lo Stato finanzia le infrastrutture.
Soltanto attori efficienti e di grandi dimensioni possono gestire investimenti che richiedono elevati know how e forti presidi a costi contenuti. Quindi sarebbero auspicabili interventi legislativi con due obiettivi prioritari: incrementare la dimensione complessiva del risparmio previdenziale e ridurre il livello di frammentazione dell’industria per innalzarne il livello di efficienza.
Ricordiamoci che se il sistema previdenziale pubblico, come nel mondo anglosassone, si limitasse a garantire i minimi pensionistici e se si indirizzasse il resto della parte contributiva al mercato privato, la previdenza privata potrebbe valere la metà del risparmio gestito attuale”.