Un valore che non si vedeva dal gennaio 2015, cioè 1,19105. È il livello a cui è arrivato il cross euro/dollaro nella serata di mercoledì, prima di correggere a 1,1837. Ormai gli operatori danno per probabile che la moneta unica possa sfondare la barriera di 1,20 sulla valuta Usa cui non giovano di sicuro le continue scaramucce tra il Congresso e il Presidente, che ieri si è piegato a firmare le sanzioni votate dal Parlamento contro Mosca dichiarando che le ritiene “fortemente sbagliate”.
Ma l’euro non brilla solo contro il dollaro. Nelle ultime due settimane la moneta unica ha guadagnato il 4% sul franco svizzero, il porto sicuro per eccellenza, trattato a 1,1488, ed è risalito anche nei confronti dello yen. È una conseguenza della ripresa economica in atto, ma anche una scommessa sulle scelte future della Bce: i mercati sono convinti che siano in arrivo dalla banca di Francoforte segnali di un prossimo, graduale, taglio degli acquisti sul mercato.
Intanto l’euro forte frena la corsa delle Borse europee, impegnate a digerire l’onda delle trimestrali. Perde slancio anche Wall Street, ma, grazie ad Apple, il Dow Jones riesce a superare quota 22 mila. La velocità di crociera non cambia: c’erano voluti poco meno di quattro mesi per salire dai 20 mila punti di gennaio ai 21 mila di fine marzo. Oggi, 120 giorni dopo, l’indice ha macinato altri mille punti. Una marcia regolare, forse troppo, favorita da una volatilità quasi zero che comincia a far paura.
FRENA SAMSUNG. A TOKYO VOLA LA SALSA DI SOIA
Deboli in mattinata i mercati orientali. L’indice Asia Pacific arretra dello 0,9% sotto la pressione del listino coreano (-1,8%). Ritraccia Samsung (-2,6%) dai massimi della scorsa settimana: molti investitori sono tornati su Apple. In flessione anche Hong Kong (-0,4%) e Sidney (-0,2%). Da segnalare a Tokyo l’exploit di Kikkoman (+5,2%): le vendite di salsa di soia vanno a gonfie vele.
All’indomani del taglio di 25 punti base del tasso di interesse da parte della Banca centrale dell’India, la Borsa di Mumbai perde lo 0,5%. La Borsa del Brasile ha guadagnato lo 0,9%. Nel corso della notte il Parlamento ha respinto la mozione che avrebbe messo sotto processo il presidente della Repubblica, Michel Temer.
LA CASSA DELLA MELA SALE A 251 MILIARDI DI DOLLARI
A Wall Street nuovo record storico per il Dow Jones: 22.016,24 con un progresso dello 0,24%. Poco mosso l’S&P 500 +0,05%. In calo dello 0,3% il Nasdaq. In ribasso i principali titoli tech a partire da Microsoft e Alphabet. Ma a sostenere il comparto è stata Apple, che dopo la trimestrale ha chiuso in rialzo del 4%, a 157,9 dollari per azione, massimo storico. Sale ancora la cassa: il cfo Luca Maestri ha a disposizione 251 miliardi di dollari liquidi.
Tesla ha diffuso stanotte i dati del trimestre: ricavi più che raddoppiati e perdite in aumento, ma meno del previsto. Il titolo ha guadagnato il 3% nel dopoborsa, da inizio anno sale del 52%.
Il petrolio Brent ha chiuso in rialzo dell’1,1%, a 52,4 dollari. La scorsa settimana le scorte di petrolio degli Stati Uniti sono scese di 1,5 milioni di barili: il consensus si aspettava un calo più pronunciato, -3 milioni. La produzione di petrolio degli Stati Uniti è salita dello 0,2% a 9,43 milioni di barili al giorno. Stamattina il Brent passa di mano a 52,2 dollari il barile. Positiva Eni (+0,4%), in calo Saipem (-0,5%) e Tenaris (-0,9%).
LISTINI EUROPEI IN ROSSO. LO SPREAD SCENDE A 153
L’ascesa del dollaro combinata con le vendite piovute Wall Street e l’effetto negativo di alcuni bilanci bancari ha spinto i listini europei in rosso. A Milano l’indice Ftse Mib ha chiuso la seduta con un ribasso dello 0,18%, a quota 21.573 punti. Perdite più pesanti sugli altri mercati: Parigi ha lasciato sul terreno lo 0,4%, Francoforte è arretrata dello 0,6%. Madrid -0,68%. Fanno meglio i mercati fuori dall’eurozona. Zurigo avanza dello 0.75% : da inizio anno il franco si è svalutato del 5% sull’euro. Alla vigilia della riunione della Bank of England, Londra perde lo 0,2%.
Btp in stato di grazia in una seduta dai volumi scarsi. Il decennale si è avvicinato alla barriera del 2% (2,011) mentre lo spread Italia/Germania chiude a 153 punti base, tre punti sotto di martedì sera, dopo un breve tuffo a 152, valore già toccato il 25 luglio ma prima di allora soltanto a metà dicembre. Il mercato si prepara intanto all’appuntamento di oggi con le offerte francese e spagnola, per un importo massimo complessivo di 10,5 miliardi di euro.
CALENDA: GOLDEN POWER SU TIM? NON VA ESCLUSO
Il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, ha sottolineato ieri che il dibattito sulla possibilità di nazionalizzare la rete Telecom è “utile e legittimo” ma non deve essere utilizzato in chiave anti francese dopo il dietrofront di Parigi sul controllo da parte di Fincantieri di Stx France. Ma non è difficile collegare la notizia che il governo ha deciso di valuta l’uso del golden power su Telecom Italia (+0,30%) con il gelo provocato dalla decisione francese di nazionalizzare i cantieri di Saint Nazaire, cancellando l’accordo già raggiunto con la società italiana.
“Applicheremo con intransigenza le norme sulla golden share – ha detto Calenda – e proporremo norme anti scorrerie sulle aziende quotate”. Sotto esame il comunicato dello scorso 28 luglio con cui è stato di fatto ufficializzato il controllo da parte della francese Vivendi. Si apre così un percorso che – in teoria – potrebbe portare Palazzo Chigi a scandagliare come “l’acquisizione del controllo e dell’attività di direzione” della ex Telecom da parte dei francesi abbia un impatto su un ganglio vitale per l’Italia come la rete per le telecomunicazioni.
FINCANTIERI CHIUDE IN QATAR UN AFFARE DA 5 MILIARDI
In attesa di sviluppi del caso Stx, Fincantieri (-1,29%) mette a segno un grande colpo, peraltro già previsto. Il Qatar ha annunciato di aver finalizzato con l’Italia un accordo da 5 miliardi di euro per la fornitura, in 5 anni, di 7 unità navali destinate alla Marina Militare della monarchia araba. Il contratto prevede anche un servizio di manutenzione e assistenza di 15 anni. A Fincantieri sono associati in consorzio Leonardo e la sua controllata Mbda.
Sul fronte Stx, Calenda ha ribadito in Parlamento la linea della fermezza tenendo però sempre aperto un canale di dialogo costruttivo con il Governo francese. “Riteniamo – ha sottolineato – che esistano tutte le condizioni per trovare un accordo su Stx e andare avanti sul progetto di partnership tra Fincantieri e Naval Group”. Il blitz di Emmanuel Macron rischia intanto di rivelarsi un boomerang: il Wall Street Journal parla di “fiasco”, il tedesco Handelsblatt di grave colpo alla solidarietà europea.
GENERALI SUPERSTAR: VOLA L’UTILE OPERATIVO
Generali ha davvero fatto la parte del leone ieri sull’onda dei dati del primo semestre: il titolo ha chiuso la seduta con un rialzo del 2,79%, a 15,83 euro, massimo da metà gennaio. La terza compagnia di assicurazione in Europa ha registrato nel primo semestre 2017 un utile netto di 1,22 miliardi di euro, in crescita del 3,7%. Utile operativo a 2,6 miliardi (+4,1%), superiore alle attese (2,51 miliardi) grazie in particolare al buon andamento del Ramo Danni.
In merito all’eventuale conversione del bond Carige detenuto dal gruppo assicurativo, Donnet ha invece puntualizzato secco: “Non ho nessun commento su questa situazione. Su Carige siamo creditori e restiamo creditori”. Lunedì il nuovo ad dell’istituto ligure Paolo Fiorentino aveva detto che “nessuna decisione è stata presa. Continuiamo a lavorare”, aggiungendo che la questione sarà “oggetto dei prossimi Cda”.
Soffrono le banche (Stoxx europeo -0,9%) al seguito della caduta di Société Générale, terza banca di Francia, in ribasso del 3,9% dopo avere annunciato risultati deludenti, con l’utile in calo del 28%. In particolare, gli investitori si preoccupano per un nuovo accantonamento di 300 milioni di euro per contenziosi legali non meglio specificati. A Milano Intesa è scesa dello 0,5%, Unicredit -1,1%, Banco Bpm +2%, Ubi -0,5%.
SBANDA FERRARI. MARCHIONNE NON TOCCA IL TARGET
Sbanda il titolo Ferrari (-3,66%), che ha in pratica bruciato i guadagni di martedì (+4,15%). Sergio Marchionne ha confermato il progetto di un utility vehicle del gruppo (“ma dovete spararmi prima che faccia un Suv”) e la possibilità di raddoppiare la produzione, ma non ha rivisto, come sperava il mercato, i target per il 2017. Di qui la delusione degli operatori nonostante i numeri lusinghieri. Nei primi sei mesi i ricavi sono saliti a 1,74 miliardi (+17%), l’utile netto adjusted , 136 milioni, è in crescita del 30% con un ebit pari a 202 milioni “a livello record” (+29%).
L’indebitamento industriale netto è sceso a 627 milioni rispetto ai 653 milioni del 31 dicembre 2016, “grazie alla generazione di un forte free cash flow industriale, nonostante la distribuzione ai possessori di azioni ordinarie pari a 120 milioni di euro”. Marchionne ha detto che “entro il primo trimestre del prossimo anno ci sarà un Investor Day di Ferrari, in cui sarà presentato il nuovo piano della casa. È possibile raddoppiare i livelli di produzione a Maranello – ha aggiunto – Le strutture ci sono già”.
Fiat Chrysler -1,6%. Tra gli altri industriali, Buzzi -2,3% e Leonardo -1,3%,
ATLANTIA PRONTA A RITOCCARE L’OFFERTA SU ABERTIS
Atlantia (+0,50%) non esclude di migliorare l’offerta sulla spagnola Abertis se dovesse essere presentata una proposta concorrente all’Opas da 16,3 miliardi lanciata a giugno e sotto lo scrutinio dell’Autorità di Borsa iberica. “È troppo presto per dirlo”, ha risposto il Ceo, Giovanni Castellucci, ad una domanda sulla possibilità di alzare il prezzo offerto di 16,5 euro ad azione in caso di contro Opa da parte del gruppo ACS.
Il calo dei tassi favorisce le utilities. Italgas guadagna l’1,1% dopo la promozione a Buy di SocGen. Dopo i conti deludenti diffusi lunedì, scende Ferragamo (-3%). De’ Longhi -2,3%: Banca IMI ha tagliato la raccomandazione a Reduce (alleggerire la posizione) da Hold. Target in crescita però a 23,3 euro da 21,70 euro. Falck Renewables chiude in rialzo del 4%. Stamattina Kepler Cheuvreux ha rafforzato il giudizio Buy, portando il target price a 1,50 euro da 1,30 euro.