L’appuntamento è per le 19, ora italiana, le 10 del mattino in California, quando sarà possibile seguire on line da Apple Park la presentazione dei nuovi modelli e dei nuovi servizi della Mela. Un evento tanto atteso quanto anticipato da una pioggia di anticipazioni sia sulle caratteristiche della nuova linea i Phone 12 più il Mini con una diagonale da 5,4 pollici. Per non parlare delle novità nel comparto iWatch: non manca, prezzo 399 dollari, la possibilità di misurare il livello di ossigeno nel sangue. Ma la vera novità è il debutto nel 5G accompagnata dal debutto della tecnologia Smart Data Mode: visto che il 5G consuma molto saranno le app a scegliere se necessitano del 5G oppure se possono farne a meno utilizzando una rete più lenta ma che impatta meno sulla batteria.
Tutto questo spiega, almeno in parte, la febbre della vigilia. Lunedì al Nasdaq il titolo della Mela ha messo a segno un rialzo del 6,4%, con un balzo della capitalizzazione di 128 miliardi di dollari, un primato già infranto negli scambi della notte a Tokyo e stamane in Europa dove il titolo è scambiato oltre i 127 dollari (+2,7%) in attesa che Tim Cook sollevi il sipario sull’ultima creatura di Apple. Tutto scontato? Assolutamente no. La corsa del titolo solleva molti dubbi sulla natura del rialzo e delle caratteristiche del mercato. Vediamo perché.
- Il rialzo di lunedì è legato al boom delle opzioni che permettono di puntare sulla crescita del titolo nel prossimo futuro. I Robinhooders, cioè i piccoli investitori (o speculatori) si sono scatenati sulle piattaforme “zero costi”, approfittando della vacanza di molti americani per il Columbus Day. In un solo giorno, ne sono state acquistate quattro milioni, circa il doppio di quel che si vede mediamente in una seduta.
- Un movimento di questo tipo offre non poche occasioni anche ai professionisti. Gli intermediari finanziari che hanno venduto le opzioni di tipo call, per coprirsi dal rischio di rialzo di solito comprano titoli sul mercato con il risultato di far salire la volatilità come avvenuto alla fine di agosto, quando a muovere i titoli erano state le puntate della giapponese Softbank.
- Andrà così anche stavolta? Lo scopriremo presto, anche se i riflettori degli sceriffi della Borsa ma ancor più le dimensioni dei capitali mossi dalla Mela rendono improbabile la stangata in un giorno, tra l’altro, in cui Wall Street sarà alle prese con l’avvio della campagna delle trimestrali e con l’alluvione di affari del Prime Day di Amazon, destinata a relegare nell’ombra la campagna elettorale di Donald Trump, il grande nemico di Jeff Bezos.