Condividi

Arbitro Bancario Finanziario, crescono i ricorsi: ecco come si fa

L’Arbitro Bancario Finanziario (ABF) è uno strumento alternativo al ricorso alla magistratura per regolare i conflitti tra clienti e intermediari in materia di servizi bancari e strumenti di pagamento – Nel 2014 ci sono stati 11mila ricorsi che sono in continua crescita: la cessione del quinto dello stipendio e della pensione al centro delle controversie – La responsabile del Servizio Tutela dei clienti e antiriciclaggio di Banca d’Italia spiega come funziona

L’ ABF (Arbitro Bancario Finanziario) è uno strumento “stragiudiziale” a cui può accedere chiunque abbia una lamentela da far valere in materia di servizi bancari e strumenti di pagamento. E’ uno strumento relativamente nuovo, attivo dal 2009; è alternativo al ricorso all’autorità giudiziaria (che, come sappiamo, può risultare lungo e piuttosto costoso).
Tre “collegi”, che hanno sede a Roma, Milano, Napoli (e sono composti da membri indicati da Banca d’Italia, dai clienti, dagli intermediari) decidono sui ricorsi che riguardano operazioni e servizi bancari e finanziari (nei casi in cui l’importo richiesto è inferiore a 100.000 euro). Per ricorrere all’ABF si pagano solamente 20 euro (che verranno restituiti al cliente se vittorioso). Occorre aver prima inviato un reclamo all’intermediario.

Come funziona?
Ciascun collegio esamina il ricorso presentato dal cittadino e le argomentazioni sostenute dall’intermediario e decide con una “pronuncia”: non si tratta quindi di uno strumento di conciliazione. Le parti non sono obbligate ad adempiere. Finora però gli intermediari hanno adempiuto in via quasi totalitaria alle pronunce dell’ABF (oltre il 95%). Questo sia perché esiste per l’intermediario un rischio reputazionale (chi non adempie viene incluso in una lista pubblicata da Banca d’Italia) sia perché le decisioni sono autorevoli e fondate giuridicamente. È sempre possibile fare ricorso all’autorità giudiziaria.

Quanti e quali ricorsi?
Davanti all’Abf nel 2014 sono arrivati oltre 11.000 ricorsi: il 43% in più rispetto all’anno precedente. Nel primo semestre 2015 sono cresciuti ancora del 12%. Risparmiatori più attenti ai propri diritti o aumento del livello di allarme nei rapporti tra questi e le banche?
Sicuramente risparmiatori più consapevoli (purtroppo ex-post, ma ancora non abbastanza ex-nate), ma anche più conflittualità nei rapporti banca/cliente in questi anni di crisi. L’aumento dei ricorsi è forse anche effetto del successo dell’ABF, un segno di apprezzamento nei confronti di uno strumento che soddisfa con costi bassi e tempi relativamente contenuti un bisogno di giustizia che prima restava inespresso (anche se si tratta ancora di numeri piccoli rispetto ai rapporti bancari, che sono decine di milioni). Tuttavia, osserviamo anche la crescita di ricorsi che potremmo chiamare “opportunistici”, sollecitati da soggetti terzi, con la speranza di beneficiare di una quota degli eventuali rimborsi decisi. Questo riduce la capacità del sistema di rispondere alle reali criticità della clientela.

Chi ha ragione?
Nel 67% per cento dei casi negli ultimi due anni l’esito è stato favorevole ai clienti: in un terzo dei casi con pronuncia da parte dell’ABF, in un altro terzo per rinuncia dell’intermediario (cessazione della materia del contendere). Questo dimostra che l’ABF è uno strumento di tutela efficace perché funziona anche come deterrente verso quegli intermediari che da subito sono consapevoli di non avere possibilità di dimostrare le proprie ragioni.

Quali i temi più affrontati?
Uno dei temi più frequenti è la cessione del quinto dello stipendio e della pensione. In diversi casi oggetto del ricorso è stato l’importo da restituire al cliente in caso di estinzione anticipata del finanziamento. L’ABF ha sostenuto che sono rimborsabili quelle che maturano nel tempo ma non quelle propedeutiche alla concessione. Se la natura di una commissione non è adeguatamente esplicitata nel contratto essa va considerata tutta a maturazione nel tempo e quindi restituita in caso di estinzione anticipata del finanziamento.

Chi ricorre?
La Campania e la Lombardia sono le regioni dove viene presentato il maggior numero di ricorsi in valori assoluti; se li rapportiamo alla popolazione Campania e Lazio diventano le regioni con più ricorsi.

Come si fa?
Si compila un modulo
(https://www.arbitrobancariofinanziario.it/ilRicorso/modulistica/modulo_ed.pdf) e si pagano 20 euro…

Commenta